Incontro formativo- disturbi da uso di sostanze: una riflessione sulla vulnerabilità

il 29 aprile 2022 presso la sede di Acat Parma, dalle ore 18,30 si terrà l’incontro formativo dal titolo:
Disturbi da uso di sostanze: una riflessione sulla vulnerabilità.
Relatori:
Prof. Gilberto Gerra Dir. Ausl Parma Dipendenze Patologiche
Dott. Giuseppe Fertonani Affini Resp. UOS Unità Operativa Semplice Alcologia di Parma
Dott. Silvia Codeluppi Resp. Serdp di Parma
Moderatore:
Dott. Gianluca Boldrocchi, spec. inMedicina Interna e Geriatria
L’incontro avrà una durata di circa due ore e trenta minuti.

E’ possibile porre domande online.

Causa capienza ridotta è gradita la prenotazione anticipata al seguente link:

Prenotazioni  in  presenza

 

Club Alcologici territoriali Parma

 

clicca per prenotare evento Acat Parma 29 aprile 2022 Una riflessione sulla vulnerabilità

Acat Parma ‘Il Volo’, via L. Testi, 4 Parma.

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Dott.ssa Silvia Boldrocchi SerdpDott. Prof Gilberto Gerraincontro Acat Parma 29 aprile 2022Dott Fertonani Affini

Tossicofilia, dipendenza e problemi alcolcorrelati

Tossicofilia, dipendenza e problemi alcolcorrelati

Con il concetto di tossicofilia si indica quel particolare comportamento che porta il soggetto a ricercare gli effetti gratificanti di una o più sostanze psicoattive che vengono assunte al fine di modificare intenzionalmente il proprio stato corporeo e mentale.

Alle esperienze che si sono conseguite di tali modificazioni l’individuo attribuisce un senso ed un significato soggettivo che nel lungo periodo rinforzano il comportamento di assunzione della sostanza mediante l’attribuzione ad esso di una valenza positiva.

Gli effetti gratificanti che insorgono poco dopo aver fatto uso di una sostanza, euforia, sedazione, disinibizione, analgesia, favoriscono l’insorgere di ulteriori effetti più elaborati dal punto di vista cognitivo che, vengono qui cercati dal singolo proprio in virtù della funzione loro attribuita di evasione da situazioni stressanti, ansiogene e penose.

L’espressione disinibita delle proprie emozioni, la ricerca d’identità alternative, relazione che si instaura dunque tra soggetto e sostanza può essere definita di ‘Filia’ dal momento che l’individuo adotta un agire finalizzato, per quanto non necessariamente univoco, coerente, efficace dal punto di vista di una logica utilitaristica, in cui interagiscono particolari come di costruzione del se, degli altri e del mondo.

Se la Tossicofilia è più pertinente alla ricerca di un’esperienza psicologica che non disgiunta da meccanismi neurofarmacologici che la rendono possibile, affonda le sue rasdici in modelli e modalità di consumo culturalmente appresi.

La dipendenza riguarda la condizione in cui l’assunzione di una Droga diventa necessaria per mantenere un certo ‘benessere’ fisiologico.

Nel 1964 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la tossicodipendenza ‘uno stato di dipendenza psichica o fisica o psicofisica che si sviluppa in una persona che periodicamente o continuamente assume una droga?.

Il termine dipendenza psichica si riferisce al l’incapacità del soggetto di funzionare emozionalmente senza far ricorso alla droga e quindi al bisogno di assumere per ottenere sensazioni di piacere e per evitarme di sgradevoli.

La dipendenza fisica invece quando il soggetto che ha assunto la sostanza in forma cronica smette improvvisamente di usarla e si instaurano i gravi sintomi fisici di astinenza.

In ambito sanitario non esiste la diagnosi di alcolismo ne di conseguenza esiste l’alcolista: benché l’alcolismo non sia una malattia è innegabile che è l’alcol che provochi malattie l’unica diagnosi possibile risulta quella che relativa al rapporto alcol persona e ai disturbi correlati all’uso di alcool.

Per la definizione di tale rapporto si fa riferimento ai criteri indicati da due principali strumenti attraverso i quali clinici e psichiatri classificano in maniera internazionale, i disturbi di malattie mentali: l’ International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems il diagnostic  manual of Mental disorders anche DSM-IV-TR.

Come contattare l’Associazione dei Club di Parma (ACAT)

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Le Malattie dell’alcol: la psicosi di Korsakoff

La Psicosi di Korsakoff

La psicosi di korsakoff dell’alcolista viene così chiamata in omaggio al grande psichiatra russo Korsakoff, che è stato il primo a descrivere questa malattia.

Si tratta di una vera e grave turba psichica, abitualmente accompagnata anche da un lesione dei nervi periferici, la cosiddetta polineuropatia alcolica, per cui la malattia viene anche chiamata psicosi Polineuritica.

La malattia si evidenzia e con un rapido decadimento intellettuale dell’alcolista.

L’ammalato dimentica; egli ricorda gli avvenimenti recenti, con crescente difficoltà; spesso egli è distratto è irrequieto.

Dal momento che il malato dimentica alcuni avvenimenti si verificano, come si dice a volte, dei “buchi” nei suoi ricordi.

Questa mancanza di ricordo viene sostituita dall’amalato con riferimenti e avvenimenti inventati e ciò viene scientificamente chiamato confabulazione.
Così, per esempio, l’ammalato che non riconosce il suo medico, lo saluterà come un compagno di osteria, incontrato la sera prima, malgrado egli si trovi in ospedale già da parecchi giorni.

La malattia di Korsakoff è una gravissima complicazione dell’alcolismo.

In un terzo dei casi non è possibile alcun recupero, per un altro terzo sono possibili alcuni miglioramenti e soltanto il restante gruppo può guarire, se le cure vengono prestate tempestivamente.

Ancora poco tempo fa si riteneva che non si potesse ottenere alcun risultato con il trattamento della malattia di Korsakoff.

A volte disturbi psichici, simili a quelli che si verificano nella psicosi di Korsakoff, possono insorgere anche in seguito ad altre malattie e non devono necessariamente essere soltanto una conseguenza dell’alcolismo.

In questi casi, di solito, non via polineuropatia.

La psicosi di Korsakoff si verifica in alcolisti nei quali, dopo un annoso alcolismo, si instaurano gravi lesioni del tessuto cerebrale.

La lesione del cervello si evidenzia con un atrofia del cervello.

L’atrofia colpisce qualche volta in modo particolare la corteccia cerebrale nelle regioni frontali; più comune è una combinazione dell’atrofia corticale e sottocorticale.

 

Le Malattie dell’alcol: lo Stato di Ebbrezza Patologica  

Tratto da: Vincere l’Alcolismo- una moltitudine di esistenze bruciate, la pace perduta di molte famiglie, un nemico troppo spesso sottovalutato. La necessità di conoscere ciò che si deve sconfiggere   di Vladimir Hudolin

 

Le Malattie dell’alcol: delirium tremens

Alterazioni nervose e psichiche in conseguenza dell’alcolismo

delirium tremens

Il delirium tremens è il disturbo più noto e il più grave scompenso psichico acuto nel corso dell’alcolismo solo quando l’alcolismo è iniziato da almeno cinque anni.

Nella maggior parte dei casi si manifesta all’improvviso, acutamente, soprattutto se l’alcolista viene colpito da un’altra malattia acuta come broncopolmonite, febbre, in seguito ad un intervento chirurgico, ferite eccetera.

Nel delirium tremens l’ammalato ha molti disturbi di carattere fisico psichico: irrequietezza, paura, confusione, allucinazioni, sudorazione e febbre.

È possibile anche che si verifichi all’improvviso un arresto cardiaco come complicazione estrema.

Le cure devono essere accuratamente iniziate in un ospedale del reparto di cura intensiva, va rimarcato che malgrado i metodi attuali di trattamento muore 8/ 15% degli ammalati colpiti da delirium.

Non è sufficiente solamente guarire il malato dai disturbi acuti del delirio ma bisogna  in seguito trattare l’alcolismo. Se non viene fatto appena dimesso dall’ospedale l’alcolista ricomincia a bere e spesso ricade di nuovo nello stato di delirio durante il quale può morire.

Eccezionalmente il delirium tremens si può verificare anche nella prima adolescenza quando il bere inizia già durante l’infanzia.

A volte detta complicazione puoi esordire in modo insolito ed evidenzia sin da prima come palesi soltanto di notte: molti sogni paura, confusione ed insonnia, sudorazione, tachicardia mal di testa,  per molto tempo alcolista resta più o meno normale.

A volte questo stato viene chiamato pre delirio.

Alcuni pensano che il delirium tremens si verifichi a chi ha smesso improvvisamente di bere e quindi secondo questo ragiornamento esso si verificherebbe più spesso nelle persone in ricovero coatto oppure in quelle che improvvisamente smettono di bere.

Oggi l’improvvisa interruzione del consumo di alcolici non presenta alcun pericolo se l’alcolista viene contemporaneamente inserito in un trattamento.

Si parla eccezionalmente cosiddetto delirium tremens del neonato da madre alcolista quando il neonato viene improvvisamente privato dell’acqua che fino a quel momento gli arrivava  dal sangue della madre e si instaura un grave stato di privazione alcolica che lo può portare alla morte.

Sotto verranno menzionate le malformazioni e ritardi mentali, fetopatia alcolica dei bambini nati da donne alcoliste o che bevevano durante la gravidanza.

Tratto da: Vladimi HudolinVincere l’Alcolismo– una moltitudine di esistenze bruciate, la pace perduta di molte famiglie, un nemico spesso sottovalutato. La necessita di conoscere ciò che si deve sconfiggere- PIEMME 1993

 

Le Malattie dell’alcol: la Sindrome di Confine 

Che cosa è la dipendenza dall’alcol o alcolismo?

Le Malattie dell’alcool: alcolismo ed ansia

Alcolismo ed ansia:

È assai frequente scoprire nei casi di alcolismo, la presenza di stati ansiosi.

Sono presenti di solito quando gli alcolisti non sono in un periodo in cui bevono molto e sono in relazione con l’astinenza fisiologica.

L’ansia può anche essere presente come manifestazione di un conflitto psicologico.

La frequenza dell’ansia nell’alcolismo ha contribuito a far si che i medici prescrivessero continuamente agli alcolisti tranquillanti minori come il Librium ed il Valium.

Questi sono utili nella fase di astinenz, a ma controindicati per il mantenimento, dal momento che gli alcolisti corrono il rischio di assuefarvisi.

Si dovrebbe notare che alcune manifestazioni di astinenza possono durare fino a 3, 12 mesi.

Questo periodo prolungato è stato descritto come Sindrome di astinenza protratta e la sua terapia è descritta nel capitolo  sulle “complicazioni psichiatriche e neurologiche dell’alcolismo”.

L’alcolismo può entrare come componente in stati di ansia fobica e disturbi panici poiché gli individui che ne sono affetti si volgeranno all’alcol per trovare sollievo all’intensa reazione panica.

In tal caso si tratta evidentemente di alcolismo secondario.

Il disturbo panico primario può essere trattato con medicinali antidepressivi, specialmente imipramina.

Con il miglioramento disturbo panico l’alcolismo si risolve.

 

Tratto da Sheldon Zimberg (1982)- La cura clinica dell’alcolismo- Ferro Edizioni Milano.

Tutte le ricerche sull’alcolismo si imbattono o si scontrano, notoriamente con ostacolie difficolta ricorrenti, Tra questi un ‘eccesso di semplificazione’ , che riduce il problema ad uno dei suoi dettagli o ad uno dei suoi aspettie, più spesso ad un eccesso di informazioni, che si annoda in confusa ed intricatamescolanza di elementi, a r4ifletterela complessità della quewstione senza chiarirla.

Era il 1982, era il back-ground culturale da cui si diffuse il Metodo Hudolin in Italia.

I principali modelli teorici per i problemi alcolcorrelati: Il Modello Medico

Le Malattie dell’alcol: la gelosia e la psicosi di persecuzione

Le Malattie dell’alcol: la Sindrome di Confine

Alcolismo e Sindrome di Confine:

Il cosiddetto paziente di confine così come è stato definito da alcuni autori ( Kamber Grinker, e Stone) usa frequentemente l’alcol come automedicazione.

I pazienti, sono diagnosticati come soggetti affetti da disturbi di confine della personalità in DSM-III e sono caratterizzati dall’ incapacità a dominare gli impulsi; relazioni interpersonali, collera ingiustificate e intensa mancanza di auto , sono autolesionisti e sono afflitti da depressione cronica, vacuità, noia, solitudine e ansia.

In pazienti di questo genere ènecessario affrontare direttamente l’alcolismo.

Può essere efficace l’uso di piccole dosi  di Tioridazina da 50-100 mg al giorno da sola o in combinazione con altri antidepressivi e unicamente a un trattamento psicoterapeutico.

Entrare a far parte di AA può soddisfare alcuni dei bisogni di tendenza di questi pazienti, può migliorare la relazione interpersonale e ridurre la sensazione di solitudine contribuendo così ad affrontare l’alcolismo.

Che paziente di confine non consuma più l’alcool si evidenziano i gravi difetti del suo ego.

Gli alcolisti primari al contrario hanno di solito un Ego integro ed efficace, quando non bevono.

Dopo il trattamento dell’alcolismo necessario per questi pazienti di confine una terapia psicoterapia prolungata.

Tratto da: Sheldon Zimberg- La cura clinica dell’alcolismo (1982)- Ferro Edizioni Milano 1984

Le Malattie dell’alcol: l’allucinosi nell’alcolista

 

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