La Tolleranza all’alcool

La tolleranza all’alcool

La tolleranza può essere riferita una condizione di resistenza fisica e psichica: agli stress psichici oppure resistenza allo sforzo lavorativo, agonistico, sportivo ovvero sostanze come l’alcool, i narcotici, alcuni farmaci e così via.

Si parla a volte di massima tolleranza alle frustrazioni al di là della quale, la difesa della personalità cede e si crea un conflitto che finisce con le esprimersi attraverso sintomi psichici.

Il cambiamento della tolleranza  avviene anche per motivi fisici quale un cambiamento del metabolismo o, per quanto riguarda una diminuita tolleranza verso l’alcol in alcuni soggetti, la presenza ad esempio, di lesioni cerebrali.

La tolleranza di solito dipende da una serie di fattori e nel corso della vita può aumentare o diminuire.

La tolleranza all’alcool anche delle persone normali può essere soggetta a variazioni.

È noto che alcune persone, talora sopportano anche notevoli quantità di alcool senza peraltro dimostrare evidenti segni di ubriachezza; mentre al contrario possono versare in stato di ubriachezza dopo aver assunto quantità relativamente piccole.

La diversa tolleranza all’alcol nelle persone normalmente sane è legata cause per ora sconosciute probabilmente costituzionali ed ereditarie.

Potrebbe forse risultare importante la struttura congenita della barriera ematoencefalica.

Cioè di quella particolare membrana che separa il cervello dal sangue che vi circola, nel corso dello sviluppo dell’alcolismo si distinguono in ogni caso alcune fasi nelle quali la tolleranza all’alcol si modifica gradualmente.

Nella fase del consumo sociale si verifica un processo di graduale associazione all’alcol è un progressivo aumento della tolleranza ad esso.

La tolleranza dipende dalla quantità e dal modo in cui viene ingerito l’alcool.

In seguito prendi inizio la fase della malattia alcoliche durante la quale la tolleranza all’alcol resta a lungo invariata.

Alcuni autori sostengono che la tolleranza aumenta nell’alcolista grazie ad un meccanismo di ingrandimento del fegato- ipertrofia 3visto che la trasformazione dell’alcol avviene per mezzo di alcuni enzimi alcoldeidrogenasi, catalasi, MEOS, presenti principalmente nel fegato.

È ovvio che in un fegato grande ce ne sono quantitativamente di più che non in un fegato ridotto di volume come avviene ad esempio nella fase avanzata della cirrosi epatica.

Secondo questa stessa teoria la tolleranza dell’alcool comincerebbe a diminuire quando il fegato diventa più piccolo come nel caso della cirrosi alcolica.

Il segno della diminuzione della tolleranza all’alcol e un sintomo chiaro di uno stato avanzato dell’alcolismo.

Intolleranza all’alcool si riscontra nelle fasi finali dell’ alcolismo quando gli ammalati su ubriacano già dopo una modestissima quantità di bevande alcoliche.

È caratteristico che gli ammalati in questa fase davanti al medico neghino il loro alcolismo e lamentino vari disturbi somatici che sono in verità conseguenze dirette dello stesso.

L’alcolismo come problema personale viene rifiutato da questi ammalati che lo si assimilano invece ad uno stato di debolezza fisica generale: ‘sono così debole dottore che sono ubriaco dopo un bicchiere di vino’.

La tolleranza all’alcol può invece cambiare in seguito a gravi lesioni cerebrali traumatiche infiammatorie o di altra natura.

Probabilmente la causa è dovuta al fatto che tali lesioni danneggiano anche la barriera ematoencefalica per cui l’alcol penetra in notevole concentrazione e con rapidità nelle parti più profonde del cervello magari insieme ad altri prodotti tossici.

Le persone che hanno superato un trauma o un processo morboso anche lieve devono essere avvertiti di questa possibilità poiché in questi casi anche piccolissime quantità di alcol possono portare turbe psichiche acute e molto gravi e talvolta anche attacchi epilettici.

Si può riprodurre una simile intolleranza all’alcool anche negli animali da esperimento dopo averne in precedenza organizzata la barriera ematoencefalica.

Le persone che hanno avuto un grave trauma o una grave malattia il cervello è meglio consigliare una astinenza permanente all’uso di bevande alcoliche.

Tratto da ‘ALCOLISMO’ di V. Hudolin II versione italiana tratta dalla X edizione Yugoslava- Udine 1985

 

Tolleranza all’alcol: fare attenzione

Approcio Ecologico Sociale (Ecologia Sociale)

L’approccio Ecologico Sociale (Ecologia Sociale) vuole dire vedere l’uomo sempre e comunque calato nella sua realtà più ampia.

Approcio Ecologico Sociale

A partire dalla propria famiglia per comprendere tutta la rete di relazioni significative che lo rendono parte unica ed insostituibile della propria comunità.

Vuol dire sentirsi assieme in una grande Arca, dove ciascuno esiste tanto quanto esistono gli altri, dove ciascuno è un po responsabile per tutti e tutti sono responsabili per lui.

Dove l’indifferenza e l’egoismo, ma anche la solitudine, la mancanza di emozioni e di valori, sono i nostri peggiori nemici.

Un’Arca dove quello che accade anche al mio vicino, dove il mio cambiamento esiste se c’è il tuo, dove nessuno è un’isola, mai.

Un’Arca che crede in noi, sempre!

Dopo gli anni ’90 il concetto di Arca si è evoluto ed è stato rappresentato come ‘La Società’.

La Società è un ambiente liquido che si trasforma continuamente per mezzo dei continui cambiamenti delle persone che la compongono.

Il concetto di Arca abbandona le radici Mediterranee-Cristiane per evolversi in Cultura Indo-Europea nel concetto di ‘Sii il cambiamento che vuoi che avvenga’ di chiara estrazione Buddhista.

Ma il concetto importante che deve rimanere è che:

‘l’uomo ha la possibilità di cambiare il mondo,

un passo alla volta

iniziando da subito

lui stesso’.

Leggi anche: Spiritualità Antropologica

I principali modelli teorici per i problemi alcolcorrelati: Il Modello Morale

I principali modelli teorici per i problemi alcolcorrelati: approcio familiare sistemico

Il Club è… parte I°

Il club è una associazione privata che appartiene a noi famiglie che lo frequentiamo per iniziare e poi consolidare il cambiamento del nostro stile di vita e naturalmente per smettere di bere.

Ci incontriamo una volta la settimana per un ora e mezzo.

Il club è una comunità multifamiliare.

Vuol dire che noi famiglie ci troviamo a condividere un cammino in un clima che è comunitario perché mettiamo in comunione le nostre storie, le nostre difficoltà, i nostri poggetti, le nostre speranze, i nostri successi, le gioie ed i  dolori della vita quotidiana.

Le nostre famiglie fanno parte del paese, del quartiere dove si trova il club espressione di quel paese, di quel quartiere e se ne sente parte.
In questo modo per tutti noi è più facile frequentarci ed essere vicini ad una famiglia che si trova in difficoltà.

Il nostro Club è un’associazione chiusa, non è un’isola, non è una setta più o meno segreta.

Il club è una porta aperta per le famiglie in difficoltà e per questo non nascondiamo la nostra appartenenza al club.
Sono membri del club le nostre famiglie, il Servitore e le nuove famiglie.

Il Club è il perno fondante della nostra metodologia proposta dal Prof. V. Hudolin.

Il Club è delle Famiglie…

I Club sono nati per le famiglie che hanno problemi alcol correlati e complessi.

Noi diciamo sempre che il club lavora secondo un approccio familiare.

Vuol dire che noi pensiamo che quando in una famiglia c’è un ‘problema’, quel problema non riguarda mai un singolo membro,  ad esempio la persona che difficoltà con l’alcol, ma tutta la famiglia e in senso più  ampio la comunità in cui la famiglia vive.

Per noi sembra ovvio ma è molto frequente ragionare separando chi beve da chi non beve, vedere nella famiglia colpevoli e vittime, persone da curare e altre da proteggere.

Questo modo di ragionare ha un piccolo grande difetto: non risolve i problemi della famiglia anzi li aggrava.

L’importanza di lavorare secondo un approccio famigliare  deriva anche dall’ esperienza maturata in questi 40 anni di metodo Hudolin.

Quando tutta la famiglia presente frequenta il club, cambiare stile di vita, smettere di bere diventa decisamente più facile e naturalmente più bello.

Del resto se ci pensate un attimo sarete sicuramente d’accordo.

Abbiamo detto che si viene al club per cambiare il proprio stile di vita ed esso riguarda ovviamente tutta la famiglia non un singolo familiare.

Se tutti frequentano il club,  si riesce prima a mantenere la sobrietà e crescere come responsabilità della persona.
Naturalmente tra il dire e il fare a volte…

Può succedere che il nostro club vediate famiglie che non frequentano insieme, mariti che ci lasciano, figli che non si vedono mai.

Se succede tirategli le orecchie ricordategli che al club viene tutta la famiglia compreso i bambini che non sono certo un problema o un disturbo,  E poi i figli al club hanno esperienza importante: condividono il cambiamento delle nostre famiglie, superano i momenti negativi che hanno vissuto.
A volte può succedere che all’inizio si decida di venire al club solo una parte della famiglia.
È comunque un inizio e noi ne siamo contenti.
Ma è ovvio che lavoreremo perché anche il resto della famiglia ci raggiunga quanto prima.
Con pazienza e rispettando i tempi di ognuno perchè per il Club, il tempo è una risorsa importante.

 

Scegli il tuo Club a Parma tra quelli attivi: dove sono i club a Parma  

 

Il Club e le Famiglie – Acat Cesena

Se accendi una lampada per qualcuno, la sua luce illuminerà anche il tuo cammino

Acat Cesena (Associazione dei Club Alcologici Territoriali) Vi invita a partecipare all’incontro sul tema: Il Club e Le Famiglie – se accendi una lampada per qualcuno la sua luce illuminerà anche il tuo cammino.

Lunedi 18 novembre 2019 alle ore 20,00

Presso la Sala S. Allende  C.so Vendemini, 18  Savignano sul/R.

Interverranno:

  • Ivano Marchi Presidente Acat Cesena
  • Dott. Michele Sanza Direttore Unità Operativa Dipendenze Patologiche Ausl Romagna- Cesena
  •  Dott.ssa Mara Boni Psicologa/Psicoterapeuta

-Serd Cesena – Comune di Savignano s/R.

Incontro a Trieste per i 40 anni del primo club degli alcolisti in trattamento (CAT) in 9 novembre 2019



Coordinamento Nazionale dei Club degli Alcolisti in Trattamento a Trieste 9 novembre 2019 a Trieste

Arcat Friuli Venezia Giulia ed Arcat Triestina il 9 novembre 2019 organizzano il 40° anniversario dalla fondazione del primo Club degli Alcolisti in Trattamento secondo il metodo Hudolin.

 

Il 9 novembre 2019 presso la Sala Congressi Molo IV, Corso Cavour 3 Trieste

Convegno di Trieste 09 11 2019

Mappa Trieste 9 novembre 2019



A.C.A.T. Parma, un solo scopo: stop all’alcol!


L’Associazione, perseguendo esclusivamente finalità di solidarietà e di impegno civile, si prefigge i seguenti scopi:

1- promozione e protezione della salute basate sul principio di auto-mutuo aiuto e della partecipazione multifamigliare oltre che sul principio, riconosciuto da tutti gli associati, che l’assunzione di alcol e droghe di tutti i tipi è un comportamento a rischio.

La sua attività è rivolta al processo di cambiamento dello stile di vita, al mantenimento dell’astinenza, alla riabilitazione, al reinserimento del membro della famiglia nel lavoro e nella società.

La divulgazione dell’informazione circa i problemi alcol-droga correlati è parte integrante del programma.

2- Aiutare i membri ed i loro famigliari mediante il lavoro di gruppo, l’amicizia e la solidarietà, a risolvere le conseguenze dovute all’uso di sostanze alcoliche da sole o combinate con altre sostanze o farmaci per la cura o disagi complessi.

3- Condurre in modo organizzato con i propri soci un lavoro di intervento volontario o specializzatocome attività fondamentale di ogni club.

4- offrire un aiuto a risolvere i problemi personali e famigliari, nei limiti delle proprie capacità.

5-Intervenire in situazioni di ricaduta o altre dififcoltà, adottando le forme di aiuto più consone, come per es. visite domiciliari, intensificando la collaborazione con i servizi sociali e sanitari nazionali.

Questi sono in sintesi le finalita ed i metodi messi in atto dall’Associazione A.C.A.T. Parma ‘il volo’ per promuovere il concetto di ‘salute’ e di sobrieta e la promozione della salute intesa come ‘stile di vita’.

Analizzare personalmente quelle che sono le problematiche che hanno permesso alla dipendenza di sopraffare l’individuo e condividerle con altri, porta facilmente a risolvere il ‘nodo’ o ‘il problema’.