Le Malattie dell’alcol: la Sindrome di Confine

Alcolismo e Sindrome di Confine:

Il cosiddetto paziente di confine così come è stato definito da alcuni autori ( Kamber Grinker, e Stone) usa frequentemente l’alcol come automedicazione.

I pazienti, sono diagnosticati come soggetti affetti da disturbi di confine della personalità in DSM-III e sono caratterizzati dall’ incapacità a dominare gli impulsi; relazioni interpersonali, collera ingiustificate e intensa mancanza di auto , sono autolesionisti e sono afflitti da depressione cronica, vacuità, noia, solitudine e ansia.

In pazienti di questo genere ènecessario affrontare direttamente l’alcolismo.

Può essere efficace l’uso di piccole dosi  di Tioridazina da 50-100 mg al giorno da sola o in combinazione con altri antidepressivi e unicamente a un trattamento psicoterapeutico.

Entrare a far parte di AA può soddisfare alcuni dei bisogni di tendenza di questi pazienti, può migliorare la relazione interpersonale e ridurre la sensazione di solitudine contribuendo così ad affrontare l’alcolismo.

Che paziente di confine non consuma più l’alcool si evidenziano i gravi difetti del suo ego.

Gli alcolisti primari al contrario hanno di solito un Ego integro ed efficace, quando non bevono.

Dopo il trattamento dell’alcolismo necessario per questi pazienti di confine una terapia psicoterapia prolungata.

Tratto da: Sheldon Zimberg- La cura clinica dell’alcolismo (1982)- Ferro Edizioni Milano 1984

Le Malattie dell’alcol: l’allucinosi nell’alcolista

 

Le Malattie dell’alcol: l’invecchiamento precoce dell’alcolista

Invecchiamento dell’alcolista

Un invecchiamento generale più rapido accompagna regolarmente il bere problematico e l’alcolismo.

A volte l’alcolismo può essere diagnosticato a prima vista dall’aspetto invecchiato dell’ ammalato che in effetti è ancora giovane.

Invecchiamento rapido, i cambiamenti cutanei e l’aspetto trasandato spesso conferiscono al comportamento dell’alcolista un tono particolare che viene chiamato stile etilico  di comportamento.

Altre lesioni nervose

Le lesioni del sistema nervoso, oltre a quelle menzionate nel capitolo dei disturbi psichici, sono relativamente frequenti nell’alcolista.

La lesione più frequente consiste nella atrofia  (il raggrinzimento) nervosa che comporta un allargamento degli spazi e della cavità del cervello, occupati dal liquido cerebrale.

Questo si può osservare nella radiografia, sei liquido cerebrale viene precedentemente estratto e sostituito con l’aria (pneumoencefalografia).

Gli spazi cerebrali allargati si possono evidenziare anche con gli ultrasuoni (encefalografia) o con un metodo più moderno, la cosiddetta termografia assiale computerizzata del cervello (TAC).

Le lesioni possono essere riscontrate anche nel  cervelletto atrofia del cervelletto e nel midollo spinale.

Nell’alcolista possono sopraggiungere anche raccolte emorragiche sotto la membrana meningea esterna della dura madre (ematoma subdurale).

In conclusione a qualcosa tutte le lesioni fisiche psichiche dell’alcolista si può dire che non si tratta di alcolismo, di questo legame specifico che si instaura qua fra l’alcolista ed il suo bere, ma delle conseguenze del bere e del alcolismo.

Oggi molte di queste complicazioni dell’ alcolismo possono essere curate molto meglio di una volta se l’alcolista viene tempestivamente inserito nel trattamento.

Con la cura delle complicazioni non si è fatto niente per alcolismo, e l’alcolista, deve simultaneamente alla cura essere inserito con la famiglia nei Club degli Alcolisti in Trattamento.

 

Tratto da: Vladimi HudolinVincere l’Alcolismo– una moltitudine di esistenze bruciate, la pace perduta di molte famiglie, un nemico spesso sottovalutato. La necessita di conoscere ciò che si deve sconfiggere- PIEMME 1993

 

Le Malattie dell’alcol: la gelosia e la psicosi di persecuzione

Le Malattie dell’alcol: lo Stato di Ebbrezza Patologica

Le Malattie dell’alcol: la Sindrome di Confine

 

Che cosa è la dipendenza dall’alcol o alcolismo?

Che cosa èla dipendenza dall’alcol o dall’alcolismo?

(tratto da: Alcolismo- Alkoholizam di V. Hudolin- a cura della Jugoslavenska Medicinska Naklada Biblioteka – marzo 1985)

Il termine “alcolismo cronico” è stato usato per la prima volta nel 1852 da Magnus Huss, professore di medicina interna dell’Università di Stoccolma, anche se le abitudini alcoliche si possono fa risalire a ben più remoti tempi e con esse l’ubriachezza e la malattia dell’alcolismo.

Alcuni disturbi della Salute già da epoche lontane venivano collegati con il bere (ad es. il Delirium tremens), però l’alcolismo sotto molti aspetti e per lungo tempo non è stato considerato una malattia vera e propria.

È ben noto il fatto che già una sola ubriacatura può portare a gravi alterazioni comportamentali e fisiche, limitate sia pure nel tempo.

In questo caso si parla di uno stato di ebbrezza acuta, di intossicazione da alcol o semplicemente di ubriachezza.

Non sempre è facile notare il comportamento particolare di una persona ubriaca.

Durante lo stato di ubriachezza acuta possono altresì verificarsi gravi disturbi psichici da risultare a volte pericolosi per la persona ubriaca e per coloro che le stanno vicino.

Un disturbo così grave è considerato “stato patologico di ubriachezza“.

Nel corso dell’ebbrezza possono verificarsi anche attacchi epilettici e/o altre lesioni acute (ad es. del pancreas), nonostante la malattia alcolica non sia ancora presente.

Se il consumo di bevande alcoliche diventa regolare, ed eccessivo poiché nel frattemp si é instaurata una dipendenza alcolica con conseguente perdita della capacità di astensione del bere, allora si può parlare di alcolismo.

In corso di alcolismo o meglio di alcoldipendenza i soggetti colpiti manifestano disturbi comportamentali, lesioni organiche, problemi familiari e in generale problemi economici spesso gravati anche da altri problemi sociali che a volte si concludono solo con la morte dei soggetti stessi.

Tutte le varie conseguenze dell’alcolismo si sviluppano con una sequenza temporale diversa più o meno accelerata, a seconda di vari fattori.

Una persona gracile fisicamente debole che beve a stomaco vuoto e velocemente cederà infatti all’alcol molto prima di una persona fisicamente forte, di robusta costruzione, che beve lentamente e dopo aver mangiato.

Dopo 5 anni di consumo eccessivo e continuativo di bevande alcoliche si possono verificare gravi danni alla salute, però le conseguenze dell’alcolismo sul piano economico, familiare e sociale possono verificarsi anche molto tempo prima.

È anche vero che le prime a comparire possono essere propri complicanze organiche (come ad esempio le lesioni pancreatiche epatiche neurologiche).

Cause dell’alcolismo ed il suo sviluppo

Credo che la maggioranza dei lettori si chiederà come si instaura la dipendenza dell’alcol ovvero l’alcolismo.

I motivi che nei singoli casi portano l’alcolismo possono essere diversi.

Molto spesso l’alcolismo nasce come abitudine perché il singolo già nell’infanzia si è abituato a consumare bevande alcoliche.

L’educazione bambino in un ambiente di alcolisti influisce negativamente sullo sviluppo della personalità.

Addirittura al 80% degli alcolisti proviene da famiglie in cui uno o più membri tra parenti più stretti  è alcolista.

Se questi dati si aggiungono anche problemi familiari o difficoltà di altro tipo lo sviluppo del alcolismo sarà ovviamente più esteso e l’individuo cercherà infatti di alleviare le difficoltà della propria esistenza con l’uso reiterato dell’alcol.

È noto che alcune malattie fisiche e psichiche possono contribuire allo sviluppo della malattia alcolica.

Ad esempio, le persone depresse o quelle con malattie digestive possono le volte ricorrere al consumo di bevande alcoliche.

Anche in questi casi la persona ammalata cerca di trovare l’oblio nell’alcool.

Nel complesso si può dire che l’alcolismo nasca dal connubio di tre gruppi di fattori causali: organici, psicologici e sociali.

Molto spesso si parla di cause ditate dell’alcolismo. Ultimamente si tende a dedicare loro maggiore attenzione.

Va detto però che, accettando la possibilità che in un ristretto numero di casi si tratti di uno stato psichico ereditario specifico, in ordine al quale la persona tende all’alcolismo, è difficile credere che tutti gli alcolisti che giungono alla dipendenza debbano tale loro condizione a ragioni strettamente genetiche.

D’altronde non è mai stato provato in modo indiscutibile il condizionamento genetico dell’alcolismo, in ogni modo una tale evenienza non cambierebbe niente circa la possibilità del trattamento e della riabilitazione.

Molti alcolisti come pure molti cosiddetti bevitori moderati sostengono di poter fare a meno dell’alco e di bere per ragioni sociali o per altri motivi essi affermano altresì che volendo potrebbero smettere di consumare bevande alcoliche in qualsiasi momento.

Da qui nasce la necessità di dare la possibilità ad ogni cittadino di definire con un esperimento molto semplice il suo rapporto con le bevande alcoliche.

Si tratta infatti di consigliare la persona di smettere di bere ogni sei mesi per un periodo di 6 settimane.

Se nella fase di interruzione alcolica questa persona non sente alcun bisogno di consumare bevande alcoliche e addirittura non pensa continuamente al bere allora si può dire che si tratta del cosiddetto consumo normale di bevande alcoliche.

Se d’altra parte la stessa non può interrompere il bere o il periodo di interruzione è irrequieta e sento il bisogno vivo di bere dovrebbe richiedere una visita ed il parere del medico esistente già la sintomatologia individuale.

Inoltre ogni cittadino dovrebbe essere informato sulle possibilità di cura determinate malattie ed in particolar modo su quelle forme di trattamento che può applicare da solo senza l’esistenza di organizzazioni specializzate.

Del resto una parte particolare viene applicata anche nel caso di molte altre gravi e lunghe malattie come ad esempio il cancro della mammella, l’ipertensione arteriosa.

Già dai tempi più remoti da quando cioè esiste consumo di bevande alcoliche esistono gli alcolisti e le difficoltà che li coinvolgono.

Negli antichi scritti di alcuni popoli come il nostro si parla di ubriachezza dell’alcolismo e di alcune misure consigliate per combattere questi fenomeni.

Nella storia sociale si fa spesso menzione di alcolismo.

Con l’inizio della Rivoluzione Industriale del mondo sorge il problema del imbrigliamento della classe operaia al quale ha contribuito in un certo qual modo anche l’alcool.

Pensiamo soltanto alla consuetudine di quel tempo secondo la quale lo stipendio veniva distribuito ogni sabato nello osteria che di solito apparteneva al padrone della città.

Il lavoratore Infatti lasciava la maggior parte del proprio guadagno nell’osteria del padrone.

Il capitalismo odierno e probabilmente non solo il capitalismo, non agisce più in questo modo perché alla fine non esiste un vero e proprio tornaconto tuttavia ancora oggi ci sono delle situazioni che potrebbero benissimo rifarsi e molti esempi storici di un passato non tanto lontano.

Il colonialismo mondiale tra l’altro ha fatto spesso leva sull’alcol.

Con l’esercito il conquistatore portava nel paese occupato anche i barili di superalcolici.

Quindi l’alcolismo visto come male sociale, in ogni periodo storico ha mostrato aspetti particolari in relazione a motivazioni e situazioni sociali specifiche.

Come del resto considerare il fenomeno odierno dei paesi sviluppati che fanno credito ai paesi sottosviluppati per favorire la costruzione di fabbriche destinati alla produzione di bevande alcoliche?

Il consumo di bevande alcoliche nelle varie fasi storiche è legato ovviamente a cause specifiche per cui la lotta contro l’abuso dell’alcol dovrebbe adeguarsi il periodo storico nel quale essa viene intrapresa.

C’è stato un periodo quando l’alcolismo veniva considerato “difetto” e “vizio“.

Il rapporto verso gli alcolisti era basato su questi principi e proprio per tale ragione non era pensabile nemmeno la cura dell’alcolismo, sìcche l’alcolista veniva sottoposto unicamente a misura disciplinari a cattivi e non ultimo rifiuto dalla società.

Le misure amministrative nel trattamento degli alcolisti ancora ai giorni nostri sono effettiv*amente frequenti.

Nell’ultimo decennio però il punto di vista scientifico verso il problema dell’alcolismo ha cambiato sostanzialmente.

Si è appurato che l’alcolista non beve per il fatto che desidera bene ma perché in lui si è sviluppato una malattia della dipendenza dell’alcool che gli impone di bere.

Se egli smette di bere si manifestano disturbi ovvero insorge la cosiddetta “sindrome di astinenza” o “malattia astinenziale“.

Egli beve per essere  efficiente e vitale.

L’alcolista da solo in assenza di cura di solito non è in grado di aiutarsi.

Va ribadito che ogni consumo di bevande alcoliche non può essere considerato malattia.

L’ubriachezza acuta comporta varie difficoltà però non in ogni caso ubriachezza acuta si può parlare di malattia alcolica.

Esiste anzi La credenza del consumo cosiddetto normale sociale moderato di bevande alcoliche anche se è difficile accettare inopinatamente il parere che un tale consumo sia un fatto del tutto normale.

Per poter giustificare il bere alcolico come modello normale di comportamento la società tende a ricorrere a vari argomentazioni.

Ad esempio alcune bevande alcoliche più frequentemente il vino e la birra vengono dichiarati prodotti alimentari utili se non primarie da in tal modo che a volte il loro consumo viene giustificato.

Un consumo spontaneo di bevande alcoliche tantomeno l’alcolismo non esiste in alcuna specie animale ma solamente dell’uomo.

Se il consumo di bevande alcoliche fosse una necessità biologica normale probabilmente esso ricorrerebbe anche negli animali.

Le difficoltà in campo scientifico si presentano anche per il fatto che alcolismo spontaneo non è provocabile sperimentalmente nell’animale come avviene invece per altre malattie.

Si è tentato di sviluppare la Corinne sperimentale negli animali però ciò è stato possibile realizzare solo sottoponendole caviglia lo stress biologico ad esempio lo stesso motivo presente quotidianamente dell’uomo.

Diminuendo o eliminando i vari fattori di stress si registra un ritorno alla normalità e conseguente cessazione di assunzione alcolica.

All’una smodato del bere subentra la tossicodipendenza alcolica che porta inevitabilmente a turbe psichiche e fisiche con perdite di trattore decisivi: volontà, forza e capacità reattiva.

L’aggravvio della malattia alcolica viene così esteso al gruppo familiare alla società che devono farsi carico nel dare all’alcolista l’equilibrio e la fiducia in se stesso in modo da portarlo ad essere un elemento creativo e produttivo all’interno di quella realtà abbandonata nel decorso della malattia.

Erroneamente si pensa che l’alcolismo sia legato esclusivamente alle fascie del sottoproletariato della sottocultura in generale mentre l’estensione del fenomeno tocca tutti i ceti sociali.

In nessun caso si deve levare i pregiudizi inesorabili, la stima, la rispettabilità, la capacità lavorativa di questi malati che una volta trattate rientrano nella normalità.

Il comportamento delle persone appartenenti ai vari gruppi sociali può essere più o meno positivo e quanto più positiva se risulta tanto più la singola persone si trova vicino al centro del cerchio sociale.

Alla periferia del cerchio si trovano individuo e gruppi di emarginati frange sottoculturali, personalità che con il loro comportamento possono arrivare fino alla criminalità organizzata. Nei gruppi marginali si trovano spesso molti alcolisti e dipendenti da droghe.

Quando un individuo incomincia bere inizia con il proprio comportamento il suo tragitto verso il gruppo degli emarginati.

Il passaggio nel gruppo degli emarginati ovviamente non è improvviso ma graduale o addirittura , nonostante l’alcolismo, esso può anche non avvenire.

Il movimento verso la periferia della società dovrebbe essere impedito molto prima dell’accertamento diagnostico dell’alcolismo senza attendere quindi che si instaurino i gravi ed irreparabili disturbi di ordine sanitario o sociale.

Accade spesso che parallelamente al l’individuo la famiglia intera posso trovarsi nel gruppo marginale.

Il modello medico della lotta contro l’alcolismo ancora oggi si orienta prevalentemente verso la cura sintomatica e dell’alcolista: ciò significa spesso attendere che la malattia alcolica si manifesti chiaramente prima di iniziare il trattamento ma chiudendo spesso ogni possibilità di riabilitazione completa.

Questo è il motivo per cui oggi l’approccio medico tende ad essere sostituito da un altro tipo di intervento che prevenga in tempo ogni possibile sviluppo della malattia alcolica e i gravi deterioramente medici sociali che la caratterizzano.

Tale modello viene definito modello medico sociale.

Lo sviluppo della malattia alcolica viene accompagnato da molti segnali  grazie ai  quali è possibile individuare alcune fasi.

Il cambiamento della tolleranza verso l’alcol rappresenta una caratteristica relativamente costante di alcune fasi del bere e della dipendenza dall’alcol.

Le Malattie dell’alcol: l’allucinosi nell’alcolista

Allucinosi dell’alcolista.

Alterazioni Nervose e psichiche in conseguenza all’alcolismo.

Si tratta di una grave malattia psichica che insorge nell’alcolista.

La malattia accompagnata da sgradevole allucinazioni visive  e soprattutto uditive.

Il malato in genere sente voci alle quali non può restare indifferente, perché lo minacciano i vari modi.

Le allucinazioni possono accompagnarsi anche ad altre turbe psichiche.

Questa malattia va curata in ospedale.

A volte si registrano miglioramenti relativamente rapidi, ma In altri casi i danni psichici possono persistere definitivamente.

Alcuni pensano che l’allucinosi appartenga al gruppo della schizofrenia e pertanto non sarebbe da includere tra le complicazioni alcoliche.

Altri pensano che una parte delle cosiddette allucinosi alcoliche sia dovuto lesioni organiche del cervello.

 

Tratto da: Vincere l’Alcolismo- una moltitudine di esistenze bruciate, la pace perduta di molte famiglie, un nemico troppo spesso sottovalutato. La necessita di conoscrere ciò che si deve sconfiggere – Vladimir Hudolin – PIEMME edizioni 1993

 

Le Malattie dell’alcol: la gelosia e la psicosi di persecuzione 

l’allucinosi dell’alcolista

Le Malattie dell’alcol: la gelosia e la psicosi di persecuzione

Alterazioni nervose e psichiche in conseguenza dell’alcolismo.

La gelosia dell’alcolista.

È una complicazione molto frequente dell’alcolismo.

Si può dire che un sentimento di gelosia caratteristico dell’alcolista: la gelosia patologica dell’alcolista finisce per trasformarsi qualche volta in vera e propria malattia psichica.

Ciò rende impossibile la vita di lavoro sia lo stesso alcolista sia ai membri della sua famiglia.

Aggressioni alla moglie, causate dalla gelosia, assumono forme veramente assurde spesso impossibili da sopportare, le quali possono anche arrivare ad attacchi fisici alle persone all’omicidio.

La gelosia dell’alcolista spesso è la causa principale è la dissoluzione della sua famiglia, tanto è vero che, quando l’ammalato smette di bere,, la situazione di solito migliora notevolmente.

La psicosi di persecuzione.

A volte, però, la gelosia patologica, nonostante l’ammalato abbia smesso di bere, sfocia in una grave alterazione psichica di carattere durevole, che prende la forma di psicosi paranoide (delirio di persecuzione).

Vi sono altre forme di gelosia, che possono essere infantili ed irreali, ad esempio quando l’alcolista accusa la moglie, anziane ammalata, di adulterio e con ogni persona che incontra per caso.

Si tratta di solito delle cosiddette idee di persecuzione ( idee paranoidi).

Il malato Infatti sospetta di chiunque lo circondi, sviluppando la costante paura di essere perseguitato, di essere ucciso da qualcuno e così via.

Quando si arriva ad uno stadio così grave, di solito la completa guarigione non è più possibile.

Nei casi più gravi è urgente un trattamento ospedaliero ed una sorveglianza assidua, poiché l’ammalato può essere pericoloso per se stesso e per quanti lo circondano.

 

Tratto da: Vincere l’Alcolismo- una moltitudine di esistenze bruciate, la pace perduta di molte famiglie, un nemico troppo spesso sottovalutato. La necessità di conoscere ciò che si deve sconfiggere Vladimir Hudolin.

 

Le Malattie dell’alcol: la psicosi di Korsakoff

 

gelosia dell’alcolista la psicosi di persecuzione di solito la completa guarigione non è più possibile.

Perchè bisogna scrivere sull’Alcolismo di V. Hudolin (1981)

Breve conversazione con il Lettore…

'Perchè bisogna scrivere sull'Alcolismo' è stato l'inizio del lavoro del Prof. Vladimir Hudolin del suo Libro 'Alcolismo' (Alkohlizam di Vladimir Hudolin- a cura della Jugoslavenska Medicinska Naklada Bibilioteka), ho voluto riportare il testo integrale e senza correzioni del suo pensiero del 1980. Si arrivò alla X edizione ovviamente sempre riveduta ed aggiornata. Il libro è pressochè introvabile.
Un attento e preparato lettore può notare come il 'disturbo da abuso di sotanze alcoliche' possa essere superatoefficacemente solo attraverso il cambiamento degli stili di vita.

Leggendo con attenzione si riscoprono ancora gli embrioni della lotta al disturbo da abuso di sonstanze alcoliche (alcolismo) ancora tristemente attuali…


Alcolismo di Vladimir Hudolin
Il lavoro denominato ‘Alcolismo di Vladimir Hudolin’ fu edito prima in lingua Croata e successivamente anche in lingua italiana. Arrivò allla X edizione.

L’alcolismo ed i molteplici problemi, connessi con il consumo di bevande alcoliche, risultano infatti, oggi, ancora più complessi per la medicina sociale.

L’alcolismo rappresenta la terza malattia per il numero di colpiti, preceduta soltanto dalle malattie cardiovascolari e dei tumori maligni, rispettivamente il primo e secondo posto.

Anche per quanto riguarda la mortalità l’alcolismo in alcuni paesi si trova al terzo posto.

In questa edizione, come nelle precedente devo scusarmi per un certo anacronismo dal momento che, come autore, nell’introduzione discuto con i miei lettori.

Sarebbe stato meglio permettere al lettore di valutare criticamente il contenuto del libro senza che l’autore ponendosi sulle difensive fin dall’inizio potesse influenzarne il giudizio.

Questo modo di scrivere è in parte determinato del timore di una possibile avversione iniziale del lettore.

Tra l’altro l’alcolista che leggerà questo libro certamente dirà che il suo consumo di bevande alcoliche moderato, permesso, accettato o come l’interessato spesso afferma: normale.

Le persone guardano in questa guisa il proprio consumo alcolico per cui se non ci fosse possibilità di discussione, molti riterrebbero immutata la propria opinione.

Infatti consumo di bevande alcoliche talmente legato alla vita di ogni giorno che uno si sente aggredito quasi personalmente quando se ne critica il bere e l’abitudine relativa.

Rifiutare l’offerta di un bicchiere viene considerato come un’offesa personale, per cui ho ritenuto indispensabile fin dall’inizio prendere una chiara posizione di fronte al consumo delle bevande alcoliche.

Noi abbiamo accettato le norme comportamentali secondo le quali viene data una completa libertà di bere, mentre ci siamo del tutto scordati l’effetto per alcolista che  molte volte non può far conto sulla libertà di non bere e ciò spesso comporta gravi difficoltà all’alcolista, sprattutto nella fase iniziale della sua separazione dall’alcol, quando viene meno il consenso sociale a iniziare una nuova vita in astinenza.

E’ quasi impossibile scrivere sull’alcolismo e omettere di parlare delle bevande alcoliche e del ‘consumo moderato normale’ perché nonostante tutto non esiste alcolismo senza Alcol non esistono alcolisti senza consumatore moderati.

Credo che ognuno abbia sentito parlare dei danni che il bere e la malattia alcolica causano al singolo e alla società, ma pochi però conoscono la vera portata del pericolo del ‘bere moderato’.

Si afferma spesso che viene data troppa importanza ma vediamo se è proprio così.

Quando ho cominciato a scrivere su questo argomento avevo in mente prima di tutto, la prevenzione e poi la lotta contro l’alcolismo e la cura degli alcolisti.

Questa vuole essere, precisazione, quanto mai opportuna, onde evitare ogni possibile malinteso con i lettori.

Non vorrei che qualcuno pensasse che scrivo con l’intenzione di proporre il divieto al di consumo di bevande alcoliche.

Spetta eventualmente agli organi dello Stato e non a noi, nel corso del nostro colloquio, risolvere il problema che sia necessario oppure no proibire l’uso delle bevande alcoliche.

Leggendo il titolo, saranno, probabilmente in molti ad avere un gesto di stizza ed a  sospirare: ‘ancora un opuscolo sull’alcolismo!’.

A me sembra invece che si scriva e si discute troppo poco su questo problema e, come si può vedere, già all’inizio della nostra conversazione si accende la polemica.

Alcuni cominciano a bere già durante la gestazione poiché l’alcol arrivano valore attraverso il sangue della madre che durante la gravidanza beve..
tutti noi facciamo la nostra conoscenza con l’alcol fin dai primi giorni di vita da quando ci si trova dove a partecipare, sia pure marginalmente, al bere in famiglia e ai brindisi degli amici che festeggiano la nostra nascita.

Questa nostra partecipazione al bere continua per tutta la vita.

Qualche volta il contatto con il bere non è solamente marginale se qualcuno dei festeggiati o dei familiari talvolta trovo opportuno un ‘assaggio‘ anche al neonato.

Vorrei pertanto chiarire qualche opinione sul problema avanzata da alcuni autori in base alle ultime ricerche.

E’ stato delle vericato che anche il bere moderato della gestante nei primi mesi di gravidanza può risultare pericoloso per il bambino poiché, a volte può provocare lesioni fetali che rientrano in quella sindrome denominata ‘fetopatia alcolica’ oppure ‘embriopatia alcolica’.

Vorrei porre alcune domande sull’alcolismo che forse potranno interessare il lettore e lo potranno indurre a leggere attentamente questo libro.

Cercherò inoltre le risposte da dare in base alle dimostrazioni scientifiche su pericolo e sul danno che può comportare il bere alcolico fino ad arrivare all’alcolismo, inteso quale conseguenza di Maggiore entità.

Il lettore dovrà puoi aver chiaro il proprio punto di vista.
Alla maggior parte delle persone non fa difetto tanto la conoscenza sulla pericolosità dell’alcol quanto una presa di posizione di un comportamento risoluto nei confronti delle bevande alcoliche.

Questo libro intende in tal caso motivare il lettore a rivedere la sua posizione.

Il Libro dovrebbe avere un ruolo educativo per il lettore con particolare riguardo l’educazione sociale sanitaria. La sola lettura del libro può non essere sufficiente per indurre un cambiamento comportamentale, per cui proporei ai lettori di visitare anche uno dei club più vicini degli Alcolisti Trattamento, dove potrà verificare ciò che in questo libro ho cercato di esporre.

La visita Club degli alcolisti in trattamento è utile a tutti i lettori siano essi consumatori moderati che alcolisti.

Il lavoro scientifico nel campo dell’alcolismo è sempre più ampio e i dati in proposito sono sempre più ricchi.

Nel momento in cui scrivo sia sicuramente giunti a nuove conoscenze sull’alcolismo necessario inserire continuamente nuove acquisizioni scientifiche nel nostro lavoro quotidiano. Il libro dovrebbe perseguire anche questa finalità.

Non vorrei però che quando sto’ affermando avesse un carattere puramente propagandistico.

Tutti sanno che la propaganda è una cosa strana e spesso ognuno di noi la concepisce a suo modo.

Questo fatto è illustrato bene dal racconto del ‘pescatore di Filadelfia’.

Si narra  che costui avesse scritto sopra il suo negozio ‘Qui si vende pesce fresco‘ e presto però i clienti uno dopo l’altro cominciarono a discutere sulla scritta sostenendo che alcune delle parti era superflua.  Così per  successive modifiche dalla scritta ‘si vende pesce fresco‘,  si arrivò a ‘si vende pesce‘ e poi solo ‘pesce‘. Uno dei clienti ritenne che nemmeno indicazione ‘pesce’ fosse necessaria perché si sentiva la puzza a km di distanza ed era possibile sapere che lì si vendeva pesce.

Questo esempio, forse anche banale, dimostra chiaramente quanto sia difficile valutare quali dati abbiano essere riportati in un libro come questo che tratta dell’alcolismo.

A un determinato lettore i dati esposti potrebbero essere più o meno noti, mentre ad un altro andrebbero invece offerte conoscenza maggiore di quelle esposte dall’autore.

Non desidererei che la lettura di questo mio libro forse limitata solamente alla parola ‘alcolismo‘ per il fatto che come era accaduto ai critici della scritta del negozio di pesce, dell’alcolismo ormai si suppone di sapere tutto.

E’ particolarmente difficile scrivere opere di questo genere poiché in un libro, concepito con finalità didattiche-scientifiche, bisogna esporre chiaramente e in modo accessibile a tutti, anche le più recenti conquiste in campo scientifico, a volte non ancora perfettamente note nemmeno agli addetti ai lavori e pertanto non universalmente accettate.

Chiunque intraprenda un lavoro didattico-scientifico deve tuttavia essere preparato alla critica e a rischio di non riuscire a riscuotere in ogni caso il consenso generale.

Io pure corro questo rischio!

Devo dire però che mi trovo in una posizione di relativo vantaggio rispetto a molti miei predecessori, poiché la soddisfazione sui volti dei bambini e quelle di molte famiglie in trattamento che vivono la vita in subrietà e inseriti nella società, mi ricompensa concretamente per tutti i dispiaceri e le difficoltà che ho avuto in questo lavoro.

Il modo con il quale vengono descritti l’Alcolismo e la lotta ingaggiata da tempo contro di esso sono il risultato di alcuni miei pensieri, maturati durante gli ultimi 35 anni e assunti come concetti basilari per lo sviluppo dei programmi comunali, rivolti al controllo dei problemi alcolcorrelati.

Alcolismo di Vladimir Hudolin
Rifiutare l’offerta di un bicchiere viene considerato come un’offesa personale, per cui ho ritenuto indispensabile fin dall’inizio prendere una chiara posizione di fronte al consumo delle bevande alcoliche.

Detti programmi attualmente confluiscono nei programmi comunali per la protezione e miglioramento della salute mentale in generale.

Nell’ulteriore elaborazione della mia concezione sono stato coadiuvato dai miei collaboratori, da vari altri operatori sociali, da professionisti ma anche da alcolisti ed alle loro famiglie.

Una particolare cooperazione ed un costante apporto cui provengono dai ‘Club degli Alcolisti in Trattamento’ che assieme ai miei collaboratori o ha costruito ancora nel 1964.

Desidero sottolineare la collaborazione dell’ assistente sociale Alemek, la quale fin dall’inizio ha collaborato alla costituzione dei ‘Club degli Alcolisti in Trattamento’ e quella del dottor Branco Lang, che fino ad oggi è rimasto mia collaboratore ed amico insieme a tanti altri.

Sull’alcolismo e sul bere esistono molti pregiudizi.

Da una parte molto diffusa la credenza che l’alcol non sia poi tanto pericoloso e dall’altra si dice che all’alcolista non si può dare l’aiuto per il fatto che

‘una volta alcolista, egli è destinato a rimanere permanentemente alcolista.

E’ necessario ora dire che consumo degli alcolici con porta spesso difficoltà e gravi danni al singolo, alla sua famiglia e dalla società, al punto che il bere può essere pericoloso anche in assenza di una vera e propria malattia alcolica.

D’altronde l’alcolista può essere trattato con successo e riabilitato se viene intrapreso tempestivamente anche un adeguato trattamento familiare e i risultati sono spesso migliori di quelli che si conseguono nella cura di altre malattia croniche.

Leggi anche le 12 domande sull’Alcolismo del Prof. Vladimir Hudolin nel 1981

Approcio Ecologico Sociale

Spiritualità Antropologica-Prof. Hudolin