I principali modelli teorici per problemi alcol correlati:
Il modello medico.
Nel ventesimo secolo si sviluppò compiutamente il modello medico dell’alcolismo.
L’idea del ubriachezza abituale come malattia era già presente nel pensiero di Rush nel 1700, all’inizio dell’800 fu descritto il quadro clinico del delirium tremens e nel 1849 si ebbe la prima descrizione del ‘alkoholismus cronicus’ come specifica sindrome, ad opera del medico svedese Magnus Huss (1849).
Tuttavia, solo nel 1900, nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, gli alcolisti cominciavano ad essere sottoposti a cure specifiche, tra le quali, anche le diverse terapie psichiatriche allora disponibili come l’elettroshock , la lobotomia, i sedativi, il decondizionamento.
E fu solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che si diffuse il concetto dell’alcolismo come malattia.
Mentre i primi tentativi di dare una spiegazione medica dell’alcolismo , come quello di Rush, attribuivano all’alcol la proprietà di condurre le persone ad una perdita di controllo sul bere, la versione più moderna del concetto del medico dell’alcolismo, nata dopo il fallimento del proibizionismo americano che aveva fatto collare l’obiettivo di un astinenza universale, affermo che l’alcolismo era una caratteristica di un piccolo gruppo di individui con una innata suscettibilità per questa malattia.
All’ affermarsi di tale modello contribuì in maniera decisiva il movimento degli Alcolisti Anonimi (AA).
Associazione alcolisti anonimi Nacque nel 1935 ad Akron negli USA negli Stati Uniti, quando Bill Wilson di Bob Smith un agente di borsa un medico entrambi alcolisti, scoprirono che. Aiutandosi reciprocamente riuscivano a mantenersi astemi.
In opposizione all’approcio moralistico seguito negli Stati Uniti, consideravano l’alcolismo come una malattia cronica dalla quale non si può guarire ma che si può arrestare smettendo di bere e indusse una nuova modalità per il raggiungimento il mantenimento dell’astinenza: il metodo dell’ auto-aiuto.
Bill e Bob ispirandosi alla medicina, alla psicologia e alla religione, elaborarono il metodo dei 12 passi che descrisseronel libro ‘Alcolisti Anonimi’ noto come ‘Il Grande Libro‘ pubblicato nel 1939.
In movimento degli alcolisti anonimi a caratteristiche tipicamente statunitensi: la tipica atmosfera da revival americano lo avvicina le compagnie di temperanza del XIX secolo che avevano radici in movimenti religiosi, per questo nonostante la sua grande diffusione non ha influenzato in altre nazioni le politiche e i trattamenti per l’alcolismo tanto quanto negli Stati Uniti.
Inoltre chiede i partecipanti alcune capacità come un discreto livello di scolarità, ideazione, concettualizzazione e verbalizzazione fluida.
Successivamente, il modello medico trovo’ il suo suggello nell’opera di Jellinek che nel 1960 pubblico il libro ‘Disease Concept of alcohlism‘.
Questa opera divenne il testo di riferimento del modello medico per quanto l’autore definisca alcolismo come qualunque uso di bevande alcoliche che provochi un qualsiasi danno all’individuo o alla società o adentrambi.
Jellinek propone una classificazione delle diverse forme di alcolismo:Alfa, Beta, Gamma, Delta ed Epsilon.
Il tipo Alfa è caratterizzato dal dipendenza degli effetti dell’alcol che viene utilizzata per mitigare sofferenze fisiche o emotive; chi ne soffre non ha perso la capacità di controllare il consumo della sostanza e gli effetti negativi di questo emergono solo nelle relazioni interpersonali.
Non si riscontra in questo tipo una sindrome di astinenza, nè una progressione della malattia.
Nel tipo Beta invece sono presenti gravi complicanze mediche senza sintomi evidenti di dipendenza fisica o psicologica. Questa è la forma di alcolismo, progressiva, tipica di paesi in cui si consuma vino quotidianamente come usanza sociale, e dove spesso si trovano anche abitudini alimentare carenti.
L’alcolismo Gamma è caratterizzato da dipendenza da alcol e dalla perdita di controllo sulla quantità di sostanza assunta; presente un forte deterioramento fisico e sociale ed è questa la forma di alcolismo più comune negli Stati Uniti.
Tali caratteristiche sono presenti anche nell’alcolismo Delta tranne nel fatto che il l’individuo riesce ad avere un controllo sull’alcol astenendosi dall’uso per alcuni periodi.
alcolismo Epsilon era ritenuto la forma meno comune in America ed è caratterizzato da sbornia periodiche.
Ricerche successive non hanno però confermato questa classificazione (Peele, 1984).
Il modello medico dell’alcolismo considera quindi l’alcol come una sostanza socialmente accettabile che fa ammalare solo alcune persone. L’alcolista è una persona in qualche modo diversa costituzionalmente dai non alcolisti e, a causa di tale differenza individuale, per l’alcolista impossibile bere in modo moderato.
Il trattamento basato su tale modello è focalizzato sull’aiuto dato l’individuo nel suo sforzo di controllare il proprio comportamento compulsivo ( Levine, 1979).
La causa della malattia viene ricercata più dell’individuo che non nella sostanza in sé.
Siccome però non sono mai stati individuati assetti di personalità, tratti psicologici o costituzionali specificatamente correlati con l’alcolismo è molto difficile proporre interventi di prevenzione primaria basati su questo modello.
Il modello medico oggi riscuote molta popolarità ed è appoggiato anche dai produttori di bevande alcoliche poiché implica che la maggioranza delle persone possa bere senza rischio di diventare alcolista (Hester R.K. s Sheeby N., 1980).
Il modello medico è stato importante perché esteso la protezione sanitaria e sociale agli alcolisti alle loro famiglie ed ha permesso di pensare a loro non più come persone da condannare Ma come persone bisognose di cure.
Tuttavia allo stesso tempo ha frenato lo sviluppo all’approcio ai problemi alcolcorrelati, occupandosi prevalentemente delle complicanze somatiche o psichiatriche dell’alcolismo senza considerarne le componenti sociali e culturali che invece emergono chiaramente da numerose ricerche. Inoltre la forte enfasi data all’idea di alcolismo come una specifica malattia ha oscurato la diffusione dell’evidenza che di fatto nessuna singola causa è mai stata stabilita, nel cui singolo fattore causale biologico è mai stato risultato essere decisivo (Fingarette, 1990).
Dopo la Seconda Guerra Mondiale lo sviluppo della alcologia è stato rapido e la complessità dei disturbi alcol correlati ha portato l’emozione diversi approcci teorici ognuno dei quali focalizza aspetti diversi del problema e lo conduce a cause diverse.
Già verso la metà del ventesimo secolo Si contavano oltre 200 definizioni i modelli teorici del cosiddetto alcolismo (Jellinek, 1960).
Oggi la letteratura, soprattutto in area anglosassone, oppone un gran numero di articoli che affrontano il fenomeno da svariati punti di vista: praticamente ogni approccio teorico si è confrontato con il comportamento di uso di alcol e di altre droghe.
Nel 1980 il National Institute on Drug abuse (NIDA) ha selezionato 43 approcci teorici sull’uso di alcol e altre droghe li ha raccolti in una monografia (Theories and Drug Abuse. Selected Contemporary Prospective) nella quale sono stati classificati in base all’enfasi posta sul Sé, sulla relazione con gli altri, sulla società e sulla costituzione biologica.
(Tratto da: Modelli teorici per i problemi alcolcorrelati, l’approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi di Vladimir Hudolin e la psicologia di comunità — Guido Guidoni e Angela Tilli)