Alcolismo e Sindrome di Confine:
Il cosiddetto paziente di confine così come è stato definito da alcuni autori ( Kamber Grinker, e Stone) usa frequentemente l’alcol come automedicazione.
I pazienti, sono diagnosticati come soggetti affetti da disturbi di confine della personalità in DSM-III e sono caratterizzati dall’ incapacità a dominare gli impulsi; relazioni interpersonali, collera ingiustificate e intensa mancanza di auto , sono autolesionisti e sono afflitti da depressione cronica, vacuità, noia, solitudine e ansia.
In pazienti di questo genere ènecessario affrontare direttamente l’alcolismo.
Può essere efficace l’uso di piccole dosi di Tioridazina da 50-100 mg al giorno da sola o in combinazione con altri antidepressivi e unicamente a un trattamento psicoterapeutico.
Entrare a far parte di AA può soddisfare alcuni dei bisogni di tendenza di questi pazienti, può migliorare la relazione interpersonale e ridurre la sensazione di solitudine contribuendo così ad affrontare l’alcolismo.
Che paziente di confine non consuma più l’alcool si evidenziano i gravi difetti del suo ego.
Gli alcolisti primari al contrario hanno di solito un Ego integro ed efficace, quando non bevono.
Dopo il trattamento dell’alcolismo necessario per questi pazienti di confine una terapia psicoterapia prolungata.
Tratto da: Sheldon Zimberg- La cura clinica dell’alcolismo (1982)- Ferro Edizioni Milano 1984
Le Malattie dell’alcol: l’allucinosi nell’alcolista