Numero Verde Acat

Si segnala che dal prossimo I° ottobre sarà attivo un numero verde 800400121, inizialmente dalle 9 alle 21.

Il numero sarà dedicato per rispondere alle richieste di persone che hanno riscontrato problemi alcol correlati sia direttamente che indirettamente.

Diversi volontari, debitamente formati dal Dott. Fertonani ( medico psichiatra, responsabile UOS alcologia Parma), saranno pronti e pro-attivi a rispondere per indirizzare i richiedenti a un primo colloquio che si terrà in un locale dedicato.

Si spera di fornire un utile e potente sussidio a tutti coloro che sono preda della dipendenza da alcool e che troveranno la forza di chiedere un primo aiuto, portandoli successivamente anche all’inserimento in un programma e/o alla frequentazione di un Club Acat, a scelta tra quelli presenti sul territorio di Parma.

Il progetto dal nome ‘se vuoi smettere puoi’ è reso possibile oltre che dal supporto dei volontari Acat e dalla sempre più stretta collaborazione con i servizi alcologici sanitari anche per mezzo della Fondazione Cariparma che ha finanziato e supportato l’organizzazione.

Difficoltà connesse al consumo di bevande alcoliche: come affrontarle?

risposta alla domanda numero 1

Cosa si intende per difficoltà connesse al consumo di bevande alcoliche e qual’è il modo di prevenirle e affrontarle?
Le bevande alcoliche ed il loro consumo accompagnano l’uomo, si può dire da sempre?

Le scoperte archeologiche più recenti dimostrano che l’uomo conosceva il modo di produrre l’alcol per fermentazione da prima di 35.000 40.000 anni fà.

Con l’andare del tempo il bere alcolico ed alcune sue conseguenze, quali ad esempio ubriachezza, venivano accettati quali comportamenti normali.

Più tardi, con lo sviluppo delle civiltà e di progresso tecnologico, alcuni fenomeni connessi con l’uso delle bevande alcoliche, come lo stato di ubriachezza in determinate situazioni, il comportamento aggressivo, cominciano ad essere considerati infrazioni alle nome e difetti morali.

Da un secolo circa alcune conseguenze del bere, come ad esempio le psicosi alcoliche, vengono considerate invece una malattia vera e propria.

Attualmente si accumulano le testimonianze che anche il cosidetto ‘bere moderato sociale, accettabile, permesso’ può provocare disturbi sociali e sanitari anche in assenza di una dipendenza alcolica .

In riferimento al fatto che l’ubriachezza e l’alcolismo ovvero lo stato di dipendenza dall’alcol comportano difficoltà per il singolo, la sua famiglia e la società, è da tempo che si cercano di eliminare ed ostacolare tali danni, escogitando adottando varie misure.

La maggior parte delle conseguenze negative del bere alcolico e dell’alcol dipendenza non è tanto di pertinenza medica quanto di natura socio comportamentale per cui si ha tentato di regolare il consumo delle bevande alcoliche nella società con varie misure:

  • la misure disciplinare
  • i programmi di educazione sanitaria e sociale
  • il proibizionismo

Il primo modello di approccio alla lotta contro le difficoltà legate al bere alcolico è stato quello moralistico.

Secondo tale modello il bere era considerato un vizio morale e la lotta contro di esso era in sostanza un compito delle organizzazioni per la sobrietà che lottavano contro ogni produzione e consumo di bevande alcoliche.

Quando poi il bere divenne un ostacolo serio lo sviluppo tecnologico, caratterizzato da uno sviluppo del traffico stradale della produzione industriale, si adottarono ancora misure limitative e di controllo, anche se l’ alcolismo gradualmente cominciava ad essere accettata come malattia  e si dava avvio a modalità più efficaci di trattamento degli alcolisti.

Parallelamente andava prendendo forma il cosiddetto modello medico, visto come modo nuovo di approccio all’alcolismo.

Va rimarcato che nonostante il trattamento degli alcolisti abbia dato risultati un tempo ritenuti insperati in tutto il mondo, è stato in pratica dimostrato che, in assenza di altre misure, non si possono risolvere tutte le difficoltà legate all’assunzione di bevande alcoliche.

Sotto questo profilo anche il modello medico ha finito con lo svelare i propri limiti.

Si può intanto constatare che:

1 – il numero degli alcolisti in trattamento mostra un lieve ma continuo aumento
2 – è pure un aumento il consumo di bevande alcoliche.
3 –  il bere, quale espressione di un determinato comportamento, è adottato da gruppi di popolazioni più giovani.
4 – sono sempre più giovani vengono ricoverate negli ospedali per alcolismo.
5 – rispetto agli uomini il numero relativo alle donne alcoliste sta aumentando .
6- è sempre maggiore il numero dei letti , delle istituzioni e dei quadri operativi,  che vengono predisposti per la cura dell’alcolismo.
7- è sempre maggiore numero della psicosi alcoliche e degli altri gravi complicazioni della salute nel momento in cui viene iniziato trattamento.
8 – nelle varie regioni del mondo dove una volta si beveva esclusivamente vino, si tende a bere anche superalcolici.
9- aumenta il numero dei problemi di carattere non medico, legate al consumo di bevande alcoliche.

Basta accennare al fatto che ad esempio nella sola Croazia, gli etilisti trascorrono  negli ospedali psichiatrici mezzo milione di giornate di ricovero all’anno.

Tutto ciò reclama la necessità di elaborare un programma per combattere tutte le difficoltà causate dal consumo di alcolici, siano esse natura medica o no.

Il modello medico per la lotta i problemi legati al consumo di bevande alcoliche sempre più esteriormente viene sostituito da quello medico sociale.

Sembra che il modo migliore di intervento sia quello di organizzare,  a livello locale, un programma di assistenza e di promozione della salute mentale, nel quale poteva anche inserire, in un modo più specifico, il programma di lotta contro le difficoltà legate al consumo di bevande alcoliche.

Il programma comunale a sua volta dovrebbe contenere i programmi delle comunità locali, i programmindelle organizzazioni di base del lavoro associato, i programmi delle scuole elementari e delle scuole professionali è così via.

Il contenuto minimo del programma dovrebbe consistere nell’educazione sanitaria e sociale che consenta ad ogni membro della società autotutelarsi e auto aiutarsi.
La nuova legge sulla protezione sanitaria che è stata introdotta dalla RSD Croazia primo gennaio dell’81 asseconda tale programma in quanto il ruolo principale per la protezione ed il miglioramento della salute viene dato al servizio primario di assistenza e protezione sanitaria di base, al medico generico,  al medico della medicina del lavoro, al medico scolastico, al medico dentista e alle loro equipe.

La legge inoltre accetta anche il principio di autoprotezione e autoaiuto nell’ambito dei programmi per la fondazione sanitaria.

Tratto da: Vincere l’alcolismo di Vladimir Hudolin – edizioni PIEMME 1982

Le 12 domande sull’Alcolismo del prof. V. Hudolin nel 1980

I principali modelli teorici per i problemi alcolcorrelati: teorie socio-culturali

I principali modelli teorici per i problemi alcolcorrelati: Il Modello Medico

Gruppi AMA: “SINDEMIA, CURA E COMUNITÀ: IL RUOLO DEL VOLONTARIATO”

Si è tenuto venerdì scorso nell’auditorium dell’Assistenza Pubblica di Parma, all’interno della XXIII Rassegna “La Salute della Salute Mentale”, promossa dall’AUSL di Parma, il Seminario “Sindemia, cura e comunità: il ruolo del volontariato” organizzato dal dott. Giuseppe Fertonani Affini, medico psichiatra, responsabile dell’UOS Alcologia del Servizio Dipendenze Patologiche dell’AUSL e da ACAT. È stata una giornata ricca di interventi di specialisti e di testimonianze dirette da parte di alcuni dei protagonisti dei Gruppi di Auto Mutuo Aiuto (AMA) che hanno contribuito all’organizzazione e alla realizzazione dell’evento. La giornata seminariale si è aperta con i saluti del dottor Pietro Pellegrini, sub commissario sanitario dell’Azienda USL di Parma, che ha rimarcato «l’importanza in tempi di crisi di mettere insieme e di valorizzare le migliori risorse umane del territorio come sono i Gruppi AMA in stretta collaborazione con le Istituzioni locali». Ha preso poi la parola il dottor Giuseppe Fertonani che ha introdotto la giornata seminariale e i suoi relatori evidenziando come «la condizione sindemica che stiamo vivendo per la congiunzione di problemi sanitari, ambientali e sociali post-pandemia abbia determinato un aumento esponenziale di disturbi psico-comportamentali e consumo di sostanze psicoattive». Di qui la necessità per il dottor Fertonani di «recuperare il significato della comunità che cura» come fanno ogni giorno con il loro esempio «i Gruppi di Auto Mutuo Aiuto che rimangono un punto di riferimento per i loro valori di gratuità, sussidiarietà, etica del bene comune e cittadinanza attiva». Infine il dottor Fertonani ha evidenziato come in una prospettiva di benessere sociale «si debba acquisire ormai una consapevolezza rispetto all’importanza di un approccio ecologico sia in termini ambientali che sociali». L’apertura dei lavori della giornata è stata affidata al professor Fausto Pagnotta, docente di materie sociologiche e storico-politiche e membro del Laboratorio di indagini e di monitoraggio della città UNIPR-CityLab e del Centro Interdipartimentale di Ricerca Sociale dell’Università di Parma. Il professor Pagnotta nel suo intervento ha sottolineato come «oggi tra le diverse forme di crisi post-pandemia, ce n’è una che la società non si può permettere», ed è quella rappresentata «dalla crisi e dalla perdita di senso rispetto a quei valori, che si traducono in azioni concrete, come la capacità di ascoltare, di accogliere, di prendersi cura dell’altro e della sua sofferenza che stanno alla base di ogni comunità coesa, solidale e quindi civile». E questi valori, «devono essere oggi sempre più concepiti all’interno di una prospettiva ecologica sia in termini socio-relazionali che ambientali». Per questo, ha concluso il professor pagnotta, «i Gruppi di Auto Mutuo Aiuto con il loro esempio di gratuità, altruismo, ascolto e accoglienza, rispetto all’individualismo dominante, possono risultare ‘eretici’, ma in realtà rappresentano delle vere e proprie ‘sentinelle’ del livello di umanità sul territorio». Per questo il docente si è augurato che «l’esperienza e le competenze dei Gruppi AMA possano essere sempre più divulgate e valorizzate in altri contesti sociali e culturali». I lavori della mattina sono proseguiti con le diverse e significative testimonianze di chi si impegna nei Gruppi AMA e si sono conclusi con la relazione della dott.ssa Manuela Di Fabio, psicologa, consulente di formazione e referente del Gruppo AMA per la dipendenza affettiva, che si è soffermata sul tema «delle dipendenze affettive che nella loro incidenza emotiva e relazionale possono essere implicate in altre forme di dipendenze come quelle da sostanze». Infine la dott.ssa Di Fabio ha spiegato come «vivere l’auto mutuo aiuto sia una forma di apprendimento attraverso la libera condivisione di vissuti ed emozioni che favorisce un processo di consapevolezza e di crescita attraverso la promozione di modalità di approccio partecipativo», che risultano «efficaci antidoti per contrastare il rischio di isolamento causato dalla sofferenza derivata dalle dipendenze patologiche». Nel pomeriggio i lavori si sono conclusi con una tavola rotonda coordinata dal dottor Fertonani a cui hanno partecipato Don Luigi Valentini, presidente CT Betania, Marco Begarani, presidente Associazione Gruppo Amici onlus (CT Casa di Lodesana), Roberto Berselli, vicepresidente Consorzio Gruppo Ceis, Cristina Giuffredi, consulente gruppo CEIS, referente Programma Alcologico Intensivo Breve, Enrica Lami, assistente sociale SM-DP Distretto Sud Est AUSL Parma, Ivano Marchi presidente Arcat Emilia Romagna e diversi membri dei Gruppi AA e AL Alnon.

Dalla pandemia alla sindemia p/atto di comunità

SINDEMIA, CURA E COMUNITÀ:
L’ESPERIENZA DEI GRUPPI DI AUTO-MUTUO-AIUTO NELLE DIPENDENZE

Venerdì 10 novembre 2023 dalle 8.30 alle16.30

Sala Conferenze “Anedda” – Pubblica Assistenza – Via Gorizia, 2 Parma

Il convegno, organizzato con la collaborazione dei gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto, affronta il tema della sindemia ovvero l’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotto dall’interazione tra due o più patologie epidemiche che comporta pesanti ripercussioni sulle condizioni di vita e sulla salute mentale della popolazione. L’esposizione prolungata a eventi stressanti genera infatti alterazioni psico-comportamentali come disturbi d’ansia, dell’umore e del sonno, con conseguente incremento dell’uso di sostanze psicoattive soprattutto tra i giovanissimi e gli anziani. È quindi necessaria una maggiore sensibilizzazione al problema, rinnovando il Patto Sociale in ogni territorio poichè ogni persona può fare qualcosa per la salute propria e dell’altro. In questo senso il modello e l’esperienza dei gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto nell’ambito delle dipendenze è fondamentale.

PROGRAMMA

8.30 REGISTRAZIONE PARTECIPANTI

9.00 SALUTI E INTRODUZIONE AI LAVORI

Giuseppe FERTONANI AFFINI, psichiatra UOS alcologia territoriale DAI-SMDP ausl Parma

9.30 FARSI COMUNITÀ NELLA CITTÀ VULNERABILE: L’ASCOLTO SINDEMICO NELLE RELAZIONI DI CURA.

Fausto PAGNOTTA, docente di Sociologia dei processi comunicativi per la rigenerazione urbana (UNIPR-CityLab del Dipartimento di Ingegneria e Architettura Università degli Studi di Parma)

10.15 INTERVENTI A CURA DEI RAPPRESENTATI DEI GRUPPI DI AUTO MUTO AIUTO (AA, AIANON, ACAT) 11.00 PAUSA

11.30 INTERVENTI A CURA DEI RAPPRESENTATI DEI GRUPPI DI AUTO MUTO AIUTO (NA, GA)

12.00 QUANDO IL PRENDERSI CURA DIVIENE CO-DIPENDENZA: DALL’AMBIVALENZA AL CAMBIAMENTO ATTRAVERSO L’ESPERIENZA DEI GRUPPI A.M.A.

Manuela DI FABIO, Consulente di formazione, facilitatrice per il gruppo di auto-mutuo-aiuto per la dipendenza affettiva 13.00 PAUSA PRANZO

14.15 DALLA PANDEMIA ALLA SINDEMIA: COME CAMBIA LA SOCIETÀ COME CAMBIANO LE PERSONE.

QUALI PERCORSI DI CURA E CONDIVISIONE? QUALI PERCORSI DI RIGENERAZIONE ATTRAVERSO IL SUPPORTO DEI GRUPPI A.M.A.

INTERVENTI IN TAVOLA ROTONDA:

  • Marco BEGARANI, presidente Associazione Gruppo Amici onlus (CT Casa di Lodesana)
  • Don Luigi VALENTINI, presidente CT Betania
  • Roberto BERSELLI, vicepresidente Consorzio Gruppo Ceis
  • Cristina GIUFFREDI, consulente gruppo CEIS, referente Programma Alcologico Intensivo Breve
  • Enrica LAMI, assistente sociale SM-DP Distretto Sud Est ausl Parma.
  • Ivano Marchi presidente Arcat Emilia Romagna
  • membri AA e AL Alnon

16.30 CONCLUSIONI

Info e Iscrizioni

Segreteria Organizzativa: Laura PADULA, laura.padula@ausl.pr.it

Evento accreditato ECM (7)Tutte le professioni. È prevista la partecipazione degli Assistenti Sociali

Iscrizioni

DIPENDENTI SSR: Iscrizioni da Portale dipendenti > Sezione Formazione > Corsi prenotabili

NON DIPENDENTI SSR: tramite portale SOLE https://portale-ext-gru.progetto-sole.it/ oppure tramite mail a sdellapina@ausl.pr.it

Segreteria organizzativa: Laura PADULA, laura.paduIa@ausI.pr.it

Evento accreditato ECM (7)Tutte le professioni. È prevista la partecipazione degli Assistenti Sociali Iscrizioni

DIPENDENTI SGR: Iscrizioni da Portale dipendenti > Sezione Formazione > Corsi prenotabili

NONDIPENDENTISSR:tramiteportaleSOLEhttps://portale-ext-gru.progetto-sole.it/oppure tramite mail a sdellapina@ausl.pr.it

Per il programma dettagliato rimandiamo al Link

Acat Parma Il Volo Odv - Parma Via l. Testi 4
Acat Parma Il Volo Odv – Parma Via l. Testi 4

Interclub Regionale Acat- Forlì 1 ottobre


ACAT ROMAGNA e ARCAT EMILIA ROMAGNA vi invitano a partecipare al’interclub regionale sul tema la GIOIA che si terrà domenica 1 ottobre a Forlì presso la parrocchia San Nicolò via castel latino 23 a VECCHIAZZANO di Forlì
Interverranno Autorità locali e operatori del settore

Pranzo a buffet offerto dalle famiglie DELL’ACAT ROMAGNA

L’incontro è rivolto a tutte le famiglie dei Club. Interverranno autorità locali e operatori del settore. Pranzo a Buffet da ACAT Romagna.

CORSO DI SENSIBILIZZAZIONE ALL’APPROCCIO ECOLOGICO-SOCIALE ANTROPO-SPIRITUALE 22-26 gennaio 2024

Nella Parrocchia di San Lazzaro Via Livio Borri 90, Modena, tra il 22 e il 26 gennaio 2024 si svolgerà un nuovo corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico-sociale e antropo-spirituale a cura di Arcat Modena.

Breve presentazione

Gli stili di vita, e tra questi il consumo di bevande alcoliche, incidono significativamente sulla salute pubblica e la loro complessità impone l’attivazione di risorse e collaborazioni continue.
L’approccio ecologico-sociale, ideato da Vladimir Hudolin e caratterizzato dalla promozione e dalla diffusione, sia in Italia che nel mondo, dei Club Alcologici Territoriali (CAT), è uno dei metodi più efficaci.
Il corso si propone di:
▪ Informare sui problemi alcolcorrelati e complessi in modo da cogliere il rapporto tra salute e ambiente.
▪ Sensibilizzare i corsisti a mettere in discussione convinzioni e comportamenti nei confronti delle bevande alcoliche e dei problemi correlati promuovendo il loro coinvolgimento.
▪ Favorire la protezione e la promozione della salute nella comunità tenendo conto della multidimensionalità della vita e degli esseri umani, attivando consapevolezza dei comportamenti a rischio e facilitando l’adozione di stili di vita sani e sostenibili.
▪ Promuovere l’attivazione delle risorse della comunità nel riconoscere precocemente i problemi al fine di consentire un cambiamento.
▪ Stimolare e sostenere i corsisti ad operare secondo l’approccio ecologico -sociale su cui si fondano i CAT.
▪ Favorire l’apertura di nuovi CAT attraverso la formazione di nuovi Servitori-Insegnanti.
▪ Implementare e potenziare collaborazioni virtuose all’interno della rete sociale alla quale i CAT appartengono.

Per maggiori dettagli sul programma del corso e le modalità consultare il link che segue:

Pieghevole Modena

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