Che cosa è la dipendenza dall’alcol o alcolismo?

Che cosa èla dipendenza dall’alcol o dall’alcolismo?

(tratto da: Alcolismo- Alkoholizam di V. Hudolin- a cura della Jugoslavenska Medicinska Naklada Biblioteka – marzo 1985)

Il termine “alcolismo cronico” è stato usato per la prima volta nel 1852 da Magnus Huss, professore di medicina interna dell’Università di Stoccolma, anche se le abitudini alcoliche si possono fa risalire a ben più remoti tempi e con esse l’ubriachezza e la malattia dell’alcolismo.

Alcuni disturbi della Salute già da epoche lontane venivano collegati con il bere (ad es. il Delirium tremens), però l’alcolismo sotto molti aspetti e per lungo tempo non è stato considerato una malattia vera e propria.

È ben noto il fatto che già una sola ubriacatura può portare a gravi alterazioni comportamentali e fisiche, limitate sia pure nel tempo.

In questo caso si parla di uno stato di ebbrezza acuta, di intossicazione da alcol o semplicemente di ubriachezza.

Non sempre è facile notare il comportamento particolare di una persona ubriaca.

Durante lo stato di ubriachezza acuta possono altresì verificarsi gravi disturbi psichici da risultare a volte pericolosi per la persona ubriaca e per coloro che le stanno vicino.

Un disturbo così grave è considerato “stato patologico di ubriachezza“.

Nel corso dell’ebbrezza possono verificarsi anche attacchi epilettici e/o altre lesioni acute (ad es. del pancreas), nonostante la malattia alcolica non sia ancora presente.

Se il consumo di bevande alcoliche diventa regolare, ed eccessivo poiché nel frattemp si é instaurata una dipendenza alcolica con conseguente perdita della capacità di astensione del bere, allora si può parlare di alcolismo.

In corso di alcolismo o meglio di alcoldipendenza i soggetti colpiti manifestano disturbi comportamentali, lesioni organiche, problemi familiari e in generale problemi economici spesso gravati anche da altri problemi sociali che a volte si concludono solo con la morte dei soggetti stessi.

Tutte le varie conseguenze dell’alcolismo si sviluppano con una sequenza temporale diversa più o meno accelerata, a seconda di vari fattori.

Una persona gracile fisicamente debole che beve a stomaco vuoto e velocemente cederà infatti all’alcol molto prima di una persona fisicamente forte, di robusta costruzione, che beve lentamente e dopo aver mangiato.

Dopo 5 anni di consumo eccessivo e continuativo di bevande alcoliche si possono verificare gravi danni alla salute, però le conseguenze dell’alcolismo sul piano economico, familiare e sociale possono verificarsi anche molto tempo prima.

È anche vero che le prime a comparire possono essere propri complicanze organiche (come ad esempio le lesioni pancreatiche epatiche neurologiche).

Cause dell’alcolismo ed il suo sviluppo

Credo che la maggioranza dei lettori si chiederà come si instaura la dipendenza dell’alcol ovvero l’alcolismo.

I motivi che nei singoli casi portano l’alcolismo possono essere diversi.

Molto spesso l’alcolismo nasce come abitudine perché il singolo già nell’infanzia si è abituato a consumare bevande alcoliche.

L’educazione bambino in un ambiente di alcolisti influisce negativamente sullo sviluppo della personalità.

Addirittura al 80% degli alcolisti proviene da famiglie in cui uno o più membri tra parenti più stretti  è alcolista.

Se questi dati si aggiungono anche problemi familiari o difficoltà di altro tipo lo sviluppo del alcolismo sarà ovviamente più esteso e l’individuo cercherà infatti di alleviare le difficoltà della propria esistenza con l’uso reiterato dell’alcol.

È noto che alcune malattie fisiche e psichiche possono contribuire allo sviluppo della malattia alcolica.

Ad esempio, le persone depresse o quelle con malattie digestive possono le volte ricorrere al consumo di bevande alcoliche.

Anche in questi casi la persona ammalata cerca di trovare l’oblio nell’alcool.

Nel complesso si può dire che l’alcolismo nasca dal connubio di tre gruppi di fattori causali: organici, psicologici e sociali.

Molto spesso si parla di cause ditate dell’alcolismo. Ultimamente si tende a dedicare loro maggiore attenzione.

Va detto però che, accettando la possibilità che in un ristretto numero di casi si tratti di uno stato psichico ereditario specifico, in ordine al quale la persona tende all’alcolismo, è difficile credere che tutti gli alcolisti che giungono alla dipendenza debbano tale loro condizione a ragioni strettamente genetiche.

D’altronde non è mai stato provato in modo indiscutibile il condizionamento genetico dell’alcolismo, in ogni modo una tale evenienza non cambierebbe niente circa la possibilità del trattamento e della riabilitazione.

Molti alcolisti come pure molti cosiddetti bevitori moderati sostengono di poter fare a meno dell’alco e di bere per ragioni sociali o per altri motivi essi affermano altresì che volendo potrebbero smettere di consumare bevande alcoliche in qualsiasi momento.

Da qui nasce la necessità di dare la possibilità ad ogni cittadino di definire con un esperimento molto semplice il suo rapporto con le bevande alcoliche.

Si tratta infatti di consigliare la persona di smettere di bere ogni sei mesi per un periodo di 6 settimane.

Se nella fase di interruzione alcolica questa persona non sente alcun bisogno di consumare bevande alcoliche e addirittura non pensa continuamente al bere allora si può dire che si tratta del cosiddetto consumo normale di bevande alcoliche.

Se d’altra parte la stessa non può interrompere il bere o il periodo di interruzione è irrequieta e sento il bisogno vivo di bere dovrebbe richiedere una visita ed il parere del medico esistente già la sintomatologia individuale.

Inoltre ogni cittadino dovrebbe essere informato sulle possibilità di cura determinate malattie ed in particolar modo su quelle forme di trattamento che può applicare da solo senza l’esistenza di organizzazioni specializzate.

Del resto una parte particolare viene applicata anche nel caso di molte altre gravi e lunghe malattie come ad esempio il cancro della mammella, l’ipertensione arteriosa.

Già dai tempi più remoti da quando cioè esiste consumo di bevande alcoliche esistono gli alcolisti e le difficoltà che li coinvolgono.

Negli antichi scritti di alcuni popoli come il nostro si parla di ubriachezza dell’alcolismo e di alcune misure consigliate per combattere questi fenomeni.

Nella storia sociale si fa spesso menzione di alcolismo.

Con l’inizio della Rivoluzione Industriale del mondo sorge il problema del imbrigliamento della classe operaia al quale ha contribuito in un certo qual modo anche l’alcool.

Pensiamo soltanto alla consuetudine di quel tempo secondo la quale lo stipendio veniva distribuito ogni sabato nello osteria che di solito apparteneva al padrone della città.

Il lavoratore Infatti lasciava la maggior parte del proprio guadagno nell’osteria del padrone.

Il capitalismo odierno e probabilmente non solo il capitalismo, non agisce più in questo modo perché alla fine non esiste un vero e proprio tornaconto tuttavia ancora oggi ci sono delle situazioni che potrebbero benissimo rifarsi e molti esempi storici di un passato non tanto lontano.

Il colonialismo mondiale tra l’altro ha fatto spesso leva sull’alcol.

Con l’esercito il conquistatore portava nel paese occupato anche i barili di superalcolici.

Quindi l’alcolismo visto come male sociale, in ogni periodo storico ha mostrato aspetti particolari in relazione a motivazioni e situazioni sociali specifiche.

Come del resto considerare il fenomeno odierno dei paesi sviluppati che fanno credito ai paesi sottosviluppati per favorire la costruzione di fabbriche destinati alla produzione di bevande alcoliche?

Il consumo di bevande alcoliche nelle varie fasi storiche è legato ovviamente a cause specifiche per cui la lotta contro l’abuso dell’alcol dovrebbe adeguarsi il periodo storico nel quale essa viene intrapresa.

C’è stato un periodo quando l’alcolismo veniva considerato “difetto” e “vizio“.

Il rapporto verso gli alcolisti era basato su questi principi e proprio per tale ragione non era pensabile nemmeno la cura dell’alcolismo, sìcche l’alcolista veniva sottoposto unicamente a misura disciplinari a cattivi e non ultimo rifiuto dalla società.

Le misure amministrative nel trattamento degli alcolisti ancora ai giorni nostri sono effettiv*amente frequenti.

Nell’ultimo decennio però il punto di vista scientifico verso il problema dell’alcolismo ha cambiato sostanzialmente.

Si è appurato che l’alcolista non beve per il fatto che desidera bene ma perché in lui si è sviluppato una malattia della dipendenza dell’alcool che gli impone di bere.

Se egli smette di bere si manifestano disturbi ovvero insorge la cosiddetta “sindrome di astinenza” o “malattia astinenziale“.

Egli beve per essere  efficiente e vitale.

L’alcolista da solo in assenza di cura di solito non è in grado di aiutarsi.

Va ribadito che ogni consumo di bevande alcoliche non può essere considerato malattia.

L’ubriachezza acuta comporta varie difficoltà però non in ogni caso ubriachezza acuta si può parlare di malattia alcolica.

Esiste anzi La credenza del consumo cosiddetto normale sociale moderato di bevande alcoliche anche se è difficile accettare inopinatamente il parere che un tale consumo sia un fatto del tutto normale.

Per poter giustificare il bere alcolico come modello normale di comportamento la società tende a ricorrere a vari argomentazioni.

Ad esempio alcune bevande alcoliche più frequentemente il vino e la birra vengono dichiarati prodotti alimentari utili se non primarie da in tal modo che a volte il loro consumo viene giustificato.

Un consumo spontaneo di bevande alcoliche tantomeno l’alcolismo non esiste in alcuna specie animale ma solamente dell’uomo.

Se il consumo di bevande alcoliche fosse una necessità biologica normale probabilmente esso ricorrerebbe anche negli animali.

Le difficoltà in campo scientifico si presentano anche per il fatto che alcolismo spontaneo non è provocabile sperimentalmente nell’animale come avviene invece per altre malattie.

Si è tentato di sviluppare la Corinne sperimentale negli animali però ciò è stato possibile realizzare solo sottoponendole caviglia lo stress biologico ad esempio lo stesso motivo presente quotidianamente dell’uomo.

Diminuendo o eliminando i vari fattori di stress si registra un ritorno alla normalità e conseguente cessazione di assunzione alcolica.

All’una smodato del bere subentra la tossicodipendenza alcolica che porta inevitabilmente a turbe psichiche e fisiche con perdite di trattore decisivi: volontà, forza e capacità reattiva.

L’aggravvio della malattia alcolica viene così esteso al gruppo familiare alla società che devono farsi carico nel dare all’alcolista l’equilibrio e la fiducia in se stesso in modo da portarlo ad essere un elemento creativo e produttivo all’interno di quella realtà abbandonata nel decorso della malattia.

Erroneamente si pensa che l’alcolismo sia legato esclusivamente alle fascie del sottoproletariato della sottocultura in generale mentre l’estensione del fenomeno tocca tutti i ceti sociali.

In nessun caso si deve levare i pregiudizi inesorabili, la stima, la rispettabilità, la capacità lavorativa di questi malati che una volta trattate rientrano nella normalità.

Il comportamento delle persone appartenenti ai vari gruppi sociali può essere più o meno positivo e quanto più positiva se risulta tanto più la singola persone si trova vicino al centro del cerchio sociale.

Alla periferia del cerchio si trovano individuo e gruppi di emarginati frange sottoculturali, personalità che con il loro comportamento possono arrivare fino alla criminalità organizzata. Nei gruppi marginali si trovano spesso molti alcolisti e dipendenti da droghe.

Quando un individuo incomincia bere inizia con il proprio comportamento il suo tragitto verso il gruppo degli emarginati.

Il passaggio nel gruppo degli emarginati ovviamente non è improvviso ma graduale o addirittura , nonostante l’alcolismo, esso può anche non avvenire.

Il movimento verso la periferia della società dovrebbe essere impedito molto prima dell’accertamento diagnostico dell’alcolismo senza attendere quindi che si instaurino i gravi ed irreparabili disturbi di ordine sanitario o sociale.

Accade spesso che parallelamente al l’individuo la famiglia intera posso trovarsi nel gruppo marginale.

Il modello medico della lotta contro l’alcolismo ancora oggi si orienta prevalentemente verso la cura sintomatica e dell’alcolista: ciò significa spesso attendere che la malattia alcolica si manifesti chiaramente prima di iniziare il trattamento ma chiudendo spesso ogni possibilità di riabilitazione completa.

Questo è il motivo per cui oggi l’approccio medico tende ad essere sostituito da un altro tipo di intervento che prevenga in tempo ogni possibile sviluppo della malattia alcolica e i gravi deterioramente medici sociali che la caratterizzano.

Tale modello viene definito modello medico sociale.

Lo sviluppo della malattia alcolica viene accompagnato da molti segnali  grazie ai  quali è possibile individuare alcune fasi.

Il cambiamento della tolleranza verso l’alcol rappresenta una caratteristica relativamente costante di alcune fasi del bere e della dipendenza dall’alcol.

Le Malattie dell’alcol: l’allucinosi nell’alcolista

Allucinosi dell’alcolista.

Alterazioni Nervose e psichiche in conseguenza all’alcolismo.

Si tratta di una grave malattia psichica che insorge nell’alcolista.

La malattia accompagnata da sgradevole allucinazioni visive  e soprattutto uditive.

Il malato in genere sente voci alle quali non può restare indifferente, perché lo minacciano i vari modi.

Le allucinazioni possono accompagnarsi anche ad altre turbe psichiche.

Questa malattia va curata in ospedale.

A volte si registrano miglioramenti relativamente rapidi, ma In altri casi i danni psichici possono persistere definitivamente.

Alcuni pensano che l’allucinosi appartenga al gruppo della schizofrenia e pertanto non sarebbe da includere tra le complicazioni alcoliche.

Altri pensano che una parte delle cosiddette allucinosi alcoliche sia dovuto lesioni organiche del cervello.

 

Tratto da: Vincere l’Alcolismo- una moltitudine di esistenze bruciate, la pace perduta di molte famiglie, un nemico troppo spesso sottovalutato. La necessita di conoscrere ciò che si deve sconfiggere – Vladimir Hudolin – PIEMME edizioni 1993

 

Le Malattie dell’alcol: la gelosia e la psicosi di persecuzione 

l’allucinosi dell’alcolista

Le Malattie dell’alcol: la gelosia e la psicosi di persecuzione

Alterazioni nervose e psichiche in conseguenza dell’alcolismo.

La gelosia dell’alcolista.

È una complicazione molto frequente dell’alcolismo.

Si può dire che un sentimento di gelosia caratteristico dell’alcolista: la gelosia patologica dell’alcolista finisce per trasformarsi qualche volta in vera e propria malattia psichica.

Ciò rende impossibile la vita di lavoro sia lo stesso alcolista sia ai membri della sua famiglia.

Aggressioni alla moglie, causate dalla gelosia, assumono forme veramente assurde spesso impossibili da sopportare, le quali possono anche arrivare ad attacchi fisici alle persone all’omicidio.

La gelosia dell’alcolista spesso è la causa principale è la dissoluzione della sua famiglia, tanto è vero che, quando l’ammalato smette di bere,, la situazione di solito migliora notevolmente.

La psicosi di persecuzione.

A volte, però, la gelosia patologica, nonostante l’ammalato abbia smesso di bere, sfocia in una grave alterazione psichica di carattere durevole, che prende la forma di psicosi paranoide (delirio di persecuzione).

Vi sono altre forme di gelosia, che possono essere infantili ed irreali, ad esempio quando l’alcolista accusa la moglie, anziane ammalata, di adulterio e con ogni persona che incontra per caso.

Si tratta di solito delle cosiddette idee di persecuzione ( idee paranoidi).

Il malato Infatti sospetta di chiunque lo circondi, sviluppando la costante paura di essere perseguitato, di essere ucciso da qualcuno e così via.

Quando si arriva ad uno stadio così grave, di solito la completa guarigione non è più possibile.

Nei casi più gravi è urgente un trattamento ospedaliero ed una sorveglianza assidua, poiché l’ammalato può essere pericoloso per se stesso e per quanti lo circondano.

 

Tratto da: Vincere l’Alcolismo- una moltitudine di esistenze bruciate, la pace perduta di molte famiglie, un nemico troppo spesso sottovalutato. La necessità di conoscere ciò che si deve sconfiggere Vladimir Hudolin.

 

Le Malattie dell’alcol: la psicosi di Korsakoff

 

gelosia dell’alcolista la psicosi di persecuzione di solito la completa guarigione non è più possibile.

Perchè bisogna scrivere sull’Alcolismo di V. Hudolin (1981)

Breve conversazione con il Lettore…

'Perchè bisogna scrivere sull'Alcolismo' è stato l'inizio del lavoro del Prof. Vladimir Hudolin del suo Libro 'Alcolismo' (Alkohlizam di Vladimir Hudolin- a cura della Jugoslavenska Medicinska Naklada Bibilioteka), ho voluto riportare il testo integrale e senza correzioni del suo pensiero del 1980. Si arrivò alla X edizione ovviamente sempre riveduta ed aggiornata. Il libro è pressochè introvabile.
Un attento e preparato lettore può notare come il 'disturbo da abuso di sotanze alcoliche' possa essere superatoefficacemente solo attraverso il cambiamento degli stili di vita.

Leggendo con attenzione si riscoprono ancora gli embrioni della lotta al disturbo da abuso di sonstanze alcoliche (alcolismo) ancora tristemente attuali…


Alcolismo di Vladimir Hudolin
Il lavoro denominato ‘Alcolismo di Vladimir Hudolin’ fu edito prima in lingua Croata e successivamente anche in lingua italiana. Arrivò allla X edizione.

L’alcolismo ed i molteplici problemi, connessi con il consumo di bevande alcoliche, risultano infatti, oggi, ancora più complessi per la medicina sociale.

L’alcolismo rappresenta la terza malattia per il numero di colpiti, preceduta soltanto dalle malattie cardiovascolari e dei tumori maligni, rispettivamente il primo e secondo posto.

Anche per quanto riguarda la mortalità l’alcolismo in alcuni paesi si trova al terzo posto.

In questa edizione, come nelle precedente devo scusarmi per un certo anacronismo dal momento che, come autore, nell’introduzione discuto con i miei lettori.

Sarebbe stato meglio permettere al lettore di valutare criticamente il contenuto del libro senza che l’autore ponendosi sulle difensive fin dall’inizio potesse influenzarne il giudizio.

Questo modo di scrivere è in parte determinato del timore di una possibile avversione iniziale del lettore.

Tra l’altro l’alcolista che leggerà questo libro certamente dirà che il suo consumo di bevande alcoliche moderato, permesso, accettato o come l’interessato spesso afferma: normale.

Le persone guardano in questa guisa il proprio consumo alcolico per cui se non ci fosse possibilità di discussione, molti riterrebbero immutata la propria opinione.

Infatti consumo di bevande alcoliche talmente legato alla vita di ogni giorno che uno si sente aggredito quasi personalmente quando se ne critica il bere e l’abitudine relativa.

Rifiutare l’offerta di un bicchiere viene considerato come un’offesa personale, per cui ho ritenuto indispensabile fin dall’inizio prendere una chiara posizione di fronte al consumo delle bevande alcoliche.

Noi abbiamo accettato le norme comportamentali secondo le quali viene data una completa libertà di bere, mentre ci siamo del tutto scordati l’effetto per alcolista che  molte volte non può far conto sulla libertà di non bere e ciò spesso comporta gravi difficoltà all’alcolista, sprattutto nella fase iniziale della sua separazione dall’alcol, quando viene meno il consenso sociale a iniziare una nuova vita in astinenza.

E’ quasi impossibile scrivere sull’alcolismo e omettere di parlare delle bevande alcoliche e del ‘consumo moderato normale’ perché nonostante tutto non esiste alcolismo senza Alcol non esistono alcolisti senza consumatore moderati.

Credo che ognuno abbia sentito parlare dei danni che il bere e la malattia alcolica causano al singolo e alla società, ma pochi però conoscono la vera portata del pericolo del ‘bere moderato’.

Si afferma spesso che viene data troppa importanza ma vediamo se è proprio così.

Quando ho cominciato a scrivere su questo argomento avevo in mente prima di tutto, la prevenzione e poi la lotta contro l’alcolismo e la cura degli alcolisti.

Questa vuole essere, precisazione, quanto mai opportuna, onde evitare ogni possibile malinteso con i lettori.

Non vorrei che qualcuno pensasse che scrivo con l’intenzione di proporre il divieto al di consumo di bevande alcoliche.

Spetta eventualmente agli organi dello Stato e non a noi, nel corso del nostro colloquio, risolvere il problema che sia necessario oppure no proibire l’uso delle bevande alcoliche.

Leggendo il titolo, saranno, probabilmente in molti ad avere un gesto di stizza ed a  sospirare: ‘ancora un opuscolo sull’alcolismo!’.

A me sembra invece che si scriva e si discute troppo poco su questo problema e, come si può vedere, già all’inizio della nostra conversazione si accende la polemica.

Alcuni cominciano a bere già durante la gestazione poiché l’alcol arrivano valore attraverso il sangue della madre che durante la gravidanza beve..
tutti noi facciamo la nostra conoscenza con l’alcol fin dai primi giorni di vita da quando ci si trova dove a partecipare, sia pure marginalmente, al bere in famiglia e ai brindisi degli amici che festeggiano la nostra nascita.

Questa nostra partecipazione al bere continua per tutta la vita.

Qualche volta il contatto con il bere non è solamente marginale se qualcuno dei festeggiati o dei familiari talvolta trovo opportuno un ‘assaggio‘ anche al neonato.

Vorrei pertanto chiarire qualche opinione sul problema avanzata da alcuni autori in base alle ultime ricerche.

E’ stato delle vericato che anche il bere moderato della gestante nei primi mesi di gravidanza può risultare pericoloso per il bambino poiché, a volte può provocare lesioni fetali che rientrano in quella sindrome denominata ‘fetopatia alcolica’ oppure ‘embriopatia alcolica’.

Vorrei porre alcune domande sull’alcolismo che forse potranno interessare il lettore e lo potranno indurre a leggere attentamente questo libro.

Cercherò inoltre le risposte da dare in base alle dimostrazioni scientifiche su pericolo e sul danno che può comportare il bere alcolico fino ad arrivare all’alcolismo, inteso quale conseguenza di Maggiore entità.

Il lettore dovrà puoi aver chiaro il proprio punto di vista.
Alla maggior parte delle persone non fa difetto tanto la conoscenza sulla pericolosità dell’alcol quanto una presa di posizione di un comportamento risoluto nei confronti delle bevande alcoliche.

Questo libro intende in tal caso motivare il lettore a rivedere la sua posizione.

Il Libro dovrebbe avere un ruolo educativo per il lettore con particolare riguardo l’educazione sociale sanitaria. La sola lettura del libro può non essere sufficiente per indurre un cambiamento comportamentale, per cui proporei ai lettori di visitare anche uno dei club più vicini degli Alcolisti Trattamento, dove potrà verificare ciò che in questo libro ho cercato di esporre.

La visita Club degli alcolisti in trattamento è utile a tutti i lettori siano essi consumatori moderati che alcolisti.

Il lavoro scientifico nel campo dell’alcolismo è sempre più ampio e i dati in proposito sono sempre più ricchi.

Nel momento in cui scrivo sia sicuramente giunti a nuove conoscenze sull’alcolismo necessario inserire continuamente nuove acquisizioni scientifiche nel nostro lavoro quotidiano. Il libro dovrebbe perseguire anche questa finalità.

Non vorrei però che quando sto’ affermando avesse un carattere puramente propagandistico.

Tutti sanno che la propaganda è una cosa strana e spesso ognuno di noi la concepisce a suo modo.

Questo fatto è illustrato bene dal racconto del ‘pescatore di Filadelfia’.

Si narra  che costui avesse scritto sopra il suo negozio ‘Qui si vende pesce fresco‘ e presto però i clienti uno dopo l’altro cominciarono a discutere sulla scritta sostenendo che alcune delle parti era superflua.  Così per  successive modifiche dalla scritta ‘si vende pesce fresco‘,  si arrivò a ‘si vende pesce‘ e poi solo ‘pesce‘. Uno dei clienti ritenne che nemmeno indicazione ‘pesce’ fosse necessaria perché si sentiva la puzza a km di distanza ed era possibile sapere che lì si vendeva pesce.

Questo esempio, forse anche banale, dimostra chiaramente quanto sia difficile valutare quali dati abbiano essere riportati in un libro come questo che tratta dell’alcolismo.

A un determinato lettore i dati esposti potrebbero essere più o meno noti, mentre ad un altro andrebbero invece offerte conoscenza maggiore di quelle esposte dall’autore.

Non desidererei che la lettura di questo mio libro forse limitata solamente alla parola ‘alcolismo‘ per il fatto che come era accaduto ai critici della scritta del negozio di pesce, dell’alcolismo ormai si suppone di sapere tutto.

E’ particolarmente difficile scrivere opere di questo genere poiché in un libro, concepito con finalità didattiche-scientifiche, bisogna esporre chiaramente e in modo accessibile a tutti, anche le più recenti conquiste in campo scientifico, a volte non ancora perfettamente note nemmeno agli addetti ai lavori e pertanto non universalmente accettate.

Chiunque intraprenda un lavoro didattico-scientifico deve tuttavia essere preparato alla critica e a rischio di non riuscire a riscuotere in ogni caso il consenso generale.

Io pure corro questo rischio!

Devo dire però che mi trovo in una posizione di relativo vantaggio rispetto a molti miei predecessori, poiché la soddisfazione sui volti dei bambini e quelle di molte famiglie in trattamento che vivono la vita in subrietà e inseriti nella società, mi ricompensa concretamente per tutti i dispiaceri e le difficoltà che ho avuto in questo lavoro.

Il modo con il quale vengono descritti l’Alcolismo e la lotta ingaggiata da tempo contro di esso sono il risultato di alcuni miei pensieri, maturati durante gli ultimi 35 anni e assunti come concetti basilari per lo sviluppo dei programmi comunali, rivolti al controllo dei problemi alcolcorrelati.

Alcolismo di Vladimir Hudolin
Rifiutare l’offerta di un bicchiere viene considerato come un’offesa personale, per cui ho ritenuto indispensabile fin dall’inizio prendere una chiara posizione di fronte al consumo delle bevande alcoliche.

Detti programmi attualmente confluiscono nei programmi comunali per la protezione e miglioramento della salute mentale in generale.

Nell’ulteriore elaborazione della mia concezione sono stato coadiuvato dai miei collaboratori, da vari altri operatori sociali, da professionisti ma anche da alcolisti ed alle loro famiglie.

Una particolare cooperazione ed un costante apporto cui provengono dai ‘Club degli Alcolisti in Trattamento’ che assieme ai miei collaboratori o ha costruito ancora nel 1964.

Desidero sottolineare la collaborazione dell’ assistente sociale Alemek, la quale fin dall’inizio ha collaborato alla costituzione dei ‘Club degli Alcolisti in Trattamento’ e quella del dottor Branco Lang, che fino ad oggi è rimasto mia collaboratore ed amico insieme a tanti altri.

Sull’alcolismo e sul bere esistono molti pregiudizi.

Da una parte molto diffusa la credenza che l’alcol non sia poi tanto pericoloso e dall’altra si dice che all’alcolista non si può dare l’aiuto per il fatto che

‘una volta alcolista, egli è destinato a rimanere permanentemente alcolista.

E’ necessario ora dire che consumo degli alcolici con porta spesso difficoltà e gravi danni al singolo, alla sua famiglia e dalla società, al punto che il bere può essere pericoloso anche in assenza di una vera e propria malattia alcolica.

D’altronde l’alcolista può essere trattato con successo e riabilitato se viene intrapreso tempestivamente anche un adeguato trattamento familiare e i risultati sono spesso migliori di quelli che si conseguono nella cura di altre malattia croniche.

Leggi anche le 12 domande sull’Alcolismo del Prof. Vladimir Hudolin nel 1981

Approcio Ecologico Sociale

Spiritualità Antropologica-Prof. Hudolin

Cosa sono i Club Acat

L’elemento fondante del metodo del Prof. Hudolin per i problemi alcolcorrelati e complessi si basa sul lavoro delle famiglie nei club.

Il Prof. Vladimir Hudolin, psichiatra croato, ha sintetizzato un ‘metodo’ contro l’alcolismo che principalmente si pone l’obbiettivo di ‘fare smettere di bere’ ma, come fine ultimo, quello di proseguire nel suo percorso interiore di sobrietà permanente per tutta la famiglia.

L’obbiettivo è quello di smettere per sempre di bere e di assumere sonstanze psicotrope che troppo spesso sono associate all’alcol.

I club sono frequentati  dagli alcolisti e dale famiglie degli alcolisti insieme. Un insieme di Club del territorio si riuniscono in un ACAT.

I club si basano su un principio ecologico-sociale, dinamico e aperto ai cambiamenti, che si modifica continuamente, configurandosi in una longitudinale dinamica di sviluppo.

Lo sviluppo dei club è condizionato dalla necessità di trovare un modo più efficace di trattare le famiglie nel cui ambito insorgono problemi alcolcorrelati e complessi.

La bibliografia presenta quasi 50 differenti approci oggi e il metodo Hudolin è solo uno di questi.

L’approccio ecologico sociale è molto dinamico, e cambia sotto l’influenza di un gran numero di fattori esterni, tenuti in base a:

  • ricerche scientifiche
  • la legislazione sanitaria
  • le condizioni politiche sociali
  • le esperienze pratiche (principalmente).

Anche se necessario, il coordinamento del lavoro dei club degli alcolisti in trattamento incontra numerose e varie difficoltà.

I Cat (Club degli alcolisti in trattamento) sono concepiti come comunità multifamiliari composte da un numero massimo di 12 famiglie in continuo cambiamento dello stile di vita, di crescita.

Si deve ricordare che il CAT viene sottoposto a una suddivisione dopo l’entrata della tredicesima famiglia.

L’autonomia dei club non può causare una serie di problemi concernenti i rapporti con l’associazione della quale i Club fanno parte e con i servizi pubblici con i quali devono collaborare.

Azioni pubbliche e private cercano spesso di prevaricare club.

Nonostante tutto questo l’autonomia dei club è una condizione preliminare fondamnetale per la sua attività, per la crescita e la maturazione delle famiglie che ne fanno parte.

Crescita e maturazione dell’alcolista e della sua famiglia cominciano nel club, ma si realizzano a casa e nell’ambito della comunità locale, gli operatori pubblici, le famiglie stesse, tendono spesso a trasformare i club in un gruppo chiuso in cui si organizza la cura.

La riabilitazione dipende in parte della Formazione classica e dell’atteggiamento dei quadri medici e dalla cultura sanitaria prevalente nella comunità territoriale.

I club sono comunità che riuniscono persone e famiglie differenti per sesso, età, educazione, professione, comportamento verso gli alcolici e gli stili di vita.

E’comune a tutti i membri del club solamente il problema alcol.

Alcuni pensano che i club andrebbero organizzati in base alla caratteristica predeterminante dei membri e del livello sociale di essi: questo è un errore in quanto la società deve essere il più possibile rppresentata all’interno del metodo e dei club.

Il club deve essere una esperienza reale, multifamiliare, di confronto.

Come base a un concetto che vede i problemi alcol-correlati come tipi di comportamento diversi, differenti, difficoltà causate da relazione difficile da interazioni di sistemi ecologici nella famiglia, nella comunità locale e nel gruppo di lavoro.

Ne segue che l’intero sistema, nel cui ambito rientra l’alcolista, deve fare parte del trattamento, non perché costituito da malati alienati, ma come parte della Comunità a pieno diritto.

Secondo la teoria ecologico sociale, il consumo degli alcolici è un tipo di comportamento.

È più facile, sia per gli operatori professionali preparati in modo tradizionale che per le famiglie, accettare il concetto dell’alcolismo come malattia.

Questo atteggiamento libera da ogni responsabilità e riduce al minimo la partecipazione attiva al trattamento.

Per questa ragione il termine terapeuta all’inizio veniva usato ma sostituito poi da servitore insegnante del Club.

Il termine terapeuta venne abbandonato in quanto non  ci fu la necessità di curare nulla in quanto l’alcolismo non viene definito come malattia ma come disturbo del comportamento.

I Club sono organizzati a scopo di realizzare e psichiatrizzare il trattamento è di assicurare una libera crescita e maturazione di tutti i membri.

Il servitore insegnante come catalizzatore può aiutare e facilitare il processo di cambiamento del comportamento del famiglia ma non può curare le malattie indotte e secondarie causate dall’alcolismo.

Il Club si riunisce una volta alla settimana, di regola per 1 ora e mezza.

A turno i membri parlano e dicono cio che vogliono ed eventualmente alla fine del loro intervento gli altri membri interagiscono se lo credono opportuno.

Un membro alla volta, a turno, stila il verbale della seduta dove si segnano i presenti e gli argomenti principali che servira eventualmente come traccia per il conduttore la volta seguente.

Chi scrive il verbale ha facoltà di gestire sequenza e tempi del club successivo e si definisce il ‘Conduttore’.

Il verbale è un forte catalizzatore del processo di maturazione della persona (ai Club il verbale si redige a rotazione).

I club possono essere composti da massimo 12 famiglie, oltre è necessaria la divisione in due club di  famiglie pronte per crescere ancora a 12.

Dove sono i Club

 Il Club è… parte I°

I Club degli Alcolisti: istruzioni per l’uso parte II°

 

 

Il Congresso di Assisi di Spiritualità Antropologica – 9/11 maggio 2020

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Aspettando Assisi 2020

Spunti e Testimonianze dai Club in tempo di Covid-19

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Con il contributo di tutte le Famiglie dei Club Acat:

-di chi ha partecipato

-di chi ha scritto

-di chi avrebbe voluto farlo

Buongiorno!
Ecco l’ultimo tema che vi proponiamo “Come salviamo, curiamo la bellezza del mondo e nel mondo”

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Lo strano, nuovo e difficile tempo che stiamo vivendo ci ha obbligati ad annullare il nostro annuale incontro ad Assisi. Ci ha fatto però anche scoprire che grazie al mondo digitale è possibile mantenersi in contatto e in questi due mesi sono sorte molte iniziative locali che cercano di rendere meno pesante il divieto di incontro fisico. Abbiamo così pensato di far partire un percorso fatto di scritti, video, foto, disegni, che ci porti a sviluppare pienamente il tema “Il valore politico della sobrietà” nel Congresso del prossimo anno. Questo gruppo nasce appunto come un inizio di questo percorso. Il giorno venerdì 8 maggio verrà aperto e verrà data la possibilità a tutti di pubblicare. Verranno affrontati principalmente tre temi e ci saranno alcuni interventi preordinati. Questo il programma: – venerdì 8, dalle ore 14.00: Saluti istituzionali – sabato 9, mattina: “Come mi prendo cura nella quotidianità della sobrietà” – sabato 9, pomeriggio: “Come sostengo, curo politiche della sobrietà” – domenica 10, mattina: “Come salviamo, curiamo la bellezza del mondo e nel mondo” – domenica 10 pomeriggio: saluti finali

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I contributi Visuali:

I Saluti di Franco Marcomini:

Franco Marcomini: Nostalgia di Assisi

Franco Marcomini: Coltivare la bellezza nella relazione

La sobrietà e la Politica: una tensione ideale

I saluti di Padre Salezze:
I Saluti del Prof. Paolo Dimauro:
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222468484290223/?t=9
Padre Bernardo Gianni:
https://www.facebook.com/100010985312557/videos/1133805013662332/
La nostra amica Fabrizia ACAT di Portogruaro (la nostra pianista di Assisi) ci invia questa breve registrazione in onore del Congresso. Grazie Fabrizia!
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222478845349243/
Il Dott. Peppino Nicolucci sul tema della bellezza:
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222488351226884/

E noi aggiungiamo un ringraziamento a Valentino Patussi!
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222490515440988/

Il contributo del Vice Presidente della Toscana Simona Rossi :
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222485226668772/

Anche Valentino Patussi ci ha mandato io suo contributo! https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222486359937103/
Pia di Berardino:
Ciao Amici di “Verso Assisi 2021”.

Questo è il mio pensiero sui temi proposti.

Sono facilitatrice del Club di Ecologia Familiare “La Rinascita” di Tagliacozzo (AQ).

Buona lettura…☺️

Vivere la bellezza

Camminiamo felici su questo giardino di Eden

ma non calpestiamo alcun fiore

e l’abbondanza dilaga, quando al mattino

lodiamo il nostro Dio per essere vivi.

Distogliamo lo sguardo da spettacoli manipolanti

che hanno già danneggiato le giovani menti.

Passano le intemperie della vita

senza vincitori ne’ perdenti.

Con slancio vitale, uniti nell’ambiente

viviamo in armonia,

non prendiamo più del necessario.

Circondati dalla bellezza della semplicità

risorgeremo a vita nuova

senza menzogne e deliri di onnipotenza,

ma con umana umiltà

che sanifica, come una carezza protettrice,

questa terra offesa e trasfigurata.

Coltiviamo il candore, la libertà, la giustizia,

l’arte, la poesia e la passione per la vita.

Diretti verso il limite, ripensiamo tutto.

Mentre il buio si nutre dei colori dell’aurora

viviamo immersi in questa bellezza.

Lina Fenocchio
Ciao a tutti mi chiamo Lina Fenocchio di Cremona e sono servitore Club Città Nuova vi porto da parte delle famiglie un caro saluto. Oggi vi voglio coinvolgere sul significato sociale e personale di una parola “I CARE”per me molto importante per il benessere e responsabilità collettiva.
Anni fa’ in viaggio con amici decidemmo, di fermarci nel Mugello a Barberino e a piedi salimmo a Barbiana dove Don Lorenzo Milani ha costruito la scuola per i ragazzi del paese , un prete di frontiera rivoluzionario che credeva nella libertà attraverso l’istruzione è alfabetizzazione.
Ricordo ancora il mio stupore nel leggere sulle porte di ogni aula la parola I CARE che significa MI INTERSSA .
Mi chiedo oggi per me …. che significato ha questa piccola parola , l’interesse e’ un legame , e’ ciò che avvicina qualcosa o qualcuno… che invita alla partecipazione , al coinvolgimento . Un ponte che collega e permette il passaggio l’incontro con l’altro per potergli dire ci tengo mi
Interessa.
Con l’augurio che questo interesse possa arrivare al cuore ad ognuno di noivi mando un grande abbraccio.
I’CARE.
Lina Fenocchio
Matteo Cappelletto
Solo questa sera ho avuto modo di ascoltare e riflettere su molti spunti emersi nel corso di questi giorni, ho provato a riassumerli e vorrei condividerli con voi.
Vi ringrazio del lavoro, della passione, della forza.

In questi tempi solitari e impegnativi Una FINESTRA ha rappresentato molto del nostro mondo.
Ci ha tenuti in contatto con l’esterno. Ci ha fatto sentire forse meno soli.
Ci ha permesso di cogliere le sfumature fuori dai nostri spazi forzati. Ci ha permesso di cambiare aria.Ci ha permesso di non trascurare la BELLEZZA delle cose vere.
Di coltivare la voglia di uscire.
Di andare oltre ai nostri muri.

Ci ha permesso di sentire più vicine le RELAZIONI forzatamente lontane o trascurate.
Ci ha permesso di riscrivere le priorità.

Con SOBRIETÀ, con IMPEGNO, con NOI dentro.

Una finestra ci permette di guardare fuori o di guardare dentro?
Sicuramente ci permette di GUARDARE OLTRE.
Cambia la prospettiva, ma non cambia la VOGLIA.

Tante FINESTRE che si aprono al mondo.
Tante VITE che si cercano. Insieme. Una comunità fatta di persone, di esempi, di fiducia e di forza.

Con sempre più FINESTRE aperte.
Dentro e fuori, insieme.

Enri Trovati
…e cammina e cammina…cammina
Da dove veniamo?
Dove andiamo?
Cosa facciamo?https://www.facebook.com/100005864835498/videos/1512277508977729/

Crivellari Sandro

IL VALORE POLITICO DELLA SOBRIETA’

Sin dai tempi più remoti l’uomo ha sempre cercato di indirizzare il proprio intelletto verso un’azione per sviluppare un benessere superiore, un bene non solo personale ma un bene che appartenga alla dimensione di vita comune, dunque alla propria sfera famigliare e comunitaria.

Ma noi come tutti gli esseri viventi siamo un meccanismo davvero sofisticato ed estremamente delicato, il risultato a volte non coincide con le nostre aspettative, e negli ultimi 2000 anni tutto lo stress della vita ci ha portati a vivere come dei pendoli da un estremo all’altro non solo verso noi stessi, ma anche verso la natura e la terra che ci ospita.

Nostro malgrado tutti gli sforzi per ricercare un benessere spesso si vanificano con comportamenti errati, da questo disagio nasce l’opportunità e la necessità di intraprendere un nuovo cammino non più oscillante, ma equilibrato e soprattutto sobrio, da questa nuova consapevolezza germoglia dal nostro io un nuovo valore umano un nuovo noi, dove ognuno diventa un’immensa risorsa collettiva iniziando a lavorare e modificare il proprio comportamento in un agire sobrio.

Ma come orientarsi in questa miriade di strade che si prospettano all’orizzonte? Scegliere quella giusta non è affatto semplice, una scelta in base solo alla propria esperienza se pur di immenso valore forse non basta, si ha bisogno di una bussola, di un faro, che ci indichi la giusta rotta da intraprendere.

Si ha necessità di esperienze e testimonianze collettive da mettere a disposizione non solo per noi stessi ma per l’intera Società, un’ immenso patrimonio esperienziale maturato attraverso un percorso spesso di sofferenza e disagi.

Questo valore io e la mia famiglia lo abbiamo incontrato nel mondo dei Club e Acat , fari sparsi nel mondo ad indicarci la giusta via, una via di rispetto di ascolto e d’amore……….

Sandro Famiglia Club 150 A.c.a.t. Zona Ovest (TO)

Alessandro Toniolo
Buongiorno a tutti,
Chiedo scusa per il ritardo. Sono sicuramente fuori tempo massimo, ma prima di scrivere le mie riflessioni ho dovuto ragionarci un po’ su. Poichè adesso la mia mente è stracolma di pensieri, immagini, sensazioni… è arrivato il momento di liberarla un po’ e scrivere qualcosa.
Sono cattolico cristiano ma non praticante. Ho sempre considerato Assisi un posto molto speciale. Molto ‘religioso’, esclusivo, quindi sicuramente non alla mia portata. Mi sbagliavo. Quando sono venuto al congresso per la prima volta due anni fa, ho scoperto che in realtà Assisi è si un posto speciale, ma lo è perché si respira un’atmosfera di quiete ed intimità che non si ritrova da nessun’altra parte. Quando sono arrivato non conoscevo nessuno, ad eccezion fatta per poche persone che, come presidente di Acat ho incontrato ai forum, agli Interclub regionali o a qualche incontro a cui ho partecipato. Nessun problema: ho scambiato quattro chiacchiere un po’ con tutti ed era come se ci fossimo conosciuti da sempre.
I miei pensieri vanno al nostro essere Associazione, al Bene Comune, all’accoglienza al rispetto reciproco, al non lasciare indietro nessuno, al fare le cose (piuttosto che dirle)… Ad Assisi ho trovato tutto questo ed anche di più. Anche mia moglie Francesca che è un po’ refrattaria a partecipare ad incontri di questo tipo, è venuta con grande entusiasmo.
Penso anche al fatto che tutti insieme siamo un popolo che può dire molto, specie in questo momento così difficile per tanti di noi. C’è chi è senza stipendio da 2 mesi, chi ha perso il lavoro, chi lo stava cercando ma ora è diventato impossibile trovarlo. Tutte ragioni che spingono verso la bottiglia o altri ‘supporti’. Per cui grande è la nostra attenzione verso gli amici in difficoltà.
Bellezza, sobrietà, amicizia sono aggettivi che mi piacciono molto, perché rappresentano ciò che noi siamo diventati dopo aver cambiato le nostre abitudini, il nostro stile di vita. Le relazioni (sane) arrivano di conseguenza, ed il Congresso di Assisi rappresenta il punto più alto nelle relazioni interpersonali, la trascendenza del proprio essere ‘umano’.
La Politica, quella vera, non quella farcita di odio e notizie false che spopola su internet, è la sintesi di tutto questo, mettendo la persona al centro di tutto.
Magari noi con il nostro essere sobri, belli (dentro e fuori) e rispettosi di noi stessi e degli altri non cambieremo il mondo. Però almeno possiamo gettare il famoso sassolino nello stagno… e vedere cosa succede.Alessandro

Acat Basso Vicentino

Alina Ioana ha condiviso un link.
Ecco un grafico interattivo che mostra e fa “toccare con mano” il grande divario economico tra noi e un super ricco mondiale.
Il valore politico della sobrietà è anche attivare racconti che rendano più sobri la distribuzione delle risorse economiche.

La bellezza del nostro amico Danilo Salezze che stamattina durante la messa ha ricordato e dato la benedizione a tutti noi!

L'immagine può contenere: 1 persona, spazio al chiuso

 

Ilario Moretto

Dobbiamo vivere con grande speranza.

Nulla è più forte di questa.

La felicità appartiene a chi non dispera mai, qualsiasi cosa accada.

Tuly Sigalini
…e se incontri la Bellezza entraci, non stare fermo sul ciglio, per paura di non essere all’altezza.
In ogni cellula del tuo pensiero lei vive, ti respira, ama con te, anche se tu ancora non lo sai.
Cogliendola negli altri riconosci la tua, la rendi reale, la arricchisci, contaminandola con le tue sfaccettature.
Accendila con colori che tutti possano intuire, vedere, donala a chi incontri e prendine da loro, a piene mani, sarà un moltiplicare le emozioni, sarà colmare spazi vuoti che nemmeno sapevi di avere dentro.
Gli Altri, con la loro Bellezza, sono una parte di noi, si incastrano perfettamente nei luoghi delle nostre fragilità, perché anche loro ci sono uguali.
Non perdere questa opportunità, regalatela, come si fa dopo un periodo difficile e si cerca una gratificazione, la Bellezza è tutto quello che ti serve, la Bellezza sei tu …
– Tuly Sigalini
Foto mia – Assisi 2019

Giada Perna è con Federico Baretta.
Facciamo parte del club VITA NUOVA di Aprilia.. da 1anno e 4 mesi,viviamo in sobrietà..ed è una vita nuova,abbiamo imparato tanto,grazie a Barbara De Nuntis,Diamante America Protano,e tutto il club abbiamo abbracciato questo stile di vita che ci sta facendo vivere,insieme a questa famiglia da 4 mesi Federico sta combattendo anche contro qualcosa più grande di lui…ma né uscirà vittorioso..come dice sempre lui “ho smesso di bere questo sarà una passeggiata”… Aspettiamo Assisi 2021 con grande ansia,per noi sarà un nuovo inizio,e saremo più forti di oggi..insieme alla nostra grande famiglia… Grazie a tutto il club..e a tutti voi…
Mariella Bonello
Verso Assisi 2021 Domenica 10 maggio 2020
Come salviamo, curiamo la bellezza del mondo e nel mondo.
Buongiorno a tutti sono Mariella Bonello Club La Pace di Dronero in provincia di Cuneo.. Piemonte!!
Sono così felice di appartenere a questa grande famiglia dei Club e in questi giorni, tramite Fb ed il gruppo Verso Assisi 2021, toccare con mano quanto abbiamo voglia di parlarci, testimoniare la nostra vita, confrontarci su questo tema così impegnativo ed altrettanto bello di Assisi 2020.IL VALORE POLITICO DELLA SOBRIETA’..
Davvero questo gruppo è Assisi nel cuore, come indicatoci da Padre Danilo…Quanti volti conosciuti, belli, sto vedendo da venerdì e quante riflessioni belle sto cogliendo!! Arriviamo da due mesi duri di chiusura, paure, certamente molto difficili per molti di noi, complicati e duri per altri. .Non abbiamo più potuto incontrarci nelle nostre riunioni settimanali di Club…quanto ci manca la nostra stanza, la routine della raccolta delle presenze, il diario scritto e letto a turno( con vari sbuffi e tentennamenti quando arriva il proprio turno di impegno)…Si, siamo stati creativi, ci siamo incontrati virtualmente o con il telefono..non abbiamo mollato nel sentirci e preoccuparci reciprocamente.. ma manca molto la presenza fisica del gruppo..
Ora, in questi giorni saremmo stati ad Assisi, avevamo già prenotato, deciso per il viaggio..eravamo già lì con il pensiero, ma non sarà così quest’anno.. ed allora l’AICAT ( GRAZIE DAVVERO MOLTO) ci è venuta incontro permettendoci di incontrarci a distanza e mantenere vivo questo viaggio…
Il tema di stamattina è davvero interessante ed a questo proposito voglio partire con queste frasi di poeti che amo molto:
La Bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori
( Alda Merini)
La Bellezza è una forza che incute paura come la tempesta scuote al di sotto e al di sopra di noi la terra ed il cielo. La Bellezza è fatta di delicati sussurri parla al nostro spirito la sua voce cede ai nostri silenzi come una fievole luce che trema per paura dell’ombra. La Bellezza grida tra le montagne tra un battito d’ali e un ruggito di leoni. La Bellezza sorge da oriente con l’alba si sporge sulla terra dalle finestre del tramonto arriva sulle colline con la primavera danza con le foglie d’autunno e con un soffio di neve tra i capelli.(…)La Bellezza è un giardino sempre in fiore e una schiera d’angeli sempre in volo. La Bellezza è la vita quando la vita si rivela. ( Kahlil Gibran)
Si parla ora di come saremo noi, come sarà il mondo dopo questa pandemia..torneremo alla normalità? Cosa vuol dire ripartire? Io spero e voglio impegnarmi, con l’aiuto dei miei familiari e degli amici del club per una nuova vita, fatta molto delle cose che ho imparato in questo periodo: più silenzio, più meditazione, più bellezza, più consapevolezza del fondamentale, meno frenesia per il futile e il di più.
Sento che del bene sta venendo fuori anche da tutto questo brutto e abbiamo il dovere nei confronti di chi ha perso la vita, ha vissuto la solitudine, il dolore, la vergogna, il senso di colpa, di lottare ed impegnarci a cambiare ognuno qualcosa nella nostra vita. Questo sarà l’impegno da ora in avanti..e quindi..
Buon viaggio a tutti verso Assisi 2021

Da Giorgio
Val Della Torre 14/04/2020

LA SOBRIETA’ DIVENTA VALORE POLITICO NELL’IMPEGNO PER LA SALVAGUARDIA DEGLI EQUILIBRI ECOLOGICI E SOCIALI.

In questi anni, trascorsi assieme ed all’interno dell’ACAT, ho appreso moltissimi concetti e valori che sono fondamento del tendere alla sobrietà.
Da questi sono scaturite le modifiche comportamentali, che ho cercato di applicare all’interno della mia famiglia, del mio gruppo di lavoro, del mio gruppo di amici e, quando possibile, anche in ambiti di incontri meno “personali”.
Quando sono riuscito a farlo, vale a dire, quando il mio comportamento è stato il più aderente possibile ai valori fondamentali di amore, ascolto, tolleranza, rispetto, condivisione e sincerità, i risultati non hanno tardato a venire….tanto più ci ho creduto, tanto più sono stato felice di constatare come la mia stessa vita migliorasse. Così, quando l’empatia si è fatta reale, tutto è divenuto più chiaro e risolvibile.
Allora, se è vero che la sobrietà può essere lo stato a cui si tende, l’insieme che contiene tutti i comportamenti atti a rispettare il prossimo, il contesto sociale e, non per ultimo, l’ambiente fisico nel quale viviamo, ecco che diventa chiaro quanto essa stessa debba rappresentare il fondamento per sviluppare l’impegno nel salvaguardare i più deboli, umani o altre specie che siano, e l’ambiente nel quale tutti viviamo.
La parola politica, che oggi ha, purtroppo, un’accezione quasi esclusivamente negativa, è, invece l’insieme di tutte le nostre scelte quotidiane, di tutte le azioni che, direttamente o indirettamente permettono a tutti noi di cambiare e governare (cioè far funzionare), ognuno per il suo contributo, tutto l’insieme di cose che sopra ho citato.
E, riflettendoci, cos’è tutto questo insieme, se non il mondo stesso in cui viviamo e del quale molto spesso, ci lamentiamo?
A questo punto dell’osservazione su ciò che avviene ne scaturisce un ragionamento che, in qualche modo, diventa chiaro in me ma, allo stesso tempo, mi “inchioda” sulle mie responsabilità. Certo, le mie responsabilità!
Se io scelgo di vivere quanto più appieno possibile e quanto più tempo possibile i valori fondamentali della vita, tanto più le mie scelte saranno dettate, senza neppure farci caso, dal bene comune, da ciò che può cambiare in meglio il mondo nel quale vivo.
Mai, come in questo particolarissimo momento, gli avvenimenti mi aiutano a capire.
Un virus (elemento del tutto naturale) ha investito, prima un mondo più lontano (la Cina….è lontano…ma chissà cosa hanno fatto per prenderlo…), subito dopo, come una valanga, noi (la nostra Italia….del nord….del centro…del sud…..), e poi tutto il resto del mondo e dell’umanità. Se fossimo stati un po’ più altruisti, adesso ne avremmo giovato tutti!
Ciò chiarisce, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto tutti si sia importanti, soprattutto se ognuno riesce a pensare ed agire per il bene comune.
Ad esempio, se negli scorsi anni avessi scelto di combattere per dare un sostegno sanitario vero e migliore per tutti, oggi non ci sarebbe la stessa situazione critica negli ospedali e nelle strutture dove si ammalano e muoiono i nostri cari, i nostri nonni e tutti coloro che sono più sfortunati e deboli.
Lo stesso vale per il tessuto sociale in cui viviamo…bastava che io pensassi di più agli altri per scegliere poi di rimanere con più amici e meno oggetti da vivere da solo.
E l’ambiente fisico nel quale vivo? Beh, per questo la mia miopia è stata ancor più grande! Appartengo alla generazione che più di ogni altra ha influito negativamente sulle condizioni ambientali e che ha depredato ed insozzato il pianeta (acqua, terra, e cielo) come tutta l’umanità, dalla sua prima apparizione, non era riuscita a fare fin ora.
Quindi, sì, sono certo che se vogliamo ancora avere l’occasione per un mondo migliore, che più sia confacente alle nostre esigenze fondamentali, e non ai nostri interessi privati e personali, la Sobrietà è l’unico fondamento possibile affinché il nostro impegno divenga realmente politico (quindi vero, fatto di scelte e responsabilità) e permetta di salvaguardare davvero il complesso equilibrio ecologico sociale sul quale poter contare, per noi e per i nostri successori su questo pianeta.
NOI UMANI NON SIAMO I PADRONI MA, DAL MOMENTO IN CUI ABBIAMO DECISO DI PRENDERCI CIO’ CHE VOGLIAMO, DOBBIAMO ASSUMERCI LA RESPONSABILITA’ DELLE SCELTE CHE FACCIAMO!…PENA LA NOSTRA STESSA ESISTENZA..E CERTAMENTE, DA SUBITO, LA QUALITA’ DELLA NOSTRA VITA.

Giorgio

Liliana Bertolini ha condiviso il suo primo post.
Sono stata al convegno di Assisi nel 2013. Ho ascoltato racconti toccanti ed ammirato le tantissime persone che dedicano il loro tempo ad aiutare chi da solo non riesce a rialzarsi: un viaggio/esperienza indimenticabile! Grazie a tutti! ❤️
Elena Furgatto

Acat Portogruarese (Ve)-Paola Geretto-

Il valore politico della sobrietà

Verso Assisi 2021

Parlare di politica e sobrietà non è affatto facile perché questi due termini portano con se concetti complessi. Cercherò di definire ciò che intendo col termine di politica, termine antico usato già da Aristotele: la scienza e l’arte di governare cioè la teoria e la pratica che hanno per oggetto la costituzione e la direzione della vita pubblica, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato. Non solo: politica è l’impegno sociale, l’affermazione del bene comune, la volontà di eguaglianza e pari dignità tra tutte le persone qualsiasi sia la loro classe sociale, provenienza, religione, cittadinanza attiva e fare rete. Sobrietà, stando al vocabolario si riduce a qualità di chi è sobrio, avvero persona moderata. Per noi dei Club la sobrietà è molto di più: è uno stile di vita che ricerca il bene comune, la valorizzazione della unicità di una persona, il valore di ognuno, la dignità personale a fronte di una società che tende a massificare, spesso con valori effimeri. Per noi la ricerca del bello, della felicità sia nella vita quotidiana sia nel mondo che ci circonda ci fa apprezzare la bellezza quotidiana; di qui il valore del bello, del giusto e un rifiuto del superfluo. Da ciò deriva lo sviluppo del senso critico che ci spinge a dar voce ai problemi sociali. E proprio a partire dal dibattito sui problemi sociali, che fa parte della nostra idea di sobrietà, che ci congiungiamo con la politica poiché essere sobri tende ad influenzare la società che ci circonda con un grande movimento che rifiuta l’omologazione e anelita alla libertà di pensiero e di azione.

Beatrice Terrigno ha condiviso il suo primo post.

Buonasera a tutti, scrivo queste parole chiedendomi: riusciremo ancora ad abbracciarci? Sembra impossibile adesso e forse ci resterà addosso ancora per tanto tempo questa difficoltà innaturale.. riflesso di un comportamento imposto dalla situazione e che non riusciremo a dimenticare facilmente.

Invece l ‘abbraccio dovrà diventare il nostro lasciapassare per la vita che ritorna. Un rito propiziatorio per esorcizzare questo momento che ancora non è passato, ma soprattutto dobbiamo essere forti per affrontare l’incertezza che verrà.
Perché oltre all ‘abbraccio il virus ha in qualche modo contagiato anche la nostra idea di futuro …
è qui che penso alla “sobrietà “di come affronteremo questa nuova vita….alle scelte che dovremo fare…
E quanto sarà importante nei giorni che verranno stare insieme nel “bene “….perché solo se staremo insieme affronteremo questa tempesta con forza e determinazione.

Beatrice Terrigno (Acat Mestre)

Graziella Rizzetto
Sto pensando che questa mattina mi sento un po’ frastornata, così come gli altri anni al ritorno da Assisi. Tanti pensieri e riflessioni rispetto ai tanti post letti e ai video ascoltati e visti. Spero di contribuire con una riflessione personale prima che venga chiuso il gruppo. Nel frattempo è doveroso ringraziare tutti per l’organizzazione perfetta. Arrivederci ad Assisi 21/22/23 maggio 2021.GRAZIE
Franco Marcomini
Buona giornata all’insegna di una Bellezza da coltivare. Una Bellezza da liberare dall’angusto spazio effimero di una felicità momentanea, e farla volare nei luoghi più impensati, a volte tragici e dolorosi, a volte entusiasmanti e gioiosi. Cogliamo la Bellezza nel persistere di una ricaduta, volgendo uno sguardo sincero di vicinanza e di condivisione, senza giudizio. Costruiamo Bellezza anche nella sofferenza lasciandoci andare ad una relazione senza aspettative e senza finalità salvifiche, una relazione renda migliori e sappia sempre fare sorgere le ragioni della Vita, nella sua imprevedibile evoliuzione. Scolpiamo la Bellezza liberandola dal brutto che, a volte, la contiene. Facciamoci artisti che generano forme armoniose intrecciando fili disordinati e sparsi in modo disarmonico. Generiamo la bellezza nell’armonia del Giusti e del Buono nei luoghi nei quali sembra trionfare l’inestetismo dell’ingiustizia. Impariamo a contemplare la Bellezza esplorando, in punta di piedi ciò che non comprendiamo e ci sembra non avere un senso

Ed ecco il primo video della giornata, sul tema della bellezza. Grazie a Valeria Matteucci per il contributo!
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222478790147863/

Un saluto virtuale dal Club Rinascita di Cisterna di Latina perché anche se lontani siamo vicini con il cuore
Andrea Censi Maria Morelli @Maria candilio Maurizio Stecca Nadia Piva

https://www.facebook.com/bragoni/videos/10217406055652525/

Flaviana Conforto ci ha mandato questo video su una sua bellissima riflessione sul nostro tempo
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222485408193310/

Peppino Nicolucci ha condiviso il suo primo post.

grazie a tutte le persone che hanno permesso di rendere la presenza virtuale in Assisi come una grande comunita’ reale dove abbiamo potuto toccare con mano la grande potenza dei club e il grande dono dell’amicizia, solidarietà, impegno civile soprattutto in questo momento di mesta solitudine. Che questo possa essere un momento per riprendere il cammino nell’unità del pensiero e dell’azione liberandoci di ogni egoismo concettuale e ideologico…

buon lavoro aspettando Assisi 2021

Milva Ostolani

Brunella Leonessi

Il Club VITA NUOVA di Aprilia vuole partecipare a questo Congresso di “ASSISI 2020” condividendo il ricordo di Diamante Foresta, Servitore-Insegnante venuto a mancare il 22 giugno 2019, attraverso il video curato e realizzato da Cristian Biccari membro del nostro Club.

Diamante è stato per tutta la nostra comunità un esempio di sobrietà, sapendo tessere legami sinceri e validi con tutti, dalle istituzioni locali alle altre associazioni, sempre testimoni dei nostri eventi.

E’ stato esempio di disponibilità all’ascolto, alle richieste di aiuto, accogliendo il disagio, motivando e sostenendo le persone con il suo carisma.

“Sei arrivato come un chicco di grano e sei andato via come una spiga donando altri chicchi di grano pronti a germogliare. “

E’ questa la tua eredità, è questo ciò che ci hai lasciato.

Grazie dal Club VITA NUOVA

https://www.facebook.com/brunella.leonessi/videos/10215518785715867/

UmbertoeGiusy Miriello
Dopo un passato burrascoso che ho avuto e con i disordini comportamentali dovuti dalle sostanze oggi dopo un percorso in un sistema meraviglioso vivo la mia vita con la mia famiglia con serenità meglio dire con sobrietà, sia nel nucleo famigliare che nell’ambito del lavoro assaporando il valore è la bellezza della vita costruendo valori positivi e mettendoli in pratica nel club e nella comunità.Questo mi vuol dire come è importante e come è straordinario vivere in un sistema che ci distoglie dalle cattive abitudini facendomi essere una risorsa nella comunità e vivere una vita ordinata e semplice. Con questo voglio chiudere per dirvi che non sono solo fortunato ad aver lasciato le sostanze ma quando sono fortunato ad avere conosciuto un mondo meraviglioso…… Quello del club.
Infine un ricordo ad una persona straordinaria CIAO RENATO rimarrai nei cuori della Basilicata

Saluti da Michele Sforzina:
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222488320426114/

Tiziana Fanucchi Vice Presidente AICAT
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222464147821814/

Laura Padula

È un caso che il tema della bellezza capiti in coincidenza con il giorno della festa della mamma.

Le mamme che sono così belle nella loro forza e tenacia, capaci di sopravvivere a tutto, sostenere ogni peso e infondere la loro forza nei figli; le madri in grado di piangere in silenzio per il bene dei loro figli, capaci di andare incontro ad ogni fatica e far credere che non ci sia nulla di faticoso in quello che fanno. E le madri partoriscono figli che prenderanno le loro strade, a volte sbagliate, a volte diverse, a volte controverse, distanti dalla normalità. Partoriscono figli che si perdono per poi ritrovarsi, si ritrovano per perdersi ancora, finchè non si fanno scovare da qualcuno che li accoglie.

I club sono una grande madre, che accolgono, nutrono e partoriscono nuovi figli, nuove persone da dare al mondo, persone rinnovate rispetto al loro percorso di vita. La grande madre che accoglie anche il marcio, il dimenticato, il soffocato, per dargli nuova luce e splendore.

Può essere questo il mondo dei club, nella sua bellezza esistente, nel suo mondo circoscritto, ma aperto all’intero mondo.

Milva Ostolani

Un saluto un abbraccio ed un sentito grazie a tutte le meravigliose persone che ho incontrato lungo i virtuali sentieri che ci guidano VERSO ASSISI 2021….. Le vostre parole di bellezza e sobrietà mi hanno accarezzato l’anima e riempito la mente e il cuore 🙏❤️🌈

https://www.facebook.com/milva.ostolani/videos/1162883900719661/

Maria Santa Lorenzini
La Sobrietà ..la politica della Sobrietà ,la Bellezza
Riflessioni in solitudine …”Verso Assisi 2021”
Il covid e la quarantena imposta ,inaspettata ti mettono direttamente a confronto con la realtà la tua …( S.I…club di Roma ..psicoterapeuta nel quartiere dove vivo ) fatta soprattutto di sociale ,rapporti , realazioni .Ho una vita costellata di incontri storie ..successi ,delusione ,tristezza ..
il sociale la mia vita !Sicuro devi credere in qualcosa per avere la forza di non mollare ,in tempi normali ..in tempi di pandemia ti ritrovi improvvisamente sola ..🤦‍♀️Quanto tempo per me ! Per riflettere ..per capire ..allora mi sono chiesta ( oltre tante altre cose ) cos’è la Sobrietà per me ?? Non ho avuto il problema dell’alcol ma per motivi legati alla mia professione ho incontrato il mondo dei club nel lontano 1988 al San Camillo di Roma …ho incontrato la “ lotta “ alla Sobrietà …Non era la mia ..io mi sentivo Sobria ..non bevevo …anzi se devo dirla tutta ..l’approccio con l’alcol era divertente…avevo uno zio anziano che beveva di brutto e ne faceva di tutti i colori …compreso il fatto che scambiava i secchioni dell’immondizia per persone e a me questa cosa da adolescente …mi faceva un sacco ridere …Poi gli studi la laurea il tirocinio …l’incontro diretto con i membri di Club! Avrei dovuto incontrare la nostra mitica dott.Elvira Parasileno che quel giorno fatalità non venne ..ma vennero direttamente le famiglie del club
Fui introdotta da un medico alla Grande :”E’ una nuova dottoressa si occuperà di voi ..è bravissima “
Nella realtà tremavo come una foglia ..non sapevo nulla ! Ne chi erano le persone ne’ tanto meno avevo mai sentito parlare di alcolismo e del Prof .Hudolin …la nostra facoltà si fermava a Freud !!
Quello che mi è rimasto impresso di quel giorno e che mi ha dato l’input a continuare ad Esserci è stata la spontaneità delle famiglie !
Si sono aperte ,mi hanno accolto mi hanno trattato come una persona del gruppo !! Per prudenza ..io non avevo aperto bocca ! Fedele al giuramento che le parole per noi psicologi sono sacre !!
È passato tanto tempo da allora ..e sono rimasta nel club ..pur avendo fatto tante altre cose nella vita ..perché il Club mi ha fatto crescere come persona ..come donna ,mamma ,psicologa e chi più ne ha più ne metta ! Ho imparato l’ ascolto e la disponibilità ..ma non solo ..la messa in discussione e la mia Sobrietà !
Parto da me come ho imparato a fare nel Club ..non posso parlare di Sobrietà se non sono sobria ! Non solo se non sono libera dalle sostanze ,ma se assumo comportamenti che contraddicono la lotta e il rispetto per la vita ,l’Ambiente ,gli altri
Così ho imparato a cercare la “ mia sobrietà “ tutti giorni ed applicarla a tutto ciò che mi capita e la vita mi mette di fronte !!
Da un po’ di anni grandi prove mi sono state “ riservate “dalla vita : il terremoto,una brutta malattia di mio marito ..il covid ,la pandemia ..e tante altre cose che non sto qui a specificare …sarebbe troppo lunga !! Ogni volta mi chiedo perché ?? Perché a me ,a noi .. Come faccio ? Trovo sempre la stessa risposta …che mi viene dal Club ..apri il cuore al bello della vita ..Esserci ..cercando il modo di superare il problema guardandolo in faccia ..e cercando le soluzioni ..senza paura e /o scorciatoie ..ci sono tante cose belle che a volte non vediamo presi dall’egoismo o dai falsi valori !!
Ecco per me questa è’ sobrietà !! E tutti insieme come Comunità del Mondo dei Club e dei Valori ..altroché se possiamo fare politica !!
Rispettiamo le regole
Stiamo a casa ..usiamo le mascherine ..siamo distanti ma non lasciamoci Ne usciremo insieme piu forti di prima !!
Siamo fortunati abbiamo tanti strumenti in più per comprendere che la nostra salute e quella degli altri passa anche attraverso il nostro comportamento !! Tutto torna ..insieme ..anche se è difficile cambiare abitudini ..ma noi del mondo dei Club lo sappiamo e lo possiamo fare ! Forza a tutti noi !
Un abbraccio vi voglio bene ! Grazie di Esserci
Ph con Elvira Parasileno e alcuni soci fondatori prima Arcat Regione Lazio

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CGiulia Cencetti

ASSISI 2020

Sono Calciano michele membro di CLUB ” la Santa famiglia” serv.ins.Umberto Miriello

Buona sera innanzi tutto porgo un caro saluto con un forte abbraccio a tutti,vi dico che mi mancate come mi manca quel posto in terza fila dove ero solito sedermi,spero tanto che il 2021 ci riabbracciamo tutti per godere del sorriso dei vostri occhi.

COME MI PRENDO CURA NELLA QUOTIDIANITà DELLA SOBRIETà

Come ho letto il titolo mi è tornato in mente la frase che ho detto ad ASSISI,cinque anni addietro, la voglio ripetere poi vi spiego perché:

LA SOBRIETà NON è QUALCOSA CHE TI CADE TRA LE BRACCIA, MA SI CONQUISTA GIORNO PER GIORNO NEI TEMPI E NEI MODI CON TUTTE LE DIVERSITà DI OGNIUNO DI NOI.

Questa frase la ritengo come un seme di GRANO, che il contadino semina per poi avere il raccolto, non lo fa una sola volta, ma lo fa tutta la vita, DIO e salute permettendo.

GRAZIE UN CARO SAUTO A TUTTI

Michele Coro
Il valore politico della sobrietà………
Penso che questo sia un momento particolare, dove ognuno di noi merita di essere ascoltato. Dopo un periodo di isolamento sociale come questo, ognuno di noi può diventare il promotore di un nuovo modo di vivere il mondo con sobrietà. Ognuno a modo suo deve contribuire nel educare i più piccoli a vivere responsabilmente con valori sociali che si sono smarriti, travolti dalla frenesia consumistica dei nostri tempi. Tornare a mettere la persona e le relazioni al centro rispettando i naturali tempi di relazione e soprattutto ora che ci siamo riappropriati del nostro tempo e della sua importanza a trasmettere il valore del tempo ai più piccoli e a chi ci circonda……. Michele Coro
Alessandro Bandino

Buongiorno a tutti, a voi il nostro contributo su “Come mi prendo cura nella quotidianità della sobrietà” e “Come salviamo, curiamo, la bellezza del mondo e nel mondo”

Un caloroso saluto dall’ ARCAT Sardegna!

https://www.facebook.com/alessandro.bandino.39/videos/107250204321084/

Alessandro Bandino

Cari amici, vorremmo condividere con tutti voi un contributo fatto dalla Sardegna in occasione di questo “particolare” Congresso di Assisi! Buona visione!

https://www.facebook.com/alessandro.bandino.39/videos/106579321054839/

Cristina Belli

LA SOBRIETÀ È INSIEME 👨‍👩‍👦👨‍👩‍👧‍👦👨‍👨‍👧👨‍👦👩‍👧👩‍👩‍👧👨‍👨‍👧‍👧👨‍👨‍👧‍👦👩‍👦

Forza, impegnamoci nel dialogo! Il potenziale di un singolo individuo è illimitato. La fresca determinazione di una persona stimola quella di un’altra è di tante altre ancora, come onde concentriche , provocando un movimento di rigenerazione.
CLUB 161
Acat Cesena
Arcat Emilia Romagna

https://www.facebook.com/cristina.belli.58/videos/3338555072861481/

Maria Santa Lorenzini
La Bellezza salverà il mondo !
Grazie a tutti
Dopo Assisi ..una corsa sulla piana di Castelluccio …ci stava sempre
Qui il Signore …si è proprio divertito a dipingere …un quadro naturale fatto di fiori di mille colori !!
Anche quest’anno ,nonostante tutto ..la natura sta facendo il suo corso …e li …spuntano i primi fiori …Noi aspettiamo..per poterci spostare ..in Zona Cesarina …ovviamente ❤️😁😁💪💪Buon rientro nelle ns Comunità!E’stato bello Essere insieme

Simona Rossi
Salve a tutti. Ci siamo….in qualche modo ci siamo e credo che questo conti più di ogni cosa. La vita ci mette alla prova, ci chiede spesso se siamo in grado o meno di affrontare noi stessi, le nostre paure, i nostri timori e io credo che la risposta alla sfida che ci è stata fatta oggi sia proprio qui…in questo momento, sulle bacheche di ognuno di noi, nei video di ognuno di noi, nelle parole e nei cuori di ognuno di noi. CI SIAMO…questa è la risposta a questa sfida e niente e nessuno fermerà le nostre emozioni, la nostra voglia di esserci, gli affetti e i sogni perché sono racchiusi dentro noi stessi e si potranno chiudere le scuole, gli uffici, i negozi, le chiese ma nessuno potrà chiudere i nostri cuori.
Buon Assisi a tutti dovunque vi troviate, noi ci siamo.
Cisiamo#versoAssisi2021#ilfuturosiamonoi💪🏻
Simona
Acat Sesto Fiorentino-CampiBs-Peretola-Firenze
Ilario Moretto

Dalla mattina alla sera.Oggi e ancora domani. Agire di propria iniziativa .incontrare persone e istaurare il dialogo. Questo è il giusto modo di vivere per gli esseri umani

Roberto Uccelli

Il nostro pensiero sulla sobrietà : Club S.Giovanni di Chiaromonte.

Stefano Alberini

Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria.”

Una delle citazioni più condivise di Umberto Eco.

PierFranco Severi
Vorrei ringraziare tutti coloro che sono riusciti a portarci ad Assisi, ora se continuiamo per preparare il 2021 con tutto il materiale arrivato e che arriverà avremo un bellissimo ASSISI 2021

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Ornella Ancarani

L’alcolismo giovanile è un fenomeno che crea una particolare preoccupazione, perchè coinvolge tantissimi giovani e giovanissimi.

Affrontare il tema dell’alcolismo giovanile non è sempre facile, perchè ci si confronta con un problema che, spesso viene sottovalutato.

I giovani usano spesso l’alcol come una sostanza che dà “piacere” e che aiuta a trascorrere una serata con gli altri, poichè abbatte i freni inibitori e rende più “facile” comunicare.

Ciò che rende particolarmente preoccupante il problema dell’alcolismo giovanile è anche legato al fatto che fino all’età di 25 anni circa, nel corpo umano non sono ancora presenti gli enzimi destinati alla metabolilzzazione dell’alcol.

Le bevande alcoliche, quinidi, per i giovani risultano molto più nocive rispetto ad un adulto, perchè l’etanolo contenuto in tutte le bevande alcoliche , non può essere scomposto in sostanze più tollerabili.

Capita spesso, purtroppo, che di fronte ad un insuccesso scolastico, ad una lite familiare, per fare qualcosa di diverso in gruppo, per assomigliare agli adulti o per mille altri motivi, molti giovani cominciano a consumare alcol.

Questo modo di fare, però, se non viene affrontato tempestivamente porta facilmente all’insorgere di un “meccanismo di compensazione” e sfocia rapidamente in una vera e propria dipendenza.

Per tentare di risolvere il problema dell’alcolismo giovanile è necessario affidarsi a degli esperti, in modo tale da porre fine ad un fenomeno che può provocare come sappiamo gravi conseguenze.
In proporzione alla quantità assunta, l’alcol determina un crescente rallentamento dei riflessi oltre a una diminuzione della capacità di concentrazione. Il suo consumo provoca gravi danni agli apparati digerente, cardiovascolare, endocrino-riproduttivo. Ogni anno, in Italia, circa 40.000 persone muoiono a causa dell’alcol per incidenti stradali, domestici, sul lavoro e per malattie causate dal consumo cronico di questa sostanza (cirrosi epatica, tumori, infarto del miocardio, ecc.).
La scelta giusta è chiedere aiuto !
Molto importante è la collaborazione con le Associazioni di auto-mutuo aiuto Alcolisti Anonimi, Al-Anon (familiari di alcolisti) ACAT ( Associazione alcolisti in trattamento) ed eventualmente le Comunità terapeutiche specializzate !

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

Associazione Clubs Alcologici Territoriali (ACAT), formata da famiglie che hanno al loro interno almeno una persona che ha avuto – o che ha – problemi di dipendenza da alcol
Alcolisti Anonimi (AA), presente in tutte le regioni con circa 500 Gruppi, composta esclusivamente da alcolisti in recupero.
Gruppi Familiari Al-Anon, l’Associazione di promozione sociale composta da familiari e amici di alcolisti.

Laura Padula

Vorrei condividere un’esperienza vissuta presso l’ospedale di Parma, che ha dato la possibilità attraverso la scelta di psicologi, di far riavere ai familiari delle vittime di covid, i loro effetti personali.

Credo che in un momento di “bruttezza” e isolamento che stiamo vivendo, per rimanere nel tema della bellezza e della condivisione al mondo di questa, sarebbe bello che ognuno potesse entrare in questa storia narrata, e respirare, nonostante il lutto, il piacere del ricongiungimento.

La merendina dell’infanzia

D. arriva in anticipo rispetto all’orario del suo appuntamento ed aspetta fuori dalla porta. È una porta a vetri, classica porta da ospedale, che nasconde quello che c’è, dietro un vetro opaco.

D. aspetta che un operatore la faccia entrare per quel compito per cui è stata chiamata. Non doveva essere lei a ritirare gli effetti personali; sarebbe dovuto venire il padre, che per questioni di malattia, ha preferito delegare alla figlia questa delicata operazione.

D. è una ragazza giovane; guardo la sua carta d’identità. Mi affaccio, dico che sono pronta; ho appena finito un altro incontro con commozione. L’uomo che ho visto si è dato il permesso di piangere quando ha preso in mano e toccato gli oggetti che appartenevano a sua madre.

Faccio accomodare D; mi colpiscono sin da subito le sue spalle grandi e larghe rispetto alla sottigliezza del suo corpo, magro e snello. Potrebbe sembrare una nuotatrice ma non ha i muscoli che la definiscono come tale. Mi viene da darle del tu immediatamente, la differenza di età non credo che sia tanta; mi presento e le parlo di ciò che faremo insieme. Ho capito che è sempre importante presentarsi, dare un nome al proprio compito, e dare un nome al proprio volto. In quel momento stiamo diventando veicoli di un passaggio che altrimenti non ci sarebbe stato e quel veicolo ha bisogno di un nome per essere riconosciuto. Sarà un nome dimenticato probabilmente il nostro, sarà un nome come tanti, ma che in quel momento fa la differenza in questa rievocazione e creazione di un rituale che è mancato.

D inizia a piangere. La sola parola nonna o restituzione degli oggetti, la porta indietro nel tempo. Mi dice che è stato un periodo difficile; nello stesso tempo, oltre a sua nonna, ha perso il nonno e suo padre è stato male. Guardo le sue spalle larghe e penso a quanto abbiano resistito e dovuto sollevare e diventare ancora più grandi e più forti per sostenere il peso di una famiglia che stava male. Mi chiedo se il suo ruolo nella famiglia non sia proprio quello, da una vita intera per lei. D’altronde il corpo parla prima che le parole arrivino alla coscienza e prima che la coscienza abbia consapevolezza dei ruoli che ricopriamo nelle nostre famiglie.

D. continua a piangere, non smette e vorrei che non smettesse. Vorrei che si concedesse quel tempo con me per piangere sua nonna, per iniziare a salutarla dentro di lei. La guardo, senza fissarla. La guardo con tenerezza, con amore, con un bene che si crea senza conoscere l’altro, ma solo perché si stanno comunicando emozioni che vanno oltre ogni conoscenza. La mascherina che ho non mi permette di mostrarle il mio sorriso, ma so che gli occhi rimangono il canale attraverso cui posso mostrarle la mia vicinanza. Continuo a guardarla mentre piange. C’è molta dignità nel pianto di una persona, contenuta in lacrime che si concedono alla vista di un’estranea. D. piange e mi faccio raccontare un episodio bello che le ricorda sua nonna. Prende fiato, ritorna indietro con la memoria, i suoi occhi la seguono in questo revival di esperienze. Li vedo muoversi e incantarsi quando il ricordo arriva, ma li vedo bagnarsi ancora di più quando inizia a parlare. Ritorna al passato, ad un passato antico, un passato da bambina, dove forse il concetto di morte non era ancora contemplato. Da bambini ci aspettiamo mai che le persone più care a noi possano morire un giorno?

Mi parla di quando si recava da sua nonna e, ogni pomeriggio, la nonna Maria le dava una merendina da mangiare. Quello per loro era diventato un rituale. Qualunque esperienza che si ripeta e che sia carica di emozione può diventare un rituale. Buffo penso, ricordare un rituale quando invece un rituale per la morte della nonna non si è potuto verificare. Allora credo che sia importante che viva appieno questo momento di ricongiungimento. Mi sento onorata della sua presenza, dell’essersi così permessa di abbandonarsi alle lacrime e al dolore e avermeli mostrati. Non siamo mai grati abbastanza per la bellezza di ciò che gli altri ci offrono, anche quando ci concedono di scorgere la loro sofferenza interna, come se potessimo vedere il loro mondo interno attraverso delle fessure in cui entra la luce.

Le dico che apriremo il pacco insieme; sarò lieta di accompagnarla in questo pezzetto, io estranea di una situazione che non mi appartiene. Per un attimo sento che il suo lutto è anche il mio, per le persone che non ci sono più. Mi alzo, vado a prendere il pacco; gli altri operatori lasciano i pacchi su un mobile dopo che la persona è stata fatta accomodare. C’è un gran rispetto in questo, nel non mostrare sin da subito quello che li attende, nonostante tutti sappiano cosa bisognerà fare.

Non conosco neanche io il modo in cui gli effetti personali siano stati conservati; a volte trovo dei pacchi, altre volte dei sacchetti di stoffa, altre volte dei borsoni. Sono tutti contenitori donati da altre persone, per permettere la restituzione di questi oggetti. Mi domando se mai potremo diventare così benevoli e altruisti in situazioni canoniche, senza dover attendere o attivarci in situazioni di emergenza.

Gli effetti personali della nonna Maria sono contenuti in due borse di stoffa e in un pacchettino ricamato. Li prendo con cura, con garbo, voglio sfiorarli appena; a toccarli troppo mi sembra di profanarli. Non sono miei oggetti e come tali vanno trattati come qualcosa di sacro e prezioso.

Porto i sacchetti sul tavolo, li appoggio con delicatezza, dico a D. che è compito suo toccare ciò che le stiamo restituendo. Guarda per un attimo, che sembra eterno, quel materiale che racchiude gli ultimi istanti di vita di sua nonna. D. prende il sacchetto più piccolo, dentro ci sono gli occhiali e altri oggetti di ornamento che indossava. Ho imparato, dalla persona venuta prima di D., che quegli oggetti hanno un valore generazionale perché sono tramandati da nonni a nipoti e vive, dentro di essi, il ricordo di ogni generazione a cui sono passati.

Alla vista degli occhiali della nonna Maria, D. scoppia in lacrime, come se attraverso quegli occhiali ora potesse vedere meglio il suo dolore. Mi dice che gli occhiali sono quelli che rendevano sua nonna, la nonna Maria. Erano la sua caratteristica principale. Chissà cosa avrà spinto la nonna Maria a scegliere quel tipo di occhiali, che storia c’è dietro di essi, a quando risalgono, alle persone con cui era quando li ha scelti e comprati. Quante storie si nascondono dietro un semplice oggetto, necessario alla vista, ma caratteristico del volto di una persona.

D. apre con garbo gli altri due sacchetti, e mette fuori gli indumenti che la nonna indossava quando è entrata in ospedale. Mi emoziona la delicatezza con cui tocca gli oggetti, sembra quasi che li accarezzi. Vi è attaccato un cartoncino con il nome della nonna e toglie anche quello con delicatezza, quasi a non volerlo rompere, quasi a non creare ancora una volta uno strappo in tutta questa separazione. Le dico che ha tutto il tempo necessario per prendere contatto con quello che sta avvenendo, per dare uno spazio dentro di lei al dolore che sente; non c’è fretta, è il tempo per lei, il tempo del ricongiungimento, del saluto, dell’incontro e del lasciar andare. Vive in quel tempo sospeso tutto questo e lo posso vedere solo da fuori. Non mi addentro nel suo dolore, non ne ho il diritto e non è il mio ruolo. Non ci sono parole per descrivere questi momenti, non è necessario riempire i silenzi. Anche i rumori esterni mi sembrano troppi, assordanti, ci vorrebbe un silenzio sacro, lontano, un silenzio nel silenzio, un vuoto, dove nessun rumore possa interrompere quel frastuono di emozioni interne che invece di silenzio hanno bisogno. A volte cerco delle parole da dire, ma sono tutte superflue e banali. Capisco quindi che il silenzio di D. deve essere anche il mio, il mio interno, per accogliere dentro di me delle storie di vita, dei pezzi di storie di vita, a cui mi è concesso accedere e partecipare, ma a cui non mi è permesso entrare. Perché bisogna sempre chiedere il permesso per entrare nella vita degli altri.

Posso esserti affianco cara D. in questo momento? È un diritto che mi sono presa, frutto della scelta che ho fatto di rendermi partecipe di questa mansione. È un diritto ma lo sento come un dovere, civile e morale, etico e professionale, nel dare valore a quelle morti non piante in un letto di ospedale, in un clima dove solo il terrore vigeva e dove nemmeno l’ultimo saluto ai propri cari è stato concesso.

Non lo so se sono all’altezza di essere a fianco di questo dolore; non si è mai pronti per prestare il fianco al dolore dell’altro, per accoglierlo dentro di sé, per piangerlo insieme. Poi capisco che non ci sono competenze da professionisti da mettere sul campo; c’è solo l’umiltà di esserci, dell’esserci con l’altro.

D. si prende tutto il suo tempo, glielo concedo e lei se lo concede per la prima volta. Mi dice che quando è pronta andrà via, ma lo vedo dai suoi occhi che non è pronta per quanto voglia farmelo credere. Non c’è mai tempo abbastanza per concedersi al dolore; sempre troppe cose da fare, troppe cose a cui pensare, o troppo dolore a cui non voler pensare.

D. ad un tratto si alza, quando dentro di sé si è congedata con gli effetti personali di sua nonna. Mi ringrazia, ringrazia chi ha fatto questo lavoro di restituzione degli oggetti. Non c’è da ringraziare le dico, ma sono io che la ringrazio per avermi dato la possibilità di starle accanto, per essermi lasciata trapassare dal suo dolore che ho sentito vivo dentro di me, e per avermi regalato un pezzettino della sua storia con la nonna Maria.

Penso che quando mangerò una merendina, penserò a questa storia e alla possibilità di trovare nelle storie degli altri, pezzi delle proprie storie.

Enrica Fabbri

11 maggio alle ore 23:35

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Aspettando Assisi 2020

Spunti e Testimonianze dai Club in tempo di Covid-19

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Con il contributo di tutte le Famiglie dei Club Acat:

-di chi ha partecipato

-di chi ha scritto

-di chi avrebbe voluto farlo

Buongiorno!
Ecco l’ultimo tema che vi proponiamo “Come salviamo, curiamo la bellezza del mondo e nel mondo”

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Lo strano, nuovo e difficile tempo che stiamo vivendo ci ha obbligati ad annullare il nostro annuale incontro ad Assisi. Ciha fatto però anche scoprire che grazie al mondo digitale è possibile mantenersi in contatto e in questi due mesi sono sorte molte iniziative locali che cercano di rendere meno pesante il divieto di incontro fisico. Abbiamo così pensato di far partire un percorso fatto di scritti, video, foto, disegni, che ci porti a sviluppare pienamente il tema “Il valore politico della sobrietà” nel Congresso del prossimo anno. Questo gruppo nasce appunto come un inizio di questo percorso. Il giorno venerdì 8 maggio verrà aperto e verrà data la possibilità a tutti di pubblicare. Verranno affrontati principalmente tre temi e ci saranno alcuni interventi preordinati. Questo il programma: – venerdì 8, dalle ore 14.00: Saluti istituzionali – sabato 9, mattina: “Come mi prendo cura nella quotidianità della sobrietà” – sabato 9, pomeriggio: “Come sostengo, curo politiche della sobrietà” – domenica 10, mattina: “Come salviamo, curiamo la bellezza del mondo e nel mondo” – domenica 10 pomeriggio: saluti finali
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I contributi Visuali:

I Saluti di Franco Marcomini: https://youtu.be/cK4lKDyU66c
Franco Marcomini: Nostalgia di Assisi https://youtu.be/-QgaBvLVjLM
Franco Marcomini: Coltivare la bellezza nella relazione https://youtu.be/sjUU1rJc_bo
La sobrietà e la Politica: una tensione ideale
https://www.youtube.com/watch?v=KE3ojdiHqJg&feature=share&fbclid=IwAR3OwtMle6C5CyZlt0EE1II5eJQjlXLXVKGWVh1XmseWLfe5DbcL576tbFM
I saluti di Padre Salezze: https://www.facebook.com/100010985312557/videos/1133793740330126/?t=0
I Saluti del Prof. Paolo Di Mauro:
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222468484290223/?t=9
Padre Bernardo Gianni: https://www.facebook.com/100010985312557/videos/1133805013662332/
La nostra amica Fabrizia ACAT di Portogruaro (la nostra pianista di Assisi) ci invia questa breve registrazione in onore del Congresso. Grazie Fabrizia!
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222478845349243/
Il Dott. Peppino Nicolucci sul tema della bellezza:
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222488351226884/

E noi aggiungiamo un ringraziamento a Valentino Patussi!
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222490515440988/
Il contributo del Vice Presidente della Toscana Simona Rossi :
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222485226668772/

Anche Valentino Patussi ci ha mandato io suo contributo! https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222486359937103/
Pia di Berardino:
Ciao Amici di “Verso Assisi 2021”.

Questo è il mio pensiero sui temi proposti.

Sono facilitatrice del Club di Ecologia Familiare “La Rinascita” di Tagliacozzo (AQ).

Buona lettura…☺️

Vivere la bellezza

Camminiamo felici su questo giardino di Eden

ma non calpestiamo alcun fiore

e l’abbondanza dilaga, quando al mattino

lodiamo il nostro Dio per essere vivi.

Distogliamo lo sguardo da spettacoli manipolanti

che hanno già danneggiato le giovani menti.

Passano le intemperie della vita

senza vincitori ne’ perdenti.

Con slancio vitale, uniti nell’ambiente

viviamo in armonia,

non prendiamo più del necessario.

Circondati dalla bellezza della semplicità

risorgeremo a vita nuova

senza menzogne e deliri di onnipotenza,

ma con umana umiltà

che sanifica, come una carezza protettrice,

questa terra offesa e trasfigurata.

Coltiviamo il candore, la libertà, la giustizia,

l’arte, la poesia e la passione per la vita.

Diretti verso il limite, ripensiamo tutto.

Mentre il buio si nutre dei colori dell’aurora

viviamo immersi in questa bellezza.

Lina Fenocchio
Ciao a tutti mi chiamo Lina Fenocchio di Cremona e sono servitore Club Città Nuova vi porto da parte delle famiglie un caro saluto. Oggi vi voglio coinvolgere sul significato sociale e personale di una parola “I CARE”per me molto importante per il benessere e responsabilità collettiva.
Anni fa’ in viaggio con amici decidemmo, di fermarci nel Mugello a Barberino e a piedi salimmo a Barbiana dove Don Lorenzo Milani ha costruito la scuola per i ragazzi del paese , un prete di frontiera rivoluzionario che credeva nella libertà attraverso l’istruzione è alfabetizzazione.
Ricordo ancora il mio stupore nel leggere sulle porte di ogni aula la parola I CARE che significa MI INTERSSA .
Mi chiedo oggi per me …. che significato ha questa piccola parola , l’interesse e’ un legame , e’ ciò che avvicina qualcosa o qualcuno… che invita alla partecipazione , al coinvolgimento . Un ponte che collega e permette il passaggio l’incontro con l’altro per potergli dire ci tengo mi
Interessa.
Con l’augurio che questo interesse possa arrivare al cuore ad ognuno di noivi mando un grande abbraccio.
I’CARE.
Lina Fenocchio
Matteo Cappelletto
Solo questa sera ho avuto modo di ascoltare e riflettere su molti spunti emersi nel corso di questi giorni, ho provato a riassumerli e vorrei condividerli con voi.
Vi ringrazio del lavoro, della passione, della forza.In questi tempi solitari e impegnativi Una FINESTRA ha rappresentato molto del nostro mondo.
Ci ha tenuti in contatto con l’esterno. Ci ha fatto sentire forse meno soli.
Ci ha permesso di cogliere le sfumature fuori dai nostri spazi forzati. Ci ha permesso di cambiare aria.

Ci ha permesso di non trascurare la BELLEZZA delle cose vere.
Di coltivare la voglia di uscire.
Di andare oltre ai nostri muri.

Ci ha permesso di sentire più vicine le RELAZIONI forzatamente lontane o trascurate.
Ci ha permesso di riscrivere le priorità.

Con SOBRIETÀ, con IMPEGNO, con NOI dentro.

Una finestra ci permette di guardare fuori o di guardare dentro?
Sicuramente ci permette di GUARDARE OLTRE.
Cambia la prospettiva, ma non cambia la VOGLIA.

Tante FINESTRE che si aprono al mondo.
Tante VITE che si cercano. Insieme. Una comunità fatta di persone, di esempi, di fiducia e di forza.

Con sempre più FINESTRE aperte.
Dentro e fuori, insieme.

Enri Trovati
…e cammina e cammina…cammina
Da dove veniamo?
Dove andiamo?
Cosa facciamo?https://www.facebook.com/100005864835498/videos/1512277508977729/

Crivellari Sandro

IL VALORE POLITICO DELLA SOBRIETA’

Sin dai tempi più remoti l’uomo ha sempre cercato di indirizzare il proprio intelletto verso un’azione per sviluppare un benessere superiore, un bene non solo personale ma un bene che appartenga alla dimensione di vita comune, dunque alla propria sfera famigliare e comunitaria.

Ma noi come tutti gli esseri viventi siamo un meccanismo davvero sofisticato ed estremamente delicato, il risultato a volte non coincide con le nostre aspettative, e negli ultimi 2000 anni tutto lo stress della vita ci ha portati a vivere come dei pendoli da un estremo all’altro non solo verso noi stessi, ma anche verso la natura e la terra che ci ospita.

Nostro malgrado tutti gli sforzi per ricercare un benessere spesso si vanificano con comportamenti errati, da questo disagio nasce l’opportunità e la necessità di intraprendere un nuovo cammino non più oscillante, ma equilibrato e soprattutto sobrio, da questa nuova consapevolezza germoglia dal nostro io un nuovo valore umano un nuovo noi, dove ognuno diventa un’immensa risorsa collettiva iniziando a lavorare e modificare il proprio comportamento in un agire sobrio.

Ma come orientarsi in questa miriade di strade che si prospettano all’orizzonte? Scegliere quella giusta non è affatto semplice, una scelta in base solo alla propria esperienza se pur di immenso valore forse non basta, si ha bisogno di una bussola, di un faro, che ci indichi la giusta rotta da intraprendere.

Si ha necessità di esperienze e testimonianze collettive da mettere a disposizione non solo per noi stessi ma per l’intera Società, un’ immenso patrimonio esperienziale maturato attraverso un percorso spesso di sofferenza e disagi.

Questo valore io e la mia famiglia lo abbiamo incontrato nel mondo dei Club e Acat , fari sparsi nel mondo ad indicarci la giusta via, una via di rispetto di ascolto e d’amore……….

Sandro Famiglia Club 150 A.c.a.t. Zona Ovest (TO)

Alessandro Toniolo
Buongiorno a tutti,
Chiedo scusa per il ritardo. Sono sicuramente fuori tempo massimo, ma prima di scrivere le mie riflessioni ho dovuto ragionarci un po’ su. Poichè adesso la mia mente è stracolma di pensieri, immagini, sensazioni… è arrivato il momento di liberarla un po’ e scrivere qualcosa.
Sono cattolico cristiano ma non praticante. Ho sempre considerato Assisi un posto molto speciale. Molto ‘religioso’, esclusivo, quindi sicuramente non alla mia portata. Mi sbagliavo. Quando sono venuto al congresso per la prima volta due anni fa, ho scoperto che in realtà Assisi è si un posto speciale, ma lo è perché si respira un’atmosfera di quiete ed intimità che non si ritrova da nessun’altra parte. Quando sono arrivato non conoscevo nessuno, ad eccezion fatta per poche persone che, come presidente di Acat ho incontrato ai forum, agli Interclub regionali o a qualche incontro a cui ho partecipato. Nessun problema: ho scambiato quattro chiacchiere un po’ con tutti ed era come se ci fossimo conosciuti da sempre.
I miei pensieri vanno al nostro essere Associazione, al Bene Comune, all’accoglienza al rispetto reciproco, al non lasciare indietro nessuno, al fare le cose (piuttosto che dirle)… Ad Assisi ho trovato tutto questo ed anche di più. Anche mia moglie Francesca che è un po’ refrattaria a partecipare ad incontri di questo tipo, è venuta con grande entusiasmo.
Penso anche al fatto che tutti insieme siamo un popolo che può dire molto, specie in questo momento così difficile per tanti di noi. C’è chi è senza stipendio da 2 mesi, chi ha perso il lavoro, chi lo stava cercando ma ora è diventato impossibile trovarlo. Tutte ragioni che spingono verso la bottiglia o altri ‘supporti’. Per cui grande è la nostra attenzione verso gli amici in difficoltà.
Bellezza, sobrietà, amicizia sono aggettivi che mi piacciono molto, perché rappresentano ciò che noi siamo diventati dopo aver cambiato le nostre abitudini, il nostro stile di vita. Le relazioni (sane) arrivano di conseguenza, ed il Congresso di Assisi rappresenta il punto più alto nelle relazioni interpersonali, la trascendenza del proprio essere ‘umano’.
La Politica, quella vera, non quella farcita di odio e notizie false che spopola su internet, è la sintesi di tutto questo, mettendo la persona al centro di tutto.
Magari noi con il nostro essere sobri, belli (dentro e fuori) e rispettosi di noi stessi e degli altri non cambieremo il mondo. Però almeno possiamo gettare il famoso sassolino nello stagno… e vedere cosa succede.Alessandro

Acat Basso Vicentino

Alina Ioana ha condiviso un link.
Ecco un grafico interattivo che mostra e fa “toccare con mano” il grande divario economico tra noi e un super ricco mondiale.
Il valore politico della sobrietà è anche attivare racconti che rendano più sobri la distribuzione delle risorse economiche.

La bellezza del nostro amico Danilo Salezze che stamattina durante la messa ha ricordato e dato la benedizione a tutti noi!

L'immagine può contenere: 1 persona, spazio al chiuso

 

Ilario Moretto

Dobbiamo vivere con grande speranza.

Nulla è più forte di questa.

La felicità appartiene a chi non dispera mai, qualsiasi cosa accada.

Tuly Sigalini
…e se incontri la Bellezza entraci, non stare fermo sul ciglio, per paura di non essere all’altezza.
In ogni cellula del tuo pensiero lei vive, ti respira, ama con te, anche se tu ancora non lo sai.
Cogliendola negli altri riconosci la tua, la rendi reale, la arricchisci, contaminandola con le tue sfaccettature.
Accendila con colori che tutti possano intuire, vedere, donala a chi incontri e prendine da loro, a piene mani, sarà un moltiplicare le emozioni, sarà colmare spazi vuoti che nemmeno sapevi di avere dentro.
Gli Altri, con la loro Bellezza, sono una parte di noi, si incastrano perfettamente nei luoghi delle nostre fragilità, perché anche loro ci sono uguali.
Non perdere questa opportunità, regalatela, come si fa dopo un periodo difficile e si cerca una gratificazione, la Bellezza è tutto quello che ti serve, la Bellezza sei tu …
– Tuly Sigalini
Foto mia – Assisi 2019

Giada Perna è con Federico Baretta.
Facciamo parte del club VITA NUOVA di Aprilia.. da 1anno e 4 mesi,viviamo in sobrietà..ed è una vita nuova,abbiamo imparato tanto,grazie a Barbara De Nuntis,Diamante America Protano,e tutto il club abbiamo abbracciato questo stile di vita che ci sta facendo vivere,insieme a questa famiglia da 4 mesi Federico sta combattendo anche contro qualcosa più grande di lui…ma né uscirà vittorioso..come dice sempre lui “ho smesso di bere questo sarà una passeggiata”… Aspettiamo Assisi 2021 con grande ansia,per noi sarà un nuovo inizio,e saremo più forti di oggi..insieme alla nostra grande famiglia… Grazie a tutto il club..e a tutti voi…
Mariella Bonello
Verso Assisi 2021 Domenica 10 maggio 2020
Come salviamo, curiamo la bellezza del mondo e nel mondo.
Buongiorno a tutti sono Mariella Bonello Club La Pace di Dronero in provincia di Cuneo.. Piemonte!!
Sono così felice di appartenere a questa grande famiglia dei Club e in questi giorni, tramite Fb ed il gruppo Verso Assisi 2021, toccare con mano quanto abbiamo voglia di parlarci, testimoniare la nostra vita, confrontarci su questo tema così impegnativo ed altrettanto bello di Assisi 2020.IL VALORE POLITICO DELLA SOBRIETA’..
Davvero questo gruppo è Assisi nel cuore, come indicatoci da Padre Danilo…Quanti volti conosciuti, belli, sto vedendo da venerdì e quante riflessioni belle sto cogliendo!! Arriviamo da due mesi duri di chiusura, paure, certamente molto difficili per molti di noi, complicati e duri per altri. .Non abbiamo più potuto incontrarci nelle nostre riunioni settimanali di Club…quanto ci manca la nostra stanza, la routine della raccolta delle presenze, il diario scritto e letto a turno( con vari sbuffi e tentennamenti quando arriva il proprio turno di impegno)…Si, siamo stati creativi, ci siamo incontrati virtualmente o con il telefono..non abbiamo mollato nel sentirci e preoccuparci reciprocamente.. ma manca molto la presenza fisica del gruppo..
Ora, in questi giorni saremmo stati ad Assisi, avevamo già prenotato, deciso per il viaggio..eravamo già lì con il pensiero, ma non sarà così quest’anno.. ed allora l’AICAT ( GRAZIE DAVVERO MOLTO) ci è venuta incontro permettendoci di incontrarci a distanza e mantenere vivo questo viaggio…
Il tema di stamattina è davvero interessante ed a questo proposito voglio partire con queste frasi di poeti che amo molto:
La Bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori
( Alda Merini)
La Bellezza è una forza che incute paura come la tempesta scuote al di sotto e al di sopra di noi la terra ed il cielo. La Bellezza è fatta di delicati sussurri parla al nostro spirito la sua voce cede ai nostri silenzi come una fievole luce che trema per paura dell’ombra. La Bellezza grida tra le montagne tra un battito d’ali e un ruggito di leoni. La Bellezza sorge da oriente con l’alba si sporge sulla terra dalle finestre del tramonto arriva sulle colline con la primavera danza con le foglie d’autunno e con un soffio di neve tra i capelli.(…)La Bellezza è un giardino sempre in fiore e una schiera d’angeli sempre in volo. La Bellezza è la vita quando la vita si rivela. ( Kahlil Gibran)
Si parla ora di come saremo noi, come sarà il mondo dopo questa pandemia..torneremo alla normalità? Cosa vuol dire ripartire? Io spero e voglio impegnarmi, con l’aiuto dei miei familiari e degli amici del club per una nuova vita, fatta molto delle cose che ho imparato in questo periodo: più silenzio, più meditazione, più bellezza, più consapevolezza del fondamentale, meno frenesia per il futile e il di più.
Sento che del bene sta venendo fuori anche da tutto questo brutto e abbiamo il dovere nei confronti di chi ha perso la vita, ha vissuto la solitudine, il dolore, la vergogna, il senso di colpa, di lottare ed impegnarci a cambiare ognuno qualcosa nella nostra vita. Questo sarà l’impegno da ora in avanti..e quindi..
Buon viaggio a tutti verso Assisi 2021

Da Giorgio
Val Della Torre 14/04/2020

LA SOBRIETA’ DIVENTA VALORE POLITICO NELL’IMPEGNO PER LA SALVAGUARDIA DEGLI EQUILIBRI ECOLOGICI E SOCIALI.

In questi anni, trascorsi assieme ed all’interno dell’ACAT, ho appreso moltissimi concetti e valori che sono fondamento del tendere alla sobrietà.
Da questi sono scaturite le modifiche comportamentali, che ho cercato di applicare all’interno della mia famiglia, del mio gruppo di lavoro, del mio gruppo di amici e, quando possibile, anche in ambiti di incontri meno “personali”.
Quando sono riuscito a farlo, vale a dire, quando il mio comportamento è stato il più aderente possibile ai valori fondamentali di amore, ascolto, tolleranza, rispetto, condivisione e sincerità, i risultati non hanno tardato a venire….tanto più ci ho creduto, tanto più sono stato felice di constatare come la mia stessa vita migliorasse. Così, quando l’empatia si è fatta reale, tutto è divenuto più chiaro e risolvibile.
Allora, se è vero che la sobrietà può essere lo stato a cui si tende, l’insieme che contiene tutti i comportamenti atti a rispettare il prossimo, il contesto sociale e, non per ultimo, l’ambiente fisico nel quale viviamo, ecco che diventa chiaro quanto essa stessa debba rappresentare il fondamento per sviluppare l’impegno nel salvaguardare i più deboli, umani o altre specie che siano, e l’ambiente nel quale tutti viviamo.
La parola politica, che oggi ha, purtroppo, un’accezione quasi esclusivamente negativa, è, invece l’insieme di tutte le nostre scelte quotidiane, di tutte le azioni che, direttamente o indirettamente permettono a tutti noi di cambiare e governare (cioè far funzionare), ognuno per il suo contributo, tutto l’insieme di cose che sopra ho citato.
E, riflettendoci, cos’è tutto questo insieme, se non il mondo stesso in cui viviamo e del quale molto spesso, ci lamentiamo?
A questo punto dell’osservazione su ciò che avviene ne scaturisce un ragionamento che, in qualche modo, diventa chiaro in me ma, allo stesso tempo, mi “inchioda” sulle mie responsabilità. Certo, le mie responsabilità!
Se io scelgo di vivere quanto più appieno possibile e quanto più tempo possibile i valori fondamentali della vita, tanto più le mie scelte saranno dettate, senza neppure farci caso, dal bene comune, da ciò che può cambiare in meglio il mondo nel quale vivo.
Mai, come in questo particolarissimo momento, gli avvenimenti mi aiutano a capire.
Un virus (elemento del tutto naturale) ha investito, prima un mondo più lontano (la Cina….è lontano…ma chissà cosa hanno fatto per prenderlo…), subito dopo, come una valanga, noi (la nostra Italia….del nord….del centro…del sud…..), e poi tutto il resto del mondo e dell’umanità. Se fossimo stati un po’ più altruisti, adesso ne avremmo giovato tutti!
Ciò chiarisce, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto tutti si sia importanti, soprattutto se ognuno riesce a pensare ed agire per il bene comune.
Ad esempio, se negli scorsi anni avessi scelto di combattere per dare un sostegno sanitario vero e migliore per tutti, oggi non ci sarebbe la stessa situazione critica negli ospedali e nelle strutture dove si ammalano e muoiono i nostri cari, i nostri nonni e tutti coloro che sono più sfortunati e deboli.
Lo stesso vale per il tessuto sociale in cui viviamo…bastava che io pensassi di più agli altri per scegliere poi di rimanere con più amici e meno oggetti da vivere da solo.
E l’ambiente fisico nel quale vivo? Beh, per questo la mia miopia è stata ancor più grande! Appartengo alla generazione che più di ogni altra ha influito negativamente sulle condizioni ambientali e che ha depredato ed insozzato il pianeta (acqua, terra, e cielo) come tutta l’umanità, dalla sua prima apparizione, non era riuscita a fare fin ora.
Quindi, sì, sono certo che se vogliamo ancora avere l’occasione per un mondo migliore, che più sia confacente alle nostre esigenze fondamentali, e non ai nostri interessi privati e personali, la Sobrietà è l’unico fondamento possibile affinché il nostro impegno divenga realmente politico (quindi vero, fatto di scelte e responsabilità) e permetta di salvaguardare davvero il complesso equilibrio ecologico sociale sul quale poter contare, per noi e per i nostri successori su questo pianeta.
NOI UMANI NON SIAMO I PADRONI MA, DAL MOMENTO IN CUI ABBIAMO DECISO DI PRENDERCI CIO’ CHE VOGLIAMO, DOBBIAMO ASSUMERCI LA RESPONSABILITA’ DELLE SCELTE CHE FACCIAMO!…PENA LA NOSTRA STESSA ESISTENZA..E CERTAMENTE, DA SUBITO, LA QUALITA’ DELLA NOSTRA VITA.

Giorgio

Liliana Bertolini ha condiviso il suo primo post.
Sono stata al convegno di Assisi nel 2013. Ho ascoltato racconti toccanti ed ammirato le tantissime persone che dedicano il loro tempo ad aiutare chi da solo non riesce a rialzarsi: un viaggio/esperienza indimenticabile! Grazie a tutti! ❤️
Elena Furgatto

Acat Portogruarese (Ve)-Paola Geretto-

Il valore politico della sobrietà

Verso Assisi 2021

Parlare di politica e sobrietà non è affatto facile perché questi due termini portano con se concetti complessi. Cercherò di definire ciò che intendo col termine di politica, termine antico usato già da Aristotele: la scienza e l’arte di governare cioè la teoria e la pratica che hanno per oggetto la costituzione e la direzione della vita pubblica, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato. Non solo: politica è l’impegno sociale, l’affermazione del bene comune, la volontà di eguaglianza e pari dignità tra tutte le persone qualsiasi sia la loro classe sociale, provenienza, religione, cittadinanza attiva e fare rete. Sobrietà, stando al vocabolario si riduce a qualità di chi è sobrio, avvero persona moderata. Per noi dei Club la sobrietà è molto di più: è uno stile di vita che ricerca il bene comune, la valorizzazione della unicità di una persona, il valore di ognuno, la dignità personale a fronte di una società che tende a massificare, spesso con valori effimeri. Per noi la ricerca del bello, della felicità sia nella vita quotidiana sia nel mondo che ci circonda ci fa apprezzare la bellezza quotidiana; di qui il valore del bello, del giusto e un rifiuto del superfluo. Da ciò deriva lo sviluppo del senso critico che ci spinge a dar voce ai problemi sociali. E proprio a partire dal dibattito sui problemi sociali, che fa parte della nostra idea di sobrietà, che ci congiungiamo con la politica poiché essere sobri tende ad influenzare la società che ci circonda con un grande movimento che rifiuta l’omologazione e anelita alla libertà di pensiero e di azione.

Beatrice Terrigno ha condiviso il suo primo post.

Buonasera a tutti, scrivo queste parole chiedendomi: riusciremo ancora ad abbracciarci? Sembra impossibile adesso e forse ci resterà addosso ancora per tanto tempo questa difficoltà innaturale.. riflesso di un comportamento imposto dalla situazione e che non riusciremo a dimenticare facilmente.

Invece l ‘abbraccio dovrà diventare il nostro lasciapassare per la vita che ritorna. Un rito propiziatorio per esorcizzare questo momento che ancora non è passato, ma soprattutto dobbiamo essere forti per affrontare l’incertezza che verrà.
Perché oltre all ‘abbraccio il virus ha in qualche modo contagiato anche la nostra idea di futuro …
è qui che penso alla “sobrietà “di come affronteremo questa nuova vita….alle scelte che dovremo fare…
E quanto sarà importante nei giorni che verranno stare insieme nel “bene “….perché solo se staremo insieme affronteremo questa tempesta con forza e determinazione.

Beatrice Terrigno (Acat Mestre)

Graziella Rizzetto
Sto pensando che questa mattina mi sento un po’ frastornata, così come gli altri anni al ritorno da Assisi. Tanti pensieri e riflessioni rispetto ai tanti post letti e ai video ascoltati e visti. Spero di contribuire con una riflessione personale prima che venga chiuso il gruppo. Nel frattempo è doveroso ringraziare tutti per l’organizzazione perfetta. Arrivederci ad Assisi 21/22/23 maggio 2021.GRAZIE
Franco Marcomini
Buona giornata all’insegna di una Bellezza da coltivare. Una Bellezza da liberare dall’angusto spazio effimero di una felicità momentanea, e farla volare nei luoghi più impensati, a volte tragici e dolorosi, a volte entusiasmanti e gioiosi. Cogliamo la Bellezza nel persistere di una ricaduta, volgendo uno sguardo sincero di vicinanza e di condivisione, senza giudizio. Costruiamo Bellezza anche nella sofferenza lasciandoci andare ad una relazione senza aspettative e senza finalità salvifiche, una relazione renda migliori e sappia sempre fare sorgere le ragioni della Vita, nella sua imprevedibile evoliuzione. Scolpiamo la Bellezza liberandola dal brutto che, a volte, la contiene. Facciamoci artisti che generano forme armoniose intrecciando fili disordinati e sparsi in modo disarmonico. Generiamo la bellezza nell’armonia del Giusti e del Buono nei luoghi nei quali sembra trionfare l’inestetismo dell’ingiustizia. Impariamo a contemplare la Bellezza esplorando, in punta di piedi ciò che non comprendiamo e ci sembra non avere un senso

Ed ecco il primo video della giornata, sul tema della bellezza. Grazie a Valeria Matteucci per il contributo!
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222478790147863/

Un saluto virtuale dal Club Rinascita di Cisterna di Latina perché anche se lontani siamo vicini con il cuore
Andrea Censi Maria Morelli @Maria candilio Maurizio Stecca Nadia Piva

https://www.facebook.com/bragoni/videos/10217406055652525/

Flaviana Conforto ci ha mandato questo video su una sua bellissima riflessione sul nostro tempo
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222485408193310/

Peppino Nicolucci ha condiviso il suo primo post.

grazie a tutte le persone che hanno permesso di rendere la presenza virtuale in Assisi come una grande comunita’ reale dove abbiamo potuto toccare con mano la grande potenza dei club e il grande dono dell’amicizia, solidarietà, impegno civile soprattutto in questo momento di mesta solitudine. Che questo possa essere un momento per riprendere il cammino nell’unità del pensiero e dell’azione liberandoci di ogni egoismo concettuale e ideologico…

buon lavoro aspettando Assisi 2021

Brunella Leonessi

Il Club VITA NUOVA di Aprilia vuole partecipare a questo Congresso di “ASSISI 2020” condividendo il ricordo di Diamante Foresta, Servitore-Insegnante venuto a mancare il 22 giugno 2019, attraverso il video curato e realizzato da Cristian Biccari membro del nostro Club.

Diamante è stato per tutta la nostra comunità un esempio di sobrietà, sapendo tessere legami sinceri e validi con tutti, dalle istituzioni locali alle altre associazioni, sempre testimoni dei nostri eventi.

E’ stato esempio di disponibilità all’ascolto, alle richieste di aiuto, accogliendo il disagio, motivando e sostenendo le persone con il suo carisma.

“Sei arrivato come un chicco di grano e sei andato via come una spiga donando altri chicchi di grano pronti a germogliare. “

E’ questa la tua eredità, è questo ciò che ci hai lasciato.

Grazie dal Club VITA NUOVA

https://www.facebook.com/brunella.leonessi/videos/10215518785715867/

Umberto e Giusy Miriello
Dopo un passato burrascoso che ho avuto e con i disordini comportamentali dovuti dalle sostanze oggi dopo un percorso in un sistema meraviglioso vivo la mia vita con la mia famiglia con serenità meglio dire con sobrietà, sia nel nucleo famigliare che nell’ambito del lavoro assaporando il valore è la bellezza della vita costruendo valori positivi e mettendoli in pratica nel club e nella comunità.Questo mi vuol dire come è importante e come è straordinario vivere in un sistema che ci distoglie dalle cattive abitudini facendomi essere una risorsa nella comunità e vivere una vita ordinata e semplice. Con questo voglio chiudere per dirvi che non sono solo fortunato ad aver lasciato le sostanze ma quando sono fortunato ad avere conosciuto un mondo meraviglioso…… Quello del club.
Infine un ricordo ad una persona straordinaria CIAO RENATO rimarrai nei cuori della Basilicata

Saluti da Michele Sforzina:
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222488320426114/

Tiziana Fanucchi Vice Presidente AICAT
https://www.facebook.com/gcencetti/videos/10222464147821814/

Laura Padula

È un caso che il tema della bellezza capiti in coincidenza con il giorno della festa della mamma.

Le mamme che sono così belle nella loro forza e tenacia, capaci di sopravvivere a tutto, sostenere ogni peso e infondere la loro forza nei figli; le madri in grado di piangere in silenzio per il bene dei loro figli, capaci di andare incontro ad ogni fatica e far credere che non ci sia nulla di faticoso in quello che fanno. E le madri partoriscono figli che prenderanno le loro strade, a volte sbagliate, a volte diverse, a volte controverse, distanti dalla normalità. Partoriscono figli che si perdono per poi ritrovarsi, si ritrovano per perdersi ancora, finchè non si fanno scovare da qualcuno che li accoglie.

I club sono una grande madre, che accolgono, nutrono e partoriscono nuovi figli, nuove persone da dare al mondo, persone rinnovate rispetto al loro percorso di vita. La grande madre che accoglie anche il marcio, il dimenticato, il soffocato, per dargli nuova luce e splendore.

Può essere questo il mondo dei club, nella sua bellezza esistente, nel suo mondo circoscritto, ma aperto all’intero mondo.

Milva Ostolani

Un saluto un abbraccio ed un sentito grazie a tutte le meravigliose persone che ho incontrato lungo i virtuali sentieri che ci guidano VERSO ASSISI 2021….. Le vostre parole di bellezza e sobrietà mi hanno accarezzato l’anima e riempito la mente e il cuore 🙏❤️🌈

https://www.facebook.com/milva.ostolani/videos/1162883900719661/

Maria Santa Lorenzini
La Sobrietà ..la politica della Sobrietà ,la Bellezza
Riflessioni in solitudine …”Verso Assisi 2021”
Il covid e la quarantena imposta ,inaspettata ti mettono direttamente a confronto con la realtà la tua …( S.I…club di Roma ..psicoterapeuta nel quartiere dove vivo ) fatta soprattutto di sociale ,rapporti , realazioni .Ho una vita costellata di incontri storie ..successi ,delusione ,tristezza ..
il sociale la mia vita !Sicuro devi credere in qualcosa per avere la forza di non mollare ,in tempi normali ..in tempi di pandemia ti ritrovi improvvisamente sola ..🤦‍♀️Quanto tempo per me ! Per riflettere ..per capire ..allora mi sono chiesta ( oltre tante altre cose ) cos’è la Sobrietà per me ?? Non ho avuto il problema dell’alcol ma per motivi legati alla mia professione ho incontrato il mondo dei club nel lontano 1988 al San Camillo di Roma …ho incontrato la “ lotta “ alla Sobrietà …Non era la mia ..io mi sentivo Sobria ..non bevevo …anzi se devo dirla tutta ..l’approccio con l’alcol era divertente…avevo uno zio anziano che beveva di brutto e ne faceva di tutti i colori …compreso il fatto che scambiava i secchioni dell’immondizia per persone e a me questa cosa da adolescente …mi faceva un sacco ridere …Poi gli studi la laurea il tirocinio …l’incontro diretto con i membri di Club! Avrei dovuto incontrare la nostra mitica dott.Elvira Parasileno che quel giorno fatalità non venne ..ma vennero direttamente le famiglie del club
Fui introdotta da un medico alla Grande :”E’ una nuova dottoressa si occuperà di voi ..è bravissima “
Nella realtà tremavo come una foglia ..non sapevo nulla ! Ne chi erano le persone ne’ tanto meno avevo mai sentito parlare di alcolismo e del Prof .Hudolin …la nostra facoltà si fermava a Freud !!
Quello che mi è rimasto impresso di quel giorno e che mi ha dato l’input a continuare ad Esserci è stata la spontaneità delle famiglie !
Si sono aperte ,mi hanno accolto mi hanno trattato come una persona del gruppo !! Per prudenza ..io non avevo aperto bocca ! Fedele al giuramento che le parole per noi psicologi sono sacre !!
È passato tanto tempo da allora ..e sono rimasta nel club ..pur avendo fatto tante altre cose nella vita ..perché il Club mi ha fatto crescere come persona ..come donna ,mamma ,psicologa e chi più ne ha più ne metta ! Ho imparato l’ ascolto e la disponibilità ..ma non solo ..la messa in discussione e la mia Sobrietà !
Parto da me come ho imparato a fare nel Club ..non posso parlare di Sobrietà se non sono sobria ! Non solo se non sono libera dalle sostanze ,ma se assumo comportamenti che contraddicono la lotta e il rispetto per la vita ,l’Ambiente ,gli altri
Così ho imparato a cercare la “ mia sobrietà “ tutti giorni ed applicarla a tutto ciò che mi capita e la vita mi mette di fronte !!
Da un po’ di anni grandi prove mi sono state “ riservate “dalla vita : il terremoto,una brutta malattia di mio marito ..il covid ,la pandemia ..e tante altre cose che non sto qui a specificare …sarebbe troppo lunga !! Ogni volta mi chiedo perché ?? Perché a me ,a noi .. Come faccio ? Trovo sempre la stessa risposta …che mi viene dal Club ..apri il cuore al bello della vita ..Esserci ..cercando il modo di superare il problema guardandolo in faccia ..e cercando le soluzioni ..senza paura e /o scorciatoie ..ci sono tante cose belle che a volte non vediamo presi dall’egoismo o dai falsi valori !!
Ecco per me questa è’ sobrietà !! E tutti insieme come Comunità del Mondo dei Club e dei Valori ..altroché se possiamo fare politica !!
Rispettiamo le regole
Stiamo a casa ..usiamo le mascherine ..siamo distanti ma non lasciamoci Ne usciremo insieme piu forti di prima !!
Siamo fortunati abbiamo tanti strumenti in più per comprendere che la nostra salute e quella degli altri passa anche attraverso il nostro comportamento !! Tutto torna ..insieme ..anche se è difficile cambiare abitudini ..ma noi del mondo dei Club lo sappiamo e lo possiamo fare ! Forza a tutti noi !
Un abbraccio vi voglio bene ! Grazie di Esserci
Ph con Elvira Parasileno e alcuni soci fondatori prima Arcat Regione Lazio
CGiulia Cencetti

ASSISI 2020

Sono Calciano michele membro di CLUB ” la Santa famiglia” serv.ins.Umberto Miriello

Buona sera innanzi tutto porgo un caro saluto con un forte abbraccio a tutti,vi dico che mi mancate come mi manca quel posto in terza fila dove ero solito sedermi,spero tanto che il 2021 ci riabbracciamo tutti per godere del sorriso dei vostri occhi.

COME MI PRENDO CURA NELLA QUOTIDIANITA’ DELLA SOBRIETA’

Come ho letto il titolo mi è tornato in mente la frase che ho detto ad ASSISI,cinque anni addietro, la voglio ripetere poi vi spiego perché:

LA SOBRIETà NON è QUALCOSA CHE TI CADE TRA LE BRACCIA, MA SI CONQUISTA GIORNO PER GIORNO NEI TEMPI E NEI MODI CON TUTTE LE DIVERSITà DI OGNIUNO DI NOI.

Questa frase la ritengo come un seme di GRANO, che il contadino semina per poi avere il raccolto, non lo fa una sola volta, ma lo fa tutta la vita, DIO e salute permettendo.

GRAZIE UN CARO SAUTO A TUTTI

Michele Coro
Il valore politico della sobrietà………
Penso che questo sia un momento particolare, dove ognuno di noi merita di essere ascoltato. Dopo un periodo di isolamento sociale come questo, ognuno di noi può diventare il promotore di un nuovo modo di vivere il mondo con sobrietà. Ognuno a modo suo deve contribuire nel educare i più piccoli a vivere responsabilmente con valori sociali che si sono smarriti, travolti dalla frenesia consumistica dei nostri tempi. Tornare a mettere la persona e le relazioni al centro rispettando i naturali tempi di relazione e soprattutto ora che ci siamo riappropriati del nostro tempo e della sua importanza a trasmettere il valore del tempo ai più piccoli e a chi ci circonda……. Michele Coro
Alessandro Bandino

Buongiorno a tutti, a voi il nostro contributo su “Come mi prendo cura nella quotidianità della sobrietà” e “Come salviamo, curiamo, la bellezza del mondo e nel mondo”

Un caloroso saluto dall’ ARCAT Sardegna!

https://www.facebook.com/alessandro.bandino.39/videos/107250204321084/

Alessandro Bandino

Cari amici, vorremmo condividere con tutti voi un contributo fatto dalla Sardegna in occasione di questo “particolare” Congresso di Assisi! Buona visione!

https://www.facebook.com/alessandro.bandino.39/videos/106579321054839/

ristina Belli

LA SOBRIETÀ È INSIEME 👨‍👩‍👦👨‍👩‍👧‍👦👨‍👨‍👧👨‍👦👩‍👧👩‍👩‍👧👨‍👨‍👧‍👧👨‍👨‍👧‍👦👩‍👦

Forza, impegnamoci nel dialogo! Il potenziale di un singolo individuo è illimitato. La fresca determinazione di una persona stimola quella di un’altra è di tante altre ancora, come onde concentriche , provocando un movimento di rigenerazione.
CLUB 161
Acat Cesena
Arcat Emilia Romagna

https://www.facebook.com/cristina.belli.58/videos/3338555072861481/

Maria Santa Lorenzini
La Bellezza salverà il mondo !
Grazie a tutti
Dopo Assisi ..una corsa sulla piana di Castelluccio …ci stava sempre
Qui il Signore …si è proprio divertito a dipingere …un quadro naturale fatto di fiori di mille colori !!
Anche quest’anno ,nonostante tutto ..la natura sta facendo il suo corso …e li …spuntano i primi fiori …Noi aspettiamo..per poterci spostare ..in Zona Cesarina …ovviamente ❤️😁😁💪💪Buon rientro nelle ns Comunità!E’stato bello Essere insieme

Simona Rossi
Salve a tutti. Ci siamo….in qualche modo ci siamo e credo che questo conti più di ogni cosa. La vita ci mette alla prova, ci chiede spesso se siamo in grado o meno di affrontare noi stessi, le nostre paure, i nostri timori e io credo che la risposta alla sfida che ci è stata fatta oggi sia proprio qui…in questo momento, sulle bacheche di ognuno di noi, nei video di ognuno di noi, nelle parole e nei cuori di ognuno di noi. CI SIAMO…questa è la risposta a questa sfida e niente e nessuno fermerà le nostre emozioni, la nostra voglia di esserci, gli affetti e i sogni perché sono racchiusi dentro noi stessi e si potranno chiudere le scuole, gli uffici, i negozi, le chiese ma nessuno potrà chiudere i nostri cuori.
Buon Assisi a tutti dovunque vi troviate, noi ci siamo.
Cisiamo#versoAssisi2021#ilfuturosiamonoi💪🏻
Simona
Acat Sesto Fiorentino-CampiBs-Peretola-Firenze
Ilario Moretto

Dalla mattina alla sera.Oggi e ancora domani. Agire di propria iniziativa .incontrare persone e istaurare il dialogo. Questo è il giusto modo di vivere per gli esseri umani

Roberto Uccelli

Il nostro pensiero sulla sobrietà : Club S.Giovanni di Chiaromonte.

Stefano Alberini

Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria.”

Umberto Eco.

PierFranco Severi
Vorrei ringraziare tutti coloro che sono riusciti a portarci ad Assisi, ora se continuiamo per preparare il 2021 con tutto il materiale arrivato e che arriverà avremo un bellissimo ASSISI 2021
Ornella Ancarani

L’alcolismo giovanile è un fenomeno che crea una particolare preoccupazione, perchè coinvolge tantissimi giovani e giovanissimi.

Affrontare il tema dell’alcolismo giovanile non è sempre facile, perchè ci si confronta con un problema che, spesso viene sottovalutato.

I giovani usano spesso l’alcol come una sostanza che dà “piacere” e che aiuta a trascorrere una serata con gli altri, poichè abbatte i freni inibitori e rende più “facile” comunicare.

Ciò che rende particolarmente preoccupante il problema dell’alcolismo giovanile è anche legato al fatto che fino all’età di 25 anni circa, nel corpo umano non sono ancora presenti gli enzimi destinati alla metabolilzzazione dell’alcol.

Le bevande alcoliche, quinidi, per i giovani risultano molto più nocive rispetto ad un adulto, perchè l’etanolo contenuto in tutte le bevande alcoliche , non può essere scomposto in sostanze più tollerabili.

Capita spesso, purtroppo, che di fronte ad un insuccesso scolastico, ad una lite familiare, per fare qualcosa di diverso in gruppo, per assomigliare agli adulti o per mille altri motivi, molti giovani cominciano a consumare alcol.

Questo modo di fare, però, se non viene affrontato tempestivamente porta facilmente all’insorgere di un “meccanismo di compensazione” e sfocia rapidamente in una vera e propria dipendenza.

Per tentare di risolvere il problema dell’alcolismo giovanile è necessario affidarsi a degli esperti, in modo tale da porre fine ad un fenomeno che può provocare come sappiamo gravi conseguenze.
In proporzione alla quantità assunta, l’alcol determina un crescente rallentamento dei riflessi oltre a una diminuzione della capacità di concentrazione. Il suo consumo provoca gravi danni agli apparati digerente, cardiovascolare, endocrino-riproduttivo. Ogni anno, in Italia, circa 40.000 persone muoiono a causa dell’alcol per incidenti stradali, domestici, sul lavoro e per malattie causate dal consumo cronico di questa sostanza (cirrosi epatica, tumori, infarto del miocardio, ecc.).
La scelta giusta è chiedere aiuto !
Molto importante è la collaborazione con le Associazioni di auto-mutuo aiuto Alcolisti Anonimi, Al-Anon (familiari di alcolisti) ACAT ( Associazione alcolisti in trattamento) ed eventualmente le Comunità terapeutiche specializzate !

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

Associazione Clubs Alcologici Territoriali (ACAT), formata da famiglie che hanno al loro interno almeno una persona che ha avuto – o che ha – problemi di dipendenza da alcol
Alcolisti Anonimi (AA), presente in tutte le regioni con circa 500 Gruppi, composta esclusivamente da alcolisti in recupero.
Gruppi Familiari Al-Anon, l’Associazione di promozione sociale composta da familiari e amici di alcolisti.

Laura Padula

Vorrei condividere un’esperienza vissuta presso l’ospedale di Parma, che ha dato la possibilità attraverso la scelta di psicologi, di far riavere ai familiari delle vittime di covid, i loro effetti personali.

Credo che in un momento di “bruttezza” e isolamento che stiamo vivendo, per rimanere nel tema della bellezza e della condivisione al mondo di questa, sarebbe bello che ognuno potesse entrare in questa storia narrata, e respirare, nonostante il lutto, il piacere del ricongiungimento.

La merendina dell’infanzia

D. arriva in anticipo rispetto all’orario del suo appuntamento ed aspetta fuori dalla porta. È una porta a vetri, classica porta da ospedale, che nasconde quello che c’è, dietro un vetro opaco.

D. aspetta che un operatore la faccia entrare per quel compito per cui è stata chiamata. Non doveva essere lei a ritirare gli effetti personali; sarebbe dovuto venire il padre, che per questioni di malattia, ha preferito delegare alla figlia questa delicata operazione.

D. è una ragazza giovane; guardo la sua carta d’identità. Mi affaccio, dico che sono pronta; ho appena finito un altro incontro con commozione. L’uomo che ho visto si è dato il permesso di piangere quando ha preso in mano e toccato gli oggetti che appartenevano a sua madre.

Faccio accomodare D; mi colpiscono sin da subito le sue spalle grandi e larghe rispetto alla sottigliezza del suo corpo, magro e snello. Potrebbe sembrare una nuotatrice ma non ha i muscoli che la definiscono come tale. Mi viene da darle del tu immediatamente, la differenza di età non credo che sia tanta; mi presento e le parlo di ciò che faremo insieme. Ho capito che è sempre importante presentarsi, dare un nome al proprio compito, e dare un nome al proprio volto. In quel momento stiamo diventando veicoli di un passaggio che altrimenti non ci sarebbe stato e quel veicolo ha bisogno di un nome per essere riconosciuto. Sarà un nome dimenticato probabilmente il nostro, sarà un nome come tanti, ma che in quel momento fa la differenza in questa rievocazione e creazione di un rituale che è mancato.

D inizia a piangere. La sola parola nonna o restituzione degli oggetti, la porta indietro nel tempo. Mi dice che è stato un periodo difficile; nello stesso tempo, oltre a sua nonna, ha perso il nonno e suo padre è stato male. Guardo le sue spalle larghe e penso a quanto abbiano resistito e dovuto sollevare e diventare ancora più grandi e più forti per sostenere il peso di una famiglia che stava male. Mi chiedo se il suo ruolo nella famiglia non sia proprio quello, da una vita intera per lei. D’altronde il corpo parla prima che le parole arrivino alla coscienza e prima che la coscienza abbia consapevolezza dei ruoli che ricopriamo nelle nostre famiglie.

D. continua a piangere, non smette e vorrei che non smettesse. Vorrei che si concedesse quel tempo con me per piangere sua nonna, per iniziare a salutarla dentro di lei. La guardo, senza fissarla. La guardo con tenerezza, con amore, con un bene che si crea senza conoscere l’altro, ma solo perché si stanno comunicando emozioni che vanno oltre ogni conoscenza. La mascherina che ho non mi permette di mostrarle il mio sorriso, ma so che gli occhi rimangono il canale attraverso cui posso mostrarle la mia vicinanza. Continuo a guardarla mentre piange. C’è molta dignità nel pianto di una persona, contenuta in lacrime che si concedono alla vista di un’estranea. D. piange e mi faccio raccontare un episodio bello che le ricorda sua nonna. Prende fiato, ritorna indietro con la memoria, i suoi occhi la seguono in questo revival di esperienze. Li vedo muoversi e incantarsi quando il ricordo arriva, ma li vedo bagnarsi ancora di più quando inizia a parlare. Ritorna al passato, ad un passato antico, un passato da bambina, dove forse il concetto di morte non era ancora contemplato. Da bambini ci aspettiamo mai che le persone più care a noi possano morire un giorno?

Mi parla di quando si recava da sua nonna e, ogni pomeriggio, la nonna Maria le dava una merendina da mangiare. Quello per loro era diventato un rituale. Qualunque esperienza che si ripeta e che sia carica di emozione può diventare un rituale. Buffo penso, ricordare un rituale quando invece un rituale per la morte della nonna non si è potuto verificare. Allora credo che sia importante che viva appieno questo momento di ricongiungimento. Mi sento onorata della sua presenza, dell’essersi così permessa di abbandonarsi alle lacrime e al dolore e avermeli mostrati. Non siamo mai grati abbastanza per la bellezza di ciò che gli altri ci offrono, anche quando ci concedono di scorgere la loro sofferenza interna, come se potessimo vedere il loro mondo interno attraverso delle fessure in cui entra la luce.

Le dico che apriremo il pacco insieme; sarò lieta di accompagnarla in questo pezzetto, io estranea di una situazione che non mi appartiene. Per un attimo sento che il suo lutto è anche il mio, per le persone che non ci sono più. Mi alzo, vado a prendere il pacco; gli altri operatori lasciano i pacchi su un mobile dopo che la persona è stata fatta accomodare. C’è un gran rispetto in questo, nel non mostrare sin da subito quello che li attende, nonostante tutti sappiano cosa bisognerà fare.

Non conosco neanche io il modo in cui gli effetti personali siano stati conservati; a volte trovo dei pacchi, altre volte dei sacchetti di stoffa, altre volte dei borsoni. Sono tutti contenitori donati da altre persone, per permettere la restituzione di questi oggetti. Mi domando se mai potremo diventare così benevoli e altruisti in situazioni canoniche, senza dover attendere o attivarci in situazioni di emergenza.

Gli effetti personali della nonna Maria sono contenuti in due borse di stoffa e in un pacchettino ricamato. Li prendo con cura, con garbo, voglio sfiorarli appena; a toccarli troppo mi sembra di profanarli. Non sono miei oggetti e come tali vanno trattati come qualcosa di sacro e prezioso.

Porto i sacchetti sul tavolo, li appoggio con delicatezza, dico a D. che è compito suo toccare ciò che le stiamo restituendo. Guarda per un attimo, che sembra eterno, quel materiale che racchiude gli ultimi istanti di vita di sua nonna. D. prende il sacchetto più piccolo, dentro ci sono gli occhiali e altri oggetti di ornamento che indossava. Ho imparato, dalla persona venuta prima di D., che quegli oggetti hanno un valore generazionale perché sono tramandati da nonni a nipoti e vive, dentro di essi, il ricordo di ogni generazione a cui sono passati.

Alla vista degli occhiali della nonna Maria, D. scoppia in lacrime, come se attraverso quegli occhiali ora potesse vedere meglio il suo dolore. Mi dice che gli occhiali sono quelli che rendevano sua nonna, la nonna Maria. Erano la sua caratteristica principale. Chissà cosa avrà spinto la nonna Maria a scegliere quel tipo di occhiali, che storia c’è dietro di essi, a quando risalgono, alle persone con cui era quando li ha scelti e comprati. Quante storie si nascondono dietro un semplice oggetto, necessario alla vista, ma caratteristico del volto di una persona.

D. apre con garbo gli altri due sacchetti, e mette fuori gli indumenti che la nonna indossava quando è entrata in ospedale. Mi emoziona la delicatezza con cui tocca gli oggetti, sembra quasi che li accarezzi. Vi è attaccato un cartoncino con il nome della nonna e toglie anche quello con delicatezza, quasi a non volerlo rompere, quasi a non creare ancora una volta uno strappo in tutta questa separazione. Le dico che ha tutto il tempo necessario per prendere contatto con quello che sta avvenendo, per dare uno spazio dentro di lei al dolore che sente; non c’è fretta, è il tempo per lei, il tempo del ricongiungimento, del saluto, dell’incontro e del lasciar andare. Vive in quel tempo sospeso tutto questo e lo posso vedere solo da fuori. Non mi addentro nel suo dolore, non ne ho il diritto e non è il mio ruolo. Non ci sono parole per descrivere questi momenti, non è necessario riempire i silenzi. Anche i rumori esterni mi sembrano troppi, assordanti, ci vorrebbe un silenzio sacro, lontano, un silenzio nel silenzio, un vuoto, dove nessun rumore possa interrompere quel frastuono di emozioni interne che invece di silenzio hanno bisogno. A volte cerco delle parole da dire, ma sono tutte superflue e banali. Capisco quindi che il silenzio di D. deve essere anche il mio, il mio interno, per accogliere dentro di me delle storie di vita, dei pezzi di storie di vita, a cui mi è concesso accedere e partecipare, ma a cui non mi è permesso entrare. Perché bisogna sempre chiedere il permesso per entrare nella vita degli altri.

Posso esserti affianco cara D. in questo momento? È un diritto che mi sono presa, frutto della scelta che ho fatto di rendermi partecipe di questa mansione. È un diritto ma lo sento come un dovere, civile e morale, etico e professionale, nel dare valore a quelle morti non piante in un letto di ospedale, in un clima dove solo il terrore vigeva e dove nemmeno l’ultimo saluto ai propri cari è stato concesso.

Non lo so se sono all’altezza di essere a fianco di questo dolore; non si è mai pronti per prestare il fianco al dolore dell’altro, per accoglierlo dentro di sé, per piangerlo insieme. Poi capisco che non ci sono competenze da professionisti da mettere sul campo; c’è solo l’umiltà di esserci, dell’esserci con l’altro.

D. si prende tutto il suo tempo, glielo concedo e lei se lo concede per la prima volta. Mi dice che quando è pronta andrà via, ma lo vedo dai suoi occhi che non è pronta per quanto voglia farmelo credere. Non c’è mai tempo abbastanza per concedersi al dolore; sempre troppe cose da fare, troppe cose a cui pensare, o troppo dolore a cui non voler pensare.

D. ad un tratto si alza, quando dentro di sé si è congedata con gli effetti personali di sua nonna. Mi ringrazia, ringrazia chi ha fatto questo lavoro di restituzione degli oggetti. Non c’è da ringraziare le dico, ma sono io che la ringrazio per avermi dato la possibilità di starle accanto, per essermi lasciata trapassare dal suo dolore che ho sentito vivo dentro di me, e per avermi regalato un pezzettino della sua storia con la nonna Maria.

Penso che quando mangerò una merendina, penserò a questa storia e alla possibilità di trovare nelle storie degli altri, pezzi delle proprie storie.

Enrica Fabbri

11 maggio alle ore 23:35

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